Rinunciare ad una passeggiata può salvare vite: l'appello di una reggina immunodepressa

'Per il bene di chi vi sta intorno, rinunciate ad un aperitivo in centro'. L'appello di una ragazza di Reggio Calabria

Riceviamo e pubblichiamo l’appello di una giovane reggina affetta da grave patologia che, come tutti gli immunodepressi, in questi giorni di emergenza sanitaria, rischia molto più di tanti altri.

“Ciao, sono Anna, 29 anni e Reggina e vi scrivo perché in questi giorni di sgomento e paura per la situazione ‘Coronavirus’, ci sono persone come me che rischiano qualcosa in più.

Sono immunodepressa e affetta da Artrite Idiopatica Giovanile, risulto tra i soggetti deboli e più a rischio nel caso dovessi contrarre il virus. Chiedo di pensare a noi quando in fretta e furia, di notte, si scappa dalle ‘zone rosse’ per arrivare qui.

Capisco che quelli per cui avete paura sono i vostri figli, i vostri mariti, le vostre famiglie e non vorreste mai lasciarli soli a combattere una situazione incerta e seria come questa, cui tutti siamo stati colpiti, ma quando li fate ‘scappare’ per tornare a casa pensate al rischio a cui ci esponete.

Questa non è una battaglia tra Nord e Sud, che ho sempre combattuto, è una sfida cui tutti dobbiamo scendere a compromessi per superarla. Io e molti altri cittadini siamo debitori alle regioni quali Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Trentino…mi curo, ho sorella e amiche fuori regione eppure nessuno di questi è rientrato, per non portare al collasso una Regione che, più di tutti, farebbe fatica a sostenere il peso di una pandemia.

Vi prego di non far decidere a medici e operatori sanitari chi far scegliere di sopravvivere quando i posti in terapia intensiva non saranno più disponibili.

Ci hanno chiesto di rimanere a casa per una paio di settimane, rinunciate a una passeggiata e un aperitivo in centro.

Non sono disponibili mascherine e amuchina per gli operatori sanitari, figuriamoci per chi come me, vorrebbe prevenire eventuali danni più gravi.

Spero sia chiaro che la mia non è psicosi, è senso civico, è protezione, è rammentare una generosità che il nostro Paese – come anche tutti gli altri – ci chiede verso chi ha difficoltà”.