Covid 19, “la Calabria sta andando bene”. Spirlì e Romeo promuovono la nostra regione

Il presidente facente funzioni e il noto cardiologo, ospiti a Skytg24, analizzano numeri e dati della pandemia

La Calabria? Tra antichi problemi e criticità organizzative se la sta cavando, e pure bene. È questo quanto venuto fuori dal focus sulla nostra regione andato in onda al Tg delle 20:30 di Sky. A sostenere la tesi, gli ospiti collegati con lo studio centrale: il presidente facente funzioni, Nino Spirlì, insieme al professore Franco Romeo, primario di Cardiologia a Tor Vergata, uno dei tanti calabresi che onora la nostra terra oltre i confini regionali.

Calabria retrovia? Anche no…

Ovviamente il punto di partenza del focus sanitario è quello che prende le mosse dai numeri attuali che riguardano la Calabria: una regione agli ultimi posti per le vaccinazioni e con problemi nei numeri delle terapie intensive. Simbolo di una Italia sempre divisa in due con le differenze anagrafiche a dettare il tenore di vita dei cittadini e dei pazienti.

Il primo a dare una chiave di lettura diversa della situazione che si sta vivendo in Calabria è il professore Romeo secondo cui uno degli aspetti che molto spesso, sulla base di un approccio molto emotivo, più che scientifico – “anche per colpa dei calabresi” sottolinea il luminare – caratterizza la nostra regione è quello di dire che tutto va male.

“Se guardo i dati e i risultati di intervento di qualsiasi terapia che mettiamo in atto per qualsiasi malattia, l’indice della mortalità è rivelatore. In Calabria la mortalità è la più bassa d’Italia. Se mi baso su questo dato, è andata molto bene fino ad ora. Poi, è chiaro che ci sono problemi atavici e organizzativi, ma se guardiamo anche il numero di morti per numero di pazienti, anche in questo caso la letalità è la più bassa, insieme a qualche altra regione o provincia. Sta andando bene, e non capisco perché non si dica che la Calabria sta andando bene”.

Sullo schermo appare anche una mini classifica, sulle dosi di vaccino somministrate al 4 maggio, ogni 100 mila abitanti: la Calabria è in vetta con 857 somministrazioni davanti a niente poco di meno che Veneto e Lombardia.

Governo batta un colpo

La conduttrice cerca di far tornare tutti coi piedi per terra evidenziando che le criticità sono comunque presenti e il gap in tema di sanità, col resto del Paese, è innegabile.

Al presidente Spirlì viene quindi domandato di cosa abbia bisogno la Calabria per superare questo gap, e l’esponente della Lega va al sodo, rivendicando anche riconoscimenti per i cittadini calabresi:

“l’unica cosa per la quale sia urgente l’intervento del governo è la copertura del debito sanitario pregresso, mettere uno spartiacque tra un passato maledetto e un presente che sta dando risultati. È vero che per i 1046 calabresi deceduti per covid ci sono 1046 famiglie che piangono ma noi dobbiamo ringraziare i calabresi che, nonostante siano un popolo di ribelli, sono riusciti a mantenere un autocontrollo che paragonato a certe altre regioni o città d’Italia è da riconoscere”.

Da studio a questo punto arriva il servizio che mette in evidenza le criticità della sanità calabrese al tempo del covid: pochi posti letto di terapia intensiva (passati dagli originari 146 a 152 a maggio 2020, per arrivare qualche giorno fa a 156. Il servizio dipinge una sanità al collasso, nonostante un indice rt fermo allo 0,75, rappresentando anche il più basso d’Italia. Filippo Larussa, segretario Anaao Assomed, obietta che in Calabria si fanno solo 4 mila tamponi al giorno, e che c’è una scarsa tracciabilità se si pensa ai numeri di altre Regioni. Poi l’attenzione si sposta sui 990 posti letto della sanità calabrese, occupati ad oggi per il 49%, una percentuale che risulta essere la più alta d’Italia.

Una balla megagalattica

Spirlì, dopo un passaggio sui ritardi registrati a Villa Bianca, torna alla riscossa chiamando in causa chi ha deciso di commissariare la sanità calabrese:

“è colpa di dieci anni di abbandono della sanità, di chi non ha controllato i commissari ad acta che sono i ministi della salute e dell’Economia e finanza”.

Ma ancora più piccata è la risposta a Larussa – “non so chi sia – dice il presidente – me ne dispiaccio, ma non l’ho lai incontrato” – le cui dichiarazioni nel servizio ispirano la domanda da studio che verte su una zona arancione deleteria per l’economia calabrese, e causata dalla penuria di posti letto. Spirlì non ci sta:

“Guardi che nessuno muore per strada in Calabria. I posti letto non sono mai mancati. È una balla mega galattica”.

A dargli manforte anche Romeo:

Non è mai successo in Calabria che un paziente non sia stato intubato perché mancavano posti. Ci sono al contrario molte eccellenze sanitarie in Calabria. Quello che manca sono i 350 milioni dell’emigrazione sanitaria. Un problema che può essere risolto con investimenti nelle eccellenze”.

Infine, la conduttrice prova a stuzzicare Spirlì su una eventuale candidatura al ruolo di presidente, ma il facente funzioni glissa con la sua solita battuta: “Io sono già candido”…