Il dr.Angelo Vazzana pubblica “Fenomeni naturali e Miti nell’Area dello Stretto”


Martedì 13 Dicembre 2016 alle ore 17,00 presso Il Salone dell’ Editore Gangemi in Roma di via Giulia , 142 si terrà la presentazione nazionale del Libro:

“Fenomeni naturali e Miti nell’Area dello Stretto – Skylla e Cariddi negli Autori reggini dell’Odissea”

del dr. Angelo Vazzana (Direttore Museo di Biologia Marina e Paleontologia di Reggio Calabria – www.museopaleomarino.org (MBMPRC).

con l’intervento programmato del Prof. Ing. Giuseppe Imbesi già Ordinario di Urbanistica, Tecnica e Pianificazione Territoriale dell’ Univ. La Sapienza di Roma.

Recensione al libro
Dopo la pubblicazione sulla Biodiversità marina dell’Area dello Stretto (2011), per completare e magnificare l’Unicità naturalistica internazionale di quest’Area, l’autore dr. Angelo Vazzana, in continuità e per l’esperienza acquisita, ha voluto descrivere i peculiari e singolari fenomeni che si manifestano in questa regione al centro del Mediterraneo.

Iniziando dall’idrodinamismo, “cuore pulsante” per la vitalità del Mare tra le Terre, descrive i meccanismi, le dinamiche, gli effetti fisici, climatici, paesaggistici, ecologici e della biodiversità ai diversi livelli.

Le manifestazioni meteoclimatiche nell’Area comprendono questo tratto di mare quale laboratorio naturale estemporaneo per lo studio del moto ondoso;

la temperatura delle acque marine determina la brezza costante che caratterizza il microclima per lo sviluppo ottimale dell’oro verde del bergamotto;

il fenomeno della Fata Morgana;

il fenomeno della nebbia dello Stretto detto la Lupa;

i venti meridionali che portano la pioggia di sangue; i venti settentrionali che protendono il ponte di nuvole con la Sicilia;
l’aureola boreale nella luminosità dei tramonti;

il paesaggio che si arricchisce di uno skyline con il profilo del vulcano attivo dell’ Etna e con le sue manifestazioni effusive ed eruttive come la pioggia nera o le nuvole dette della Contessa.

Seguono i fenomeni naturali della Diversità Biologica marina: Lo spiaggiamento della fauna abissale dall’ Area marina dello Stretto sulla Spiaggia degli Abissi di Pezzo-Cannitello; l’evento annualmente onorato e celebrato dell’Abyss Day;
la Spiaggia Blu per la presenza massiva della Velella v.(barchetta di san Pietro) e del mollusco natante Janthina p. e la loro interazione biologica.
Dei peculiari fenomeni naturali, l’autore ha approfondito le proprie ricerche su questi argomenti per divulgare e storicizzare i vari eventi, giungendo alla fonte storica più classica e internazionale della loro descrizione nei versi dell’Odissea.

Rivisitando quest’opera, con l’esperienza della proprie conoscenze di ricercatore scientifico sul territorio e in particolare di biologia marina, ho individuato nel viaggio di Odisseo nel Mediterraneo attraversando l’Area dello Stretto, espressa nella forma retorica allegorica, una corrispondenza puntiforme dei luoghi dell’Area dello Stretto e dei fenomeni peculiari anche fra quelli meno evidenti di questo territorio.

I più noti luoghi che esistono dal toponimo borgo di Scilla al mito di Skylla: dai tre file di denti ai tre monoliti sommersi oggi ricoperti da foreste di gorgonie-coralli colorati antistanti la Rupe (i Denti di Skylla).

La rappresentazione del pericolo alla navigazione degli scogli presso la Rocca è simboleggiata da voraci teste canine dai denti aguzzi sopra lunghi colli come dei draghi marini dai piedi tentacolari come vuole la legenda. Nella descrizione allegorica, si raffigura una mostruosità marina stilizzata e simbolicamente tratta dal pesce abissale drago di mare (Chauliodus skyllae) serpentiforme e da file di denti affilati fuori dalle fauci.
Nella legenda il confronto tra il veleno deturpante versato dalla maga Circe nelle acque di Scilla è da riferire alle attuali numerose presenze nelle acque dello Stretto, veicolate dalle correnti, delle urticanti tentacolari meduse (Pelagia noctiluca).

La rappresentazione di Skylla come drago marino si nota nei mosaici di Kaulon-Monasterace e nella ceramica artigianale locale calabrese c’è un soggetto-contenitore che richiama Skylla e Cariddi.

La descrizione allegorica nell’opera dell’altra mostruosità-pericolo delle forti correnti alternate 4 volte giornalmente della Cariddi (tre volte vomita e risucchia), viene descritta accanto a Skylla per la formazione dei vortici formati dallo sbarramento degli scogli emergenti all’epoca.

Oggi i vortici della Cariddi sono solo visibili sulla costa calabra a Punta Pezzo specie nei giorni di novilunio(es. 30/11/2016 a Punta Pezzo h 11,00) e plenilunio quando sono più intense le correnti marine. A questi è da associare il fruscio o il suono dello scorrere del flusso contro la scogliera e la loro rappresentazione nelle sirene come arpie o grandi uccelli dal volto femminile che trovano il loro simbolismo nella presenza attuale dei diversi cormorani che attendono sugli scogli di Punta Pezzo la risalita dei pesci abissali ( v. Abyss Day).

Gli esempi o i confronti allegorici nell’ Odissea sono molteplici per citarne altri come la descrizione della fata morgana si ritrova nell’opera nella descrizione della reggia di Alcinoo.
I resti degli organismi della spiaggia blu sono descritti in un verso del XII libro e nella Metamorfosi di Ovidio come i più noti miti già citati. I Ciclopi o giganti con un occhio solo sono da confrontare con i teschi fossili, ritrovati alle falde dell’ Etna di elefanti nani.

Una rappresentazione così circostanziata e doviziosa anche se in forma retorica di luoghi, fenomeni ed eventi che riguardano il territorio di cui mi interesso per le mie ricerche scientifiche qual’è l’Area dello Stretto, in una opera classica che ha avuto la prima stesura nel VI sec. a.C., non poteva essere che opera di un autore colto, conoscitore di questi luoghi e vissuto le vicende storiche e politiche di quel tempo in questi territori.
Questa interpretazione dell’opera promuove delle riflessioni rivolte a sviluppare una più attenta rivisitazione delle opere fin ad oggi attribuite ad un personaggio e che molti critici, letterati in passato ne hanno fatto una questione omerica a più interpretazioni e senza soluzione.

Di recente alcuni Critici e filologi hanno rivalutato il ruolo nella stesura in prosa delle più importanti opere classiche universali dell’Iliade e dell’Odissea da parte di Teagene di Reggio (VI sec. intorno al 529 a. C.) e nella sua opera di revisione e trasmissione delle stesse da parte di Lico e suo figlio adottivo Licofrone di Reghion (fine IV sec. a.C.).

Continuando la mia ricerca divenuta storico-letteraria e di cui avevo precedentemente degli indizi ho individuato nel prof. Mosino (1961), prof. Presta (1969), prof. Zumbo (2004), filologi e docenti di materie classiche, degli articoli a stampa che mettevano in luce l’opera di Teagene di Reggio quale esegeta e primo critico dei poemi omerici. Seguendo il percorso e le fonti storico-letterarie della versione o prima stesura commissionata dal tiranno di Atene, Pisistrato e dal successore figlio Ipparco a Teagene di Reggio e dal ruolo che l’autore reggino ha dato nell’ Odissea a Pisistrato nonché al dato più importante che il nostro autore ha fatto navigare Odisseo nell’Area marina al centro del Mediterraneo per descrivere metaforicamente le unicità dei luoghi, delle genti e dei fenomeni dell’Area dello Stretto di Skylla e Cariddi.

Il ruolo e l’opera di Lico e del figlio adottivo Licofrone sono ben documentate nel capitolo della pubblicazione della Prof.ssa G. De Sensi (2013, Univ. di Cosenza).

La più antica statua o busto marmoreo raffigurante il personaggio omerico e portata in Grecia per le olimpiadi fu scolpita a Reghion (V sec. a.C.) ma chi raffigurava realmente? probabilmente Teagene.
La conferma che Teagene è l’Autore della versione dei più noti poemi universali pervenuti e tradotti dal greco antico in tutte le lingue sino ai nostri giorni e ai quali molti autori classici e più recenti si sono ispirati, è nella recentissima monografia edita nell’ aprile 2015 da parte della prof.ssa Francesca Biondi e dai suoi collaboratori del Dipartimento Studi Umanistici dell’Univ. della Calabria, dal titolo di ben 140 pg.

Una minuziosa, completa analisi letteraria commentata delle poche Testimonianze (T1 – T5) che delineano l’attività e l’opera di Teagene di Reggio (in auge tra il 529 e il 522 a.C.) definisce il ruolo di Teagene non solo rapsodo ma soprattutto Interprete (cioè inserito e rappresentante del personaggio allegoricamente denominato “Omero”).

Questa mia nota vuole mettere in evidenza e promuovere l’unicità e l’universale naturalità dell’Area dello Stretto di Skylla e Cariddi, con la sua peculiare conformazione fisiografica, con il suo cuore perennemente pulsante al centro del Mediterraneo, con la sua eccellente Diversità Biologica, con i suoi tipici scenari e fenomeni naturali ancora immutati da tremila anni e visibili attualmente.
Tutto ciò possa essere utile a valorizzare questi autori classici di Reggio Calabria e collocarli nella giusta dimensione storico-letteraria poichè ci hanno lasciato importanti opere sulle quali abbiamo studiato e contribuito alla formazione della nostra cultura e civiltà.

Un ulteriore contributo può essere fornito a promuovere il percorso virtuoso a far riconoscere l’Area dello Stretto quale patrimonio universale UNESCO.

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