Donne d’ingegno: le storie di Lilian Moller Gilbreth e Alice Constance Austin

Rubrica a cura di AIDIA (Associazione Italiana Donne Ingegneri e Architetti) Sez. Reggio Calabria - Commissione Cultura

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La rubrica che ospitiamo sulle nostre pagine, a cura di AIDIA Reggio Calabria – Commissione Cultura, si arricchisce di un nuovo capitolo dedicato a due ritratti dal mondo dell’ingegneria e dell’architettura. Lilian Moller Gilbreth e Alice Constance Austin, due donne straordinarie il cui genio, diverso ma parimenti rivoluzionario, ha cambiato per sempre l’attuale visione domestica dell’abitare.

L’ing. Caterina Fortebuono e Arch. Elisa Crimi, socie AIDIA RC ci presentano, da epoche lontanissime, le storie di due pioniere.

LILIAN MOLLER GILBRETH

Vivere… efficientemente!

LILIAN MOLLER GILBRETH

Nata nel 1878 a Oakland, in California, crebbe in una famiglia benestante, primogenita di nove figli, lottò per avere un’istruzione, ottenendo la sua laurea, poi un master e un dottorato in psicologia industriale e ingegneria, campi ritenuti “inadeguati” per una donna di quel tempo.

Nel 1904 sposò Frank Gilbreth, un uomo che l’amava, che riconosceva la sua intelligenza e che la trattava come partner intellettuale alla pari. Pionieri dello studio del “tempo e del movimento”, divennero una coppia leggendaria, cercando soluzioni per rendere i processi industriali più efficienti, ridurre gli errori umani e migliorare la sicurezza e la soddisfazione dei lavoratori.

Alla morte di Frank Lilian si reinventò divenendo la prima donna professoressa di ingegneria alla Purdue University e nel 1965 la prima donna eletta all’Accademia Nazionale di Ingegneria, un traguardo incredibile. Lilian però non si fermò, la sua vera forza stava nell’applicare le sue idee per migliorare la vita di tutti, tanto da portare le sue ricerche a soluzioni pratiche che aumentavano la produttività e rispettavano la salute e il benessere dei lavoratori.

Suo il “triangolo di lavoro”, una rivoluzione in cucina che riduce i movimenti e migliora l’efficienza dei cuochi. Ancora oggi, in ogni cucina progettata ergonomicamente si respirano i suoi principi.

La sua eredità è la sua filosofia: il design deve servire le persone. L’efficienza deve ridurre la sofferenza, non aumentarla. Una buona ingegneria rende la vita più umana, non meno….

Morì a Phoenix nel 1972 e negli Stati Uniti, nel 1984, le dedicarono un francobollo in onore del suo genio. Oggi pochi sanno che dietro il comfort e l’efficienza che diamo per scontati, c’è il lavoro di una donna che ha cambiato per sempre il nostro modo di vivere e lavorare.

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ALICE CONSTANCE AUSTIN

Una rivoluzione domestica

ALICE CONSTANCE AUSTIN

Tra le 50 donne più influenti e visionarie dell’architettura del Novecento, Alice Constance Austin è stata un’utopista americana, architetto e designer, urbanista socialista, femminista, che ha fatto dell’utopia urbana uno strumento per l’emancipazione femminile.

Il suo contributo più significativo, il progetto per la colonia di Llano del Rio, in California, (1914-1917) rappresentava molto più di una soluzione urbanistica: era un manifesto politico che tramite l’approccio visionario di Austin metteva in discussione la storia patriarcale dello status sociale. Una città capace di trasformare la vita delle donne, dando risalto al principio fondamentale di pari opportunità; una città all’avanguardia basata su ciò che venne definito quale “domestic revolution”: l’abitazione diventa laboratorio di equità aprendo alle donne spazi nella sfera lavorativa.

Ispirandosi al modello della Garden City, elaborò una versione radicalmente innovativa di urbanistica sociale. L’elemento centrale della sua proposta è l’adozione di abitazioni “senza cucina”, integrate da infrastrutture collettive e tecnologie valorizzate quali alleati dell’uguaglianza e della libertà. Una rivoluzione domestica in cui ogni aspetto era pensato per favorire comunità, mutualismo, condivisione, e soprattutto emancipazione.

Le sue idee oggi risuonano come precorritrici di tematiche contemporanee: welfare urbano, abitazioni accessibili, inclusione sociale.

La sua figura emerge oggi come una fonte d’ispirazione attuale, Austin ci ha regalato l’idea, potente, che cambiare lo spazio equivale a cambiare il destino.