Coronavirus a Reggio, sanificazione di scuole e uffici. Falcomatà: 'Non smettiamo di vivere'

"Qualche sacrificio oggi per tornare a riabbracciarci il più presto possibil". Falcomatà invita i cittadini a condurre una vita normale seguendo le norme emanate del Governo

Sono iniziate ieri le attività di sanificazione degli uffici pubblici e, a seguire, si procederà con le scuole della città.

“Sento di ringraziare l’Università Mediterranea ed il Magnifico rettore Marcello Zimbone per averci fornito i prodotti idonei alle attività di igienizzazione e grazie al nostro personale che sta eseguendo le operazioni”.

A scriverlo è il sindaco Giuseppe Falcomatà in un lungo post su Facebook.

“Approfitto per fare gli auguri di pronta guarigione al prof. Caro prof ne usciremo presto; la città è con te, al netto di quei pochi stupidi che hanno fatto circolare la tua foto come fossi un fuorilegge. Sono convinto che non accadrà più. E la comunità reggina si stringe anche intorno a tutti coloro che in questo momento stanno combattendo il virus: forza”.

Il primo cittadino annuncia inoltre:

“Lunedì avremo un’ulteriore riunione con i vertici del Grande Ospedale Metropolitano e dell’Asp per monitorare la situazione e tenerci pronti qualora, speriamo di no, la situazione dovesse peggiorare. Il personale medico e paramedico del nostro ospedale sta lavorando senza sosta, ogni giorno, per garantire al meglio il diritto alla salute, insieme ai responsabili della sicurezza e della protezione civile.

Al contempo stiamo lavorando con le associazioni di categoria per contenere i danni che stanno subendo i nostri imprenditori e lavorare per proporre al governo nazionale soluzioni per rilanciare l’economia reggina”.

Il sindaco Falcomatà conclude:

“Un’ultima cosa. Il DPCM ci prescrive alcune regole che dovremo seguire per qualche tempo, come ad esempio evitare luoghi in cui non possano rispettarsi le distanze di sicurezza. Ciò non significa smettere di vivere, anzi. Significa solo stare più attenti per evitare che i nostri anziani, i nostri malati, le persone più deboli possano contagiarsi. Facciamo qualche sacrificio in più oggi per tornare a riabbracciarci il più presto possibile”.