Coronavirus, Gratteri a 360° a microfoni di CityNow: 'Paura? Bisogna addomesticarla, io parlo con la morte' - VIDEO

Una lunga intervista al procuratore Capo di Catanzaro. Al centro del confronto il coronavirus tra paure, nuove sfide, 'ndrangheta, sovraffollamento carceri e fase 2

“Dal punto di vista personale per me è cambiato poco perché non ho una vita sociale o all’aperto. Dal punto di vista psicologico siamo tutti provati perché dispiace sentire queste migliaia di morti. Dispiace soprattutto sentire di questi anziani che dopo una vita di sacrifici potevano vivere altri 10-20 anni, godersi i nipoti o i propri figli. È triste vedere questa gente che capisce che sta per morire senza il conforto dei familiari. Poi, anche dal punto di vista economico bisogna abituarsi all’idea che avremo anni e anni di recessione, di sacrifici e di salita. Abbiamo vissuto 10 – 12 anni di crisi economica, ci eravamo un po’ livellati. C’era la speranza di una rinascita, di una crescita e di trainare l’Europa, ora ricominciare da zero è veramente faticoso dal punto di vista psicologico”.

Così il procuratore della Repubblica di Catanzaro Nicola Gratteri, ospite del direttore Vincenzo Comi, nell’ennesimo appuntamento con le dirette social di CityNow. Un Gratteri molto disponibile, come sempre, che ha affrontato tutti gli argomenti proposti contestualizzandoli al tempo del coronavirus. Compresa la paura.

“La paura bisogna addomesticarla. Bisogna parlare con la morte, come io parlo con la morte. Parlandone, ragionando, razionalizzando si riescono a superare i momenti di difficoltà. Quindi, bisogna razionalizzare la paura, bisogna ragionare, non farsi prendere dal panico, ragionare che c’è la soluzione al problema. Da questa situazione ne usciremo, sicuramente nel 2021, quando secondo quanto dicono i massimi esperti di virologia, arriverà il vaccino e ci vaccineremo tutti. Fino ad allora dovremo stare attenti, anche se saranno tolte le linee rosse, gradatamente e in maniera opportuna, anche se riapriranno le attività commerciali e imprenditoriali e la macchina della pubblica amministrazione sarà di nuovo funzionante e funzionale. Non sarà più come prima. Sarà tutto rallentato. Dobbiamo stringere i denti e la forza dovremo trovarla in questa idea che il vaccino arriverà nel prossimo anno. Fino ad allora bisognerà comunque rimanere attenti, anche quando il contagio sarà zero, non vuol dire che non ci sarà più contagio, perché può venire uno da fuori contagiato e si ricomincia da capo”.

Dunque, attenzione ai tempi della fase 2, che ancora è lontana. Ma i tempi, anche quelli del dopo emergenza, vanno scanditi tenendo ben presente non solo i rischi virologici, ma anche quelli sociali. Con particolare attenzione alla ‘ndrangheta e alle mafie più in generale. D’altra parte, è necessario capire in anticipo l’evolversi della situazione, e Gratteri offre la sua analisi, soprattutto sul come la criminalità organizzata tenterà di inserirsi nel processo di ricostruzione:

“Penso che si muoverà in due direttrici. Intanto, nell’immediato, sappiamo bene che nella nostra realtà  l’economia si muove molto nel nero. Un sacco di operai vivono con 30 – 40 euro al giorno. Nel mondo dell’agricoltura della ristorazione questi 30 euro ora non ci sono più. La gente ha davvero bisogno. E per un capo mafia, un capo rione, cosa saranno mai 1000 euro da elargire a chi ne ha bisogno. La gente si sentirà in obbligo e quando ci saranno le elezioni voterà per il politico indicato dal capomafia. Questo è un motivo in più perché la gente si allontanerà da noi, dalle istituzioni vedendo che il modello che da risposte è quello del capomafia. Ecco perché è urgente che questi disoccupati anche se in nero, comincino a ricevere qualcosa dallo Stato”.

Non meno importate per Gratteri è il controllo sulla distribuzione delle risorse ai meno abbienti in capo ai sindaci:

“Anche per questo abbiamo chiesto e consigliato all’Anci e ai prefetti di Catanzaro, Crotone e Cosenza di fare avere gli elenchi dei beneficiari. Una volta consegnate le liste alla Prefettura, questa li smista alle forze dell’ordine e noi diamo un’occhiata, un controllo. L’abbiamo detto perché se il sindaco è un faccendiere, e deve dare risposte, potrebbe fare clientelismo con queste liste. Oppure perchè ci sono mafiosi che sono formalmente nullatenenti, che sono disoccupati, che non hanno un euro e in realtà sono evasori totali, mafiosi che hanno beni intestati ai prestanomi. Allora, dopo il danno la beffa“.

La risposta non è stata affatto omogenea. Gratteri lo sottolinea con una punta di rammarico:

Alcuni sindaci lo hanno fatto. Alcuni no, perché c’è il timore che il controllo possa essere visto una ingerenza nell’autonomia politico amministrativa del sindaco. Si è paventato la violazione della Costituzione nella libertà di esercizio delle proprie funzioni. Lungi da noi voler limitare la libertà e la democrazia, da parte di chiunque, ci mancherebbe altro. Secondo me era una opportunità e una garanzia per i sindaci, cioè quello di sentirsi tutelato nel compito delicato di elargire soldi. Lamentele esagerate, però se loro ritengono che non vogliono nessun tipo di controllo e aiuto da parte delle Forze dell’ordine, ne prendiamo atto. Certo, non vorrei che si facesse la fine del reddito di cittadinanza, quando centinaia di migliaia di persone per avere il reddito hanno cambiato residenza, o si sono fatti licenziare…”

In tempi di coronavirus, Gratteri fa notare come i reati cosiddetti da strada, i reati violenti, sono diminuiti del 75%: “se noi siamo limitati nei movimenti – ha affermato – anche i criminali lo sono”. Tuttavia, non è che la mafia o la ndrangheta, quella di serie “A”, si sia fermata o sia scomparsa, anzi – è il ragionamento di Gratteri – studia, osserva e cerca di inserirsi per avere un ruolo da protagonista anche in questo scenario.

“Sappiamo che le mafie vivono con noi e tra noi, si nutrono del consenso popolare, e quindi cercano di non perdere consenso e pezzi di territorio. La ndrangheta fa da sempre usura, non per arricchirsi, ma per giustificare la propria ricchezza. Attraverso l’usura tende a rilevare l’attività commerciale e poi attraverso essa fare riciclaggio.  Da qui in avanti ci saranno sempre più opportunità da parte della ndrangheta di comprare questi beni a prezzi stracciati. La ndrangheta cercherà di intercettare queste opportunità, che sono i prodotti sanitari di grande consumo. La pandemia durerà a lungo, il vaccino ci sarà solo il prossimo anno”.

“Parlare di sconfitta delle mafie, ce ne vuole. Io dico sempre che possiamo ridurla, anche dell’80%, ma per ridurla ci vuole in modo significativo una cura da cavallo. Nel rispetto della Costituzione ci vuole un sistema giudiziario forte con tante modifiche fino a quando non sarà più conveniente delinquere. Io faccio sempre questa equazione: la convenienza. Prima di parlare di morale e di etica dobbiamo parlare di convenienza economica. Fin quando sarà conveniente dal punto di vista economico commettere i reati questi si commetteranno”.

“Le mafie sono molto presenti nel settore turistico. Controllano pezzi della ristorazioni, strutture balneari, controllano alberghi, quindi non è una novità che la ndrangheta sia presente in questo settore. Sarà un anno durissimo per il turismo, perché stando ai primi studi degli esperti i posti a sedere in un ristorante saranno ridotti del 50% come anche gli ombrelloni e i lettini sulla spiaggia, quindi sarà molto difficile e dura per tutti. Bisognerà abituarsi a pensare ad altri parametri di ricchezza e di guadagno. Cioè bisognerà cominciare a pensare di ridimensionarsi, perché quest’anno si guadagnerà quantomeno il 50% rispetto allo scorso anno”.

Durante la prima fase del lockdown e delle restrizione imposte dal governo, è riesploso, anche se in una dimensione diversa, il problema delle carceri. Un tema molto caro al procuratore che approfondisce anche aspetti più strettamente tecnici:

“Intanto il sovraffollamento è un problema che riguarda tutte le carceri del mondo, non esiste uno stato dove non ci sia. Ho fatto una ricerca sul punto. Non le sarà sfuggito che nello stesso giorno e nella stessa ora ci sono state queste rivolte nelle carceri. È strano, se le carceri sono carceri. A distanza di mille chilometri come si fa a fare una rivolta nello stesso momento? Ho detto che ci sono molti telefonini nelle carceri, aggiungendo: intanto mettiamo degli inibitori attraverso i quali non sarà più possibile telefonare. La polizia penitenziaria riprenderà di nuovo quei telefoni che ci sono lungo i corridoi, i bracci e le sezioni per comunicare col direttore del carcere, col comandante o con l’ufficio matricola. Questa è la cosa più semplice da fare, immediata. In questo momento ci sono 1200 posti vuoti, si è riusciti a ristrutturare diverse sezioni in sei carceri italiani e quindi possono essere spostati subito. Poi possono essere costruite sezioni nuove nelle carceri esistenti, e poi la possibilità di costruire carceri nuove con strutture prefabbricate. Io sono stato criticato anche su questo. Chi critica è in buona fede ma non sa che le carceri non si costruiscono con mattoni e cemento, ma con pareti già finite dentro e fuori. Si mette dell’acciaio teso, viene messo nel cemento, lo si fa vibrare e diventa monoblocco. Ecco perché ho parlato di sei mesi. Si può coinvolgere il genio militare per la costruzione, si può adottare la procedura adottata per il Ponte di Genova per velocizzare, tutto il cablaggio delle carceri viene fatto esterno, non si devono fare incassi, e quindi è possibile in pochissimo tempo costruire 4 carceri. Per i prossimi 20 anni non sentiremmo più parlare di sovraffollamento, non daremo più alibi a chi vuole denigrare l’Italia e il sistema carcerario italiano”.

A proposito di denigrazione e di polemica, l’ultima a firma tedesca ha già ricevuto la risposta di Gratteri, che ricorda quanto successo:

“La Germania come altri paesi in Europa hanno grandi responsabilità sul proliferare delle mafie in Europa. Non hanno voluto modificare il sistema giudiziario, partendo da quello giudiziario italiano, riconoscendo il reato di associazione a delinquere di stampo mafioso per poter contrastare adeguatamente. Perché in Germania ci sono locali di ndrangheta che hanno lo stesso modus operandi dell’Italia. Lì non le contrastano come facciamo noi. Ho rapporti con le autorità giudiziarie tedesche già da dieci anni prima della strage di Duisburg. Ho detto attenzione, fra dieci anni avrete gli stessi problemi che abbiamo noi. Non voglio che sia un alibi la mafia rispetto a quello che deve fare la Germania, perché le mafie italiane approfittano dei fondi europei come fanno con le loro leggi i pastori irlandesi… “

Ci vorrebbe un pò di Gratteri in ogni settore. E per la verità il procuratore si è sempre dichiarato disponibile a dare una mano per una eventuale riforma della giustizia. Tutti ricorderanno che è stato ad un passo dalla nomina a Ministro. Ma oggi, con la stessa disponibilità, preferisce restare al suo posto:

 “Sono il felice Procuratore della Repubblica di Catanzaro. Per contribuire alla crescita del nostro Paese non c’è bisogno di avere incarichi. Io continuamente rifiuto incarichi. Io voglio continuare a fare il magistrato. Posso, gratuitamente e continuando a fare quello che faccio, contribuire, come fanno tanti altri magistrati, alle modifiche normative. Usciamo dalla logica che per contribuire al Paese bisogna lasciare il proprio mestiere. Cerchiamo di mantenere coerenza tra quello che diciamo e quello che facciamo. Io non ho bisogno di poltrone. Ho gradi soddisfazioni e gratificazioni da quello che faccio. Io all’epoca avevo detto si per fare il ministro perché avevo avuto rassicurazioni che avrei avuto carta bianca nel cambiare le cose, ma il mio sogno era quello di creare un sistema giudiziario informatizzato per farlo funzionare a regime, perché sappiamo che un sistema giudiziario informatizzato abbatte i tempi e i costi, il potere discrezionale dell’uomo e quindi l’abuso”.

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