È morto uno dei più importanti intellettuali e scrittori italiani del Novecento

SPETT.UMBERTO ECO A NAPOLI (SUD FOTO SERGIO SIANO)


Nella serata di ieri è morto uno dei più importanti intellettuali italiani del Novecento. Umberto Eco era nato ad Alessandria il 5 gennaio 1932.

Quando era già noto in Italia per il suo lavoro di studioso e linguista diventò famoso in tutto il mondo nel 1980 grazie al romanzo Il nome della Rosa.

Nel 1988 Umberto Eco pubblicò Il pendolo di Foucault, un altro bestseller mondiale. La sua attività di intellettuale e studioso era iniziata però molto prima, già negli anni Cinquanta.

Nel 1961 Umberto Eco pubblicò Diario minimo che conteneva il saggio,“Fenomenologia di Mike Bongiorno”, in cui Eco spiegava che il motivo del successo del conduttore stava nella sua capacità di corrispondere e interpretare la medietà umana: e la capacità di affrontare seriamente e scientificamente un tema così “pop” divenne un tratto ammiratissimo della sua opera.

Nel 1964 uscì Apocalittici e integrati: il titolo della raccolta fu scelto dall’editore Bompiani, mentre in un primo tempo Eco aveva scelto Forma e indeterminazione nelle poetiche contemporanee. Anche in questa raccolta di saggi, Eco analizzava il rapporto tra cultura di massa e cultura cosiddetta colta, riprendendo le teorie sulla cultura bassa, media e alta espresse da Dwight Mac Donald nel 1962 nel saggio Against the American Grain: Essays on the Effects of Mass Culture.

Nello stesso periodo Umberto Eco cominciò a interessarsi di semiotica, materia che insegnò all’università di Bologna a partire dal 1965, anche da direttore dell’Istituto di Comunicazione e spettacolo del DAMS. All’insegnamento universitario e all’attività di studioso, Umberto Eco affiancò per molto tempo la collaborazione con i giornali, iniziata nel 1955 su L’Espresso, dove negli ultimi trent’anni ha tenuto la rubrica “La bustina di Minerva” sull’ultima pagina del giornale: la rubrica si occupava di politica, libri, cinema, fumetti con una libertà e una curiosità inizialmente insoliti per un intellettuale italiano.

Per Umberto Eco il lavoro intellettuale – ed è stato questo a renderlo unico rispetto agli altri studiosi della sua generazione – non poteva essere confinato in alcuna specializzazione. Eco voleva specializzarsi in tutte le discipline del sapere o almeno nel maggior numero possibile, non avendo paura di esprimersi sulla cultura in ogni sua forma, dalla televisione, al fumetto, dalla filosofia medievale alla letteratura contemporanea, dalle canzoni alla semiotica alla politica. Per esempio Eco firmò delle lettere aperte già sul caso Pinelli – l’anarchico morto precipitando da una finestra della questura di Milano nel 1969 – autodenunciandosi per solidarietà con il giornale Lotta Continua che accusò la polizia, mentre negli ultimi anni schierandosi su posizioni fortemente antiberlusconiane (fu tra i fondatori del movimento di intellettuali antiberlusconiani Libertà e Giustizia).

Nell’ottobre scorso Umberto Eco era stato tra i fondatori della Nave di Teseo, la casa editrice nata dall’uscita della direzione editoriale di Bompiani dopo l’acquisizione del gruppo RCS Libri da parte di Mondadori. Il nuovo libro di Umberto Eco dovrebbe essere tra i primi a uscire per la nuova casa editrice, che incomincerà a pubblicare in primavera.
Umberto Eco aveva una casa piena di libri ed era dotato di una memoria prodigiosa. Era un erudito e uno studioso, ma questo non gli ha impedito di essere divertente e curioso e di provare, sempre, a capire quello che gli succedeva intorno.