Coronavirus, il racconto degli studenti a CityNow. Carla: 'Una quarantena di pensieri...'

Riflessioni, testimonianze e pensieri degli studenti reggini. Iniziamo con il racconto di Carla, giovane studentessa del Liceo Da Vinci.

Il punto di vista dei ragazzi offre sempre spunti di riflessione intensi e sinceri, spesso nascosti e celati da un sentimento di introversione, un disagio che, se stimolato correttamente, esce fuori liberandosi al meglio. Sin dalla sua nascita CityNow ha sempre osservato il mondo degli studenti con particolare attenzione.

Centinaia le iniziative portate avanti in questi anni tra la nostra redazione e gli allievi reggini. Abbiamo sempre cercato e trovato il confronto con le nuove generazioni per comprendere le necessità, gli interessi, le ambizioni e le difficoltà dei più giovani.

L’INIZIATIVA

La nuova iniziativa di CityNow parte con gli studenti del Liceo ‘Da Vinci‘ di Reggio Calabria offrendo la possibilità di raccontare la propria personale esperienza in questi giorni ‘particolarmente impegnativi’. Riportiamo integralmente il primo racconto di una lunga serie di testimonianze, pensieri e riflessioni in tempi di coronavirus.

IL RACCONTO

Lei è Carla, studentessa del Liceo Scientifico Leonardo Da Vinci di Reggio Calabria:

“Marzo 2020: arriva un’ora, la sera, in cui abbandoni la testa sul cuscino ed insieme ad essa vorresti abbandonare tutti i tuoi pensieri, ma è proprio lì che ti vengono a cercare. All’inizio ti chiedevi molti perché, adesso ti sei abituato a questa  realtà e molte cose ti passano sopra. Hai deciso che non ti importa del futuro e di vivere il presente.

Essere “umani“ non è come andare in bicicletta, se impari ad affrontare il dolore una volta non è detto che tu ti ricorda il metodo per tutta la vita.

La sveglia suona, apri gli occhi e ti accorgi che ti manca qualcosa o qualcuno. Molto spesso pensiamo “posso farcela da solo, non ho bisogno di nessuno“ vogliamo fare i guerrieri da soli e vincere le nostre battaglie. In questo periodo però dopo tanto tempo hai cambiato idea, ti sei accorto che in questa guerra chiamata vita è possibile che tutti combattano la stessa battaglia e che un buon alleato fa comodo a tutti. Ti lasci andare ad ogni sentimento e riscopri le tue emozioni. Quante cose si possono capire in una notte. D’improvviso ti ricordi di quanto sono importanti le persone che in quel momento non hai accanto, ti ricordi di cose a cui nella tua quotidianità non facevi caso. Che te ne fregava prima se nel cielo c’erano le nuvole o le stelle, se il mare era mosso oppure in calmeria. A volte per te non aveva importanza nemmeno il sorgere del sole.

Adesso però ti importa, ti affacci alla finestra per vedere la bellezza della natura e conti le ore mentre immagini cosa potrai fare quando tutto sarà finito.

In questo periodo, tu re della solitudine, campione mondiale del ”io ce la faccio da solo“ vieni a contatto con una cosa che ti spaventa molto “il ricordo”. I ricordi non sono cose passate da tirar fuori quando ci va di sfoderarli, a volte decidono loro per noi e si manifestano nel momento più inaspettato. Adesso ti vengono in mente le  sere d’estate, gli abbracci dei tuoi nonni e i baci della persona che ami. Tu, cuore corazzato e mente accorta ti trovi di nuovo con la testa sul cuscino, ma stavolta con le lacrime che ti scendono dal volto e magari ti dai anche dello stupido chiedendoti il perché.

Caro mio, il perché è semplice, siamo umani e abbiamo bisogno di questo per esistere e per resistere, abbiamo bisogno di amore, abbiamo bisogno degli altri e a volte di una spalla su cui piangere.

Per questo siamo anche molto stupidi e superficiali perché ci ricordiamo di questo solo quando siamo nel bel mezzo della crisi, ma quando va tutto ‘rose e fiori ’ diamo tutto e tutti per scontato. Una volta ci chiamavamo la “società dell’odio”, adesso stiamo formando una specie di unità . Però sappi che mentre pedali questa bicicletta rotta ed impari ad usarla, una volta tutto finito non dovrai più dimenticare, dovrai ricordarlo per sempre, così da cambiare le cose in meglio amico mio anche se essere umani non è facile come pedalare.

Per concludere come scrisse Henry David Thoreau “bisogna imparare a vivere con saggezza e profondamente così da succhiare tutto il midollo della vita”.

Noi siamo attimi caro mio, ma se vivi intensamente un attimo è abbastanza.

Carla Mascianà, 4 E, Liceo Scientifico ”Leonardo Da Vinci”