Dante Alighieri di Reggio, finalmente buone notizie: abilitati 250 posti per corsi Tfa

Procede anche il percorso di Federazione con l'Università Mediterranea: si lavora sugli oneri di statalizzazione e il trasferimento di personale

Il 2024 dell’Università Dante Alighieri, con ogni probabilità  sarà decisamente migliore rispetto agli ultimi anni ricchi di difficoltà e problemi per l’ateneo reggino.

Negli ultimi mesi silenzio attorno al destino dell’importante e strategico ateneo, ma sottotraccia il lavoro è stato intenso. La volontà, tenace, è quella di offrire un futuro di rilancio e sviluppo della Dante Alighieri attraverso la federazione con l’Università Mediterranea, un percorso che però non è semplice e non sarà breve.

Intanto una buona notizia è arrivata e riguarda l’abilitazione di 25o posti per i corsi di primo e secondo grado di Tfa sostegno. L’ok definitivo è arrivato, secondo quanto raccolto, dalla riunione del Coruc (Comitato Regionale Universitario di Coordinamento della Calabria) convocata per questo pomeriggio. Uno solo il punto all’ordine del giorno, appunto il definitivo via libera ai posti relativi ai corsi Tfa presso la Dante Alighieri.

Il TFA sostegno è il corso della durata di almeno 8 mesi che consente di acquisire l’abilitazione a diventare insegnante di sostegno. Si tratta di un corso universitario, a cui si accede a seguito di una prova pre-selettiva, che permette di acquisire competenze multidisciplinari.

La riunione, presieduta dal presidente Nicola Leone (Rettore dell’Unical) ha visto la partecipazione (tra gli altri) anche del Rettore dell’Università Mediterranea Giuseppe Zimbalatti e della vice presidente della Regione Calabria Giusi Princi, delegata dal presidente Roberto Occhiuto.

La fumata bianca riguardo i 250 posti per i corsi Tfa sono un’importante boccata d’ossigeno in questa fase di transizione della Dante Alighieri, in vista dei prossimi mesi si spera inoltre in una risposta positiva rispetto ai corsi di lingua italiana per stranieri che in questi lustri hanno rappresentato il ‘core-business’ dell’ateneo reggino, prima del calo drastico degli ultimi anni.

Tornando alla federazione con l’Università Mediterranea, l’impegno del Rettore Zimbalatti e della vice presidente Princi è costante. Da ambienti dell’ateneo filtra ottimismo rispetto al raggiungimento dell’obiettivo, al contempo però le bocche dei diretti interessati rimangono cucite e non c’è nessuna volontà di sbilanciarsi rispetto alle tempistiche.

Secondo quanto raccolto, in questi mesi si è lavorato, e si continuerà a lavorare, in modo particolare sugli oneri di statalizzazione e il trasferimento di personale dalla Dante Alighieri all’Università Mediterranea, probabilmente i due nodi principali verso la tanto attesa fumata bianca.

Costante e proficua in questo senso l’interlocuzione con il Mur (il Ministero dell’Università e della Ricerca): la volontà come noto è quella di inglobare la Dante Alighieri all’interno dell’Università Mediterranea, secondo rumors nei prossimi mesi potrebbe arrivare un emendamento in favore dei costi necessari all’operazione.

Regione Calabria e Università Mediterranea impegnate per offrire un nuovo futuro alla Dante Alighieri, chi invece (almeno per il momento) rimane dietro le quinte sono il Comune e la Città Metropolitana di Reggio Calabria.

L’assessore comunale con delega all’istruzione e l’università Anna Briante di recente ha dichiarato di “non avere aggiornamenti” riguardo la situazione della Dante Alighieri, l’ultima presa di posizione ufficiale (decisamente critica) di Comune e Città Metropolitana risale allo scorso novembre.

“Prima di assumere qualsiasi decisione che riguarda il futuro dell’Ateneo reggino – si leggeva in sintesi nella nota dei due Enti – è doveroso, sul piano morale ancor prima che giuridico, fare piena luce ed assoluta chiarezza sull’attuale situazione finanziaria e di governance dell’Ateneo.

In questo senso, prima che sia chiarito il reale stato di salute dell’Università, il Comune e la Città Metropolitana, non intendono approvare il documento contabile dell’ateneo, né garantire passivamente i numeri per una deliberazione in tale senso”.

“La prima necessità -proseguiva la nota- è quella di ristabilire e ripristinare correttamente le attività e la rappresentanza del Consorzio Promotore dell’Ateneo, anche fine di dare nuova linfa all’azione del Consiglio di Amministrazione e di tutta la governance universitaria che, evidentemente, ad oggi ha fallito, per varie ragioni, la propria missione.

Solo un nuovo Consiglio di Amministrazione pienamente legittimato potrà procedere all’elezione del nuovo Rettore, con l’obiettivo di affrontare con forza e decisione le sfide per il salvataggio dell’Università Dante Alighieri e dialogare proficuamente e con autorevolezza con il Ministro dell’Università”.