Coronavirus in Calabria, il consigliere Anastasi: ‘Il mio primo stipendio alla sanità’
"L’augurio è che anche altri vogliano aggiungersi in questo gesto di generosità". Le parole del consigliere regionale
24 Marzo 2020 - 11:31 | Comunicato

“Alla luce di un pensare cristiano e volendo seguire l’esempio del promotore Pippo Callipo di ‘Io resto in Calabria’, devolverò il mio primo stipendio per i bisogni della sanità calabrese. L’augurio è che anche altri vogliano aggiungersi in questo gesto di generosità”.
Ad annunciarlo è il consigliere regionale Marcello Anastasi.
“Ho voluto cogliere come occasione il giorno del mio compleanno per incontrare i medici, gli infermieri e i malati ricoverati del reparto di cardiologia dell’Ospedale di Polistena. Nel prendere visione delle varie problematiche che mi sono state presentate dagli operatori sanitari, ho comunicato, ufficialmente, di voler economicamente provvedere personalmente a tutte le necessità del reparto di Cardiologia che mi sono state evidenziate dagli stessi addetti ai lavori”.
Alla luce della situazione emergenziale in cui vive la Calabria, Anastasi ha affermato:
“Comprerò, pertanto, un importante quantitativo di dispositivi di protezione per fronteggiare l’emergenza del momento del coronavirus: mascherine FFP2; tute anticontaminazione 3 e Rischio 5 e 6 ed inoltre Gel mani disinfettante con erogatore automatico. Intrattenendomi nel corso della mattinata con il dott. Enzo Amodeo, primario della cardiologia, mi sono trovato discutere di varie questioni politiche e commentare la situazione che è sotto gli occhi: ovvero quella di un sistema sanitario che arranca nel garantire, in alcuni casi, anche i servizi minimi, ponendo a rischio la salute della gente”.
Il consigliere regionale prosegue:
“Ci ritroviamo a raccogliere i frutti mancati di quel piano di rientro sostenuto da tempo per far fronte agli errori commessi in passato da politiche schizofreniche. Ci sarebbero molte cose che oggi andrebbero riviste e corrette, i cui effetti, per certi versi, si comprende bene, avrebbero determinato risultati convenienti solo per alcuni a discapito dei molti, così andrebbero individuate le reali e nuove esigenze di una società in continuo cambiamento.
Andrebbe ridiscusso il numero chiuso nelle Università per entrare in Medicina e anche il sistema pensionistico. Lo fanno pensare le misure straordinarie per l’assunzione di medici, infermieri e personale sanitario, compreso il richiamo dei sanitari in pensione e altre disposizioni per il potenziamento del Servizio sanitario nazionale; l’esodo delle figure mediche, soprattutto degli ospedali che continuano a rappresentare i luoghi dove il rischio clinico e l’impegno professionale crescono in maniera esponenziale”.
E aggiunge:
“Oggi, una volta che ci si è accorti di certi errori e si chiede ai medici di poter andare in pensione a settant’anni e quanti sono già andati in quiescenza addirittura a ritornare in servizio per garantire le loro prestazioni, ovviamente a costi zero. Situazioni davvero paradossali”, dice il consigliere, elogiando i medici in servizio che compiono eroicamente tutte le prestazioni e a volte, incorrono purtroppo anche in incresciose vertenze medico legali che, quasi sempre, si concludono con sentenze a loro favorevoli.
Anastasi conclude:
“In un momento altamente di drammatica emergenza, come quello che viviamo, conviene che tutti si facciano promotori di azioni che aiutino a garantire un clima di serenità utile agli operatori sanitari costretti a lavorare in contesti di facile contagio”.