Dante Alighieri, Bandecchi: "Dovrebbe portare 30 mila giovani a Reggio, invece non ha niente"

Una cappa di silenzio avvolge l'agonizzante ateneo reggino. Bandecchi assicura: "Reggio sta perdendo una grande opportunità. La città deve resuscitare"

Università Dante Alighieri, l’agonia dei mesi scorsi si avvicina ad essere un coma vigile. Una cappa di silenzio drammatico avvolge l’ateneo reggino, con gli ultimi sussulti che risalgono allo scorso novembre.

Con gli stipendi che arrivano a singhiozzo, gli iscritti che continuano a calare in modo drammatico e anche i corsi di lingua italiana che vedono arrivare in riva allo Stretto sempre meno studenti stranieri e non per ultimo il bando sui dottorati di ricerca che secondo quanto raccolto nelle scorse settimane sarebbe stato revocato per l’assenza di coperture economiche.

Senza dimenticare le faide interne che si perpetuano indefesse da anni, oltre all’intricatissimo organismo dell’ateneo, per certi versi somigliante alle scatole cinesi.

Cosi scrivevamo mesi fa, con la situazione che è rimasta immobile ed immutata. Tutto a vantaggio di chi “governa” la Dante Alighieri, in un perverso sistema burocratico-clientelare, tutto a svantaggio dello stesso ateneo e delle sue immense potenzialità che vanno tristemente in fumo. Ma questa, purtroppo, non è una novità per Reggio Calabria.

Da queste pagine, in decine di occasioni, abbiamo provato ad evidenziare in ogni modo la ghiotta chance di sviluppo e rilancio della Dante Alighieri derivante dall’interesse (concreto e messo nero su bianco) da importanti poli universitari quali eCampus e UniCusano.

Proprietario di quest’ultima è Stefano Bandecchi, sindaco di Terni e leader di Alternativa Popolare, sabato protagonista al Teatro Cilea della presentazione del progetto ‘Rivoluzione per Reggio’ al fianco di Massimo Ripepi.

Nel corso della trasmissione ‘Reggio Politik’ in onda su Rtv, Bandecchi si è soffermato anche sulle vicende che riguardano l’università reggina e un triste destino che nessuno sembra voler davvero riscattare.

“Per quanto riguarda l’Università Dante Alighieri, a me dispiace perché oggi é schiacciata dalla politica e da una serie di ragionamenti piú o meno assurdi. Reggio Calabria sta perdendo una grande opportunità, io di Università me ne intendo dato che gestisco forse la migliore telematica d’Italia.

Noi siamo i primi ad oggi per quanto riguarda la facoltá di Ingegneria, siamo avanti al Politecnico di Milano o Torino. La ricerca scientifica che si fa all’interno della nostra UniCusano non la fa nessuno”, le parole di Bandecchi.

Anche se non in maniera esplicita, dalle parole di Bandecchi sembra trasparire la volontà di poter tornare in futuro ad interessarsi dell’Università per Stranieri.

“Reggio Calabria con la Dante Alighieri -evidenzia il proprietario di UniCusano- dovrebbe avere almeno 30mila persone che girano per la città e che portano soldi. Invece non ha niente. L’Università boccheggia da anni, vedo che tutti se la vogliono comprare e nessuno vuole pagare. Tanti chiacchierano ma nessuno sa come si fa.

Da politico, dico che la città non ha solo il problema della squadra, che oggi non c’è, o dell’Universitá, Reggio ha il problema della disoccupazione, degli imprenditori molto bravi che non riescono ad emergere perché l’Italia tutta gli da una mano.

Reggio ha il problema che i giovani ormai non vanno neanche piú fuori Italia ma vanno proprio all’estero. Reggio vive i problemi di tante altre città d’Italia. Deve semplicemente resuscitare e tornare la città che in passato ha fatto paura al mondo”, il pensiero dell’imprenditore sindaco di Terni.

Mentre le innumerevoli chiacchiere degli ultimi anni (fatte da chi ha l’unico interesse di poter rimanere in eterno a vivacchiare all’interno dell’ateneo) sono a far compagnia alle nuvole in mezzo al cielo, la Dante Alighieri non riesce a muoversi di un millimetro verso il futuro.

La tanto celebrata e attesa federazione con l’Università Mediterranea, sventolata come unica ancora di salvezza, rimane un miraggio, mentre nessuna istituzione sembra volersi prendere la briga di immaginare prima, e concretizzare poi, un reale progetto di rilancio e sviluppo dell’ateneo reggino.

E così i 30 mila giovani in giro per la città immaginati da Bandecchi (numeri realistici per le potenzialità della Dante Alighieri) che garantirebbero economia, fermento e scambi culturali, rimangono un’utopia.

Assieme a tutto il resto…