Le vergogne per una partita di calcio: la denuncia della moglie del tecnico Grassadonia

Lunedi si gioca Pescara-Salernitana: la moglie e la figlia aggredita, del tecnico vivono a Salerno. Dura nota del club granata

Gianluca Grassadonia, tecnico dell’ormai retrocesso Pescara, insieme alla sua famiglia sta vivendo giorni terribili che nulla hanno a che fare con il mondo del calcio. Minacce e addirittura aggressioni a Salerno, città dove vive la famiglia dell’allenatore a scopo intimidatorio visto che lunedi si gioca il match tra il Pescara e la Salernitana con quest’ultima che in caso di vittoria otterrebbe la promozione diretta in serie A. Il club del presidente Lotito con un comunicato abbastanza duro, ha giustamente condannato l’episodio:

Il comunicato della Salernitana

“L’U.S. Salernitana 1919 stigmatizza e condanna i comportamenti intimidatori ed offensivi messi in atto in queste ore da qualcuno nei confronti dei familiari dell’allenatore del Pescara Calcio, il signor Gianluca Grassadonia. Una partita di calcio, pur se importante e decisiva, resta tale e non può scatenare simili manifestazioni di violenza verbale. Tutto deve restare nell’ambito della vicenda sportiva e sul rettangolo di gioco. Purtroppo, questa è anche la conseguenza di un clima costruito ad arte per generare odio da personaggi di basso calibro che puntualmente pubblicano sul web false notizie. Ci risulta, infatti, da fonti certe che il signor Grassadonia nella sua conferenza stampa non abbia mai fatto alcun riferimento alla Salernitana né parlato della gara in programma lunedì. Purtroppo, mentre l’U.S. Salernitana 1919 compie il suo massimo sforzo per provare a raggiungere uno storico obiettivo e regalare un’immensa gioia ai suoi tifosi c’è ancora chi infanga il nome del club e della città con manovre subdole ispirate da interessi meramente personali”.

La denuncia su facebook di Annabella Castagna

“Dopo cinque giorni di minacce e insulti dirette alla nostra famiglia, la follia consumatasi questa sera è intollerabile. Nostra figlia, appena diciottenne, è stata minacciata e aggredita con spintoni e calci affinché il papà capisca…. Tutto questo per una partita di calcio. Ci auguriamo che questi criminali, ben lontani dall’essere tifosi, vengano identificati al più presto, anche perché questa è la prima volta in cui il bersaglio della violenza è stato un componente della nostra famiglia. Ringraziamo tutti coloro che ci hanno mostrato solidarietà in queste ore così tristi e concitate, ma ci sembra chiaro, ora più che mai, che la nostra vita continuerà lontano da Salerno. Ci auguriamo che civiltà e rispetto possano divenire prerogativa di tutti”.