Dante Alighieri e Mediterranea insieme? La palla adesso passa a Zimbalatti

Centrato solo il primo traguardo verso la possibile federazione. Di oltre 2 milioni di euro il debito della Dante

Diventerà realtà la fusione tra la Dante Alighieri e l’Università Mediterranea? Ancora è presto per dirlo. Con il cda del 28 marzo, convocato dal presidente Piero Aloi, si è deliberato all’unanimità la proposta di federazione con l’ateneo guidato dal Rettore Zimbalatti, così come previsto dall’art.3 della Legge Gelmini del 2010.

“Al fine di migliorare la qualita’, l’efficienza e l’efficacia dell’attivita’ didattica, di ricerca e gestionale, di razionalizzare la distribuzione delle sedi universitarie e di ottimizzare l’utilizzazione delle strutture e delle risorse, nell’ambito dei principi ispiratori della presente riforma di cui all’articolo 1, due o piu’ universita’ possono federarsi, anche limitatamente ad alcuni settori di attivita’ o strutture, ovvero fondersi.

La federazione puo’ avere luogo, altresi’, tra universita’ ed enti o istituzioni operanti nei settori della ricerca e dell’alta formazione, ivi compresi gli istituti tecnici superiori.

La federazione ovvero la fusione ha luogo sulla base di un progetto contenente, in forma analitica, le motivazioni, gli obiettivi, le compatibilita’ finanziarie e logistiche, le proposte di riallocazione dell’organico e delle strutture in coerenza con gli obiettivi di cui al comma  1.

Nel caso di federazione, il progetto deve prevedere le modalita’ di governance della federazione, l’iter di approvazione di tali modalita’, nonche’ le regole per l’accesso alle strutture di governance, da riservare comunque a componenti delle strutture di governance delle istituzioni che si federano.

I fondi risultanti dai risparmi prodotti dalla realizzazione della federazione o fusione degli atenei possono restare nella disponibilita’ degli atenei che li hanno prodotti, purche’ indicati nel progetto e approvati, ai sensi del comma 4, dal Ministero”, si legge nel testo della riforma Gelmini.


Il progetto di federazione dopo essere stato deliberato dai competenti organi di ciascuna delle istituzioni interessate (in questo caso Dante Alighieri e Università Mediterranea), e’ sottoposto per l’approvazione all’esame del Ministero, che si esprime entro tre mesi, previa valutazione dell’ANVUR e dei rispettivi comitati regionali di coordinamento.

Ai microfoni di CityNow, il presidente del cda della Dante Alighieri Piero Aloi spiega.

“Abbiamo deliberato all’unanimità la richiesta di federazione all’Università Mediterranea, il passo successivo adesso è l’approvazione o meno da parte loro. Chiusura definitiva alle proposte di acquisto delle università private? Adesso la strada principale è quella pubblica, intrapresa con la richiesta deliberata nell’ultimo cda.

Non dovesse concretizzarsi la federazione con la Mediterranea si potrebbe tornare alle trattative con i privati ma non toccherebbe in ogni caso a noi decidere in merito, ma ad un altro organo”.

Sui corsi di lingua italiana per stranieri, Aloi non ha dubbi. Sono salvi, anche per l’estate 2023. ‘Sono la nostra mission principale, non ci sono dubbi riguardo la loro prosecuzione’.


Si attende con ansia dunque il parere dell’Università Mediterranea, responso fondamentale prima di portare la possibile federazione all’attenzione nazionale dell’Anvur  (Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca) che si dovrà a sua volta esprimere in merito.

Non è casuale ma strategico il silenzio scelto negli ultimi giorni dal Rettore della Università Mediterranea, Giuseppe Zimbalatti, il quale preferisce non sbilanciarsi al momento su quelle che saranno le decisioni dell’ateneo reggino sulla federazione e la successiva concreta fattibilità dell’operazione.

Il debito della Dante Alighieri, secondo quanto trapela, supererebbe i 2 milioni di euro, con circa la metà relativa alla gestione corrente. Un buco che, in ottica di salvataggio e rilancio dell’università per stranieri, deve essere ripianato.