Intrecci e caos, Dante Alighieri di Reggio in agonia. Adesso basta: la salvi chi può

Cda azzoppato e senza Rettore. Dietro il no a eCampus spuntano particolari coincidenze mentre per la federazione con la Mediterranea si attendono concrete novità

L’agonia dell’Università per Stranieri Dante Alighieri prosegue in mezzo ad un caos fatto di litigi, interessi personali e poca voglia di risolvere concretamente la situazione. Ieri l’approvazione del bilancio da parte del Cda, atto certamente utile e necessario ma che non smuove di una virgola lo stato di coma profondo nel quale l’ateneo è sprofondato, almeno, negli ultimi 12 mesi.

Le novità più interessanti emerse negli ultimi tempi in merito alla Dante Alighieri, riguardano la presa di posizione chiara e netta degli enti locali (Comune e Città Metropolitana) e Regione Calabria. Posizioni che al momento divergono. Secondo il sindaco Falcomatà, che non a caso ha disertato gli ultimi cda, “prima di assumere qualsiasi decisione che riguarda il futuro dell’Ateneo reggino è doveroso, sul piano morale ancor prima che giuridico, fare piena luce ed assoluta chiarezza sull’attuale situazione finanziaria e di governance dell’Ateneo. Serve chiarezza sulla situazione contabile ed una nuova governance. Solo un nuovo Consiglio di Amministrazione pienamente legittimato – si legge nella nota di pochi giorni fa – potrà procedere all’elezione del nuovo Rettore”.

Da capire se la recente approvazione del bilancio avrà soddisfatto le richieste di Falcomatà e se lo stesso documento aiuterà a fare luce sulla situazione economico-finanziaria oggettivamente controversa e misteriosa dell’ateneo reggino, permettendo quindi di conseguenza di effettuare passi avanti concreto rispetto alla paventata federazione con l’Università Mediterranea.

In attesa di evoluzioni, in sostegno della Dante Alighieri è arrivata la Regione Calabria: “Con il presidente Occhiuto vogliamo sostenere finanziariamente il rilancio dell’Università Dante Alighieri di Reggio Calabria che consideriamo snodo strategico per lo sviluppo culturale, sociale ed economico della Calabria, anche in prospettiva di apertura ai paesi del Mediterraneo”, le parole della vicepresidente Giusi Princi.

Di passi avanti nel processo di federazione con la Mediterranea ha parlato Piero Aloi, presidente del Cda dell’Università per Stranieri.

“Il percorso si sta svolgendo secondo le procedure previste dalla legge Gelmini, sotto la guida del Ministero dell’Università e della Ricerca, lavori che stanno proseguendo nel pieno rispetto delle norme che regolano il sistema universitario nazionale. Il Ministero monitora costantemente questo complesso e delicato processo di integrazione che porterà, una volta raggiunto a compimento, un rafforzamento e consolidamento dell’offerta”, il pensiero di Aloi, ai microfoni di Gazzetta del Sud.

Parole rassicuranti, che sembrano garantire un futuro sereno e luminoso per la Dante Alighieri, un ‘nuovo inizio’ per riutilizzare un concetto caro a Falcomatà che possa consentire di valorizzare appieno le immense potenzialità dell’ateneo. Tuttavia, rimangono ombre e incertezze avvolte in un sistema perverso fatto di invidie, gelosie e interessi personali che rischiano di inghiottire ogni dichiarazione di circostanza e al contempo ogni speranza di rilancio per l’ateneo.

Sembrano proseguire infatti gli intrecci e le coincidenze particolari riguardanti il rapporto tra la Dante Alighieri e le università telematiche, tanto spesso bistrattate da gran parte dell’opinione accademica…almeno in apparenza. Basti pensare ad esempio alla richiesta di nullaosta presentato nelle scorse settimane dalla prof.ssa Simona Totaforti.

Si tratta di una delle firmatarie dell’ormai famoso documento di sfiducia nei confronti del Rettore del Pro Rettore, tanto da spingere entrambi e dimettersi con il risultato che oggi infatti la Dante si ritrova in una situazione surreale senza le due figure di vertice oramai da 6 mesi.

La stessa Totaforti il 22 settembre chiede ed ottiene il nullaosta per insegnare nell’anno accademico 2023-2024, quale docente a contratto, la materia ‘Conflitti ambientali e sostenibilità territoriale’ nel Corso di studi in Scienze Sociali (L-40) presso un’altra università. Quale? L’università degli Studi Nicolò Cusano di Roma di Stefano Bandecchi.

L’intreccio si può cosi facilmente ricollegare all’estate infuocata che ha visto i destini della Reggina e quello della Dante Alighieri avvicinarsi pericolosamente e sfiorarsi, prima di prendere direzioni differenti. L’interesse di Bandecchi infatti, non è un mistero, era duplice e oltre al club amaranto riguardava anche l’Università per Stranieri, in maniera perfettamente legittima.

A questo punto, volendo malignare, potrebbero apparire come evidenti le motivazioni che hanno portato una parte di docenti e amministrativi della Dante Alighieri ad osteggiare fortemente l’interesse avanzato da un’altra università telematica, ovvero eCampus.

Secondo i detrattori dell’accordo con eCampus, mancavano all’interno della proposta determinate garanzie in merito all’inamobilità della sede, ai livelli occupazionali e alla metodologia didattica. Dubbi che, secondo quanto raccolto, sarebbero inesistenti alla luce della Pec presentata dallo studio legale di eCampus che si è occupato della trattativa.

Potrebbe essere utile, alla luce della chiarezza che sembra nascondersi ad anni luce di distanza rispetto alle vicende della Dante Alighieri, rendere pubblica la proposta di eCampus, dettagliando le motivazioni che hanno indotto a scartarla preferendo vie alternative. Quella della prosecuzione dello stato vegetativo, almeno per il momento.

Con gli stipendi che arrivano a singhiozzo, gli iscritti che continuano a calare in modo drammatico e anche i corsi di lingua italiana che vedono arrivare in riva allo Stretto sempre meno studenti stranieri e non per ultimo il bando sui dottorati di ricerca che secondo quanto raccolto nelle scorse settimane sarebbe stato revocato per l’assenza di coperture economiche. Senza dimenticare le faide interne che si perpetuano indefesse da anni, oltre all’intricatissimo organismo dell’ateneo, per certi versi somigliante alle scatole cinesi.

E’ decisamente arrivato il momento di dire basta, spazzando via ogni interesse personale e i numerosi dubbi che aleggiano da troppo tempo sulla Dante Alighieri. Il futuro non aspetta, e il baratro è dietro l’angolo: la salvi chi può, partendo da chi in questi anni ha gridato ‘al lupo al lupo’ ai quattro venti, senza mai guardarsi allo specchio alla ricerca di evidenti responsabilità.