Emergenza rifiuti, la lezioncina di Falcomatà in Consiglio: ‘Sull’ambiente sento parlare a muzzo’

Milia (FI) chiede il commissariamento del settore. Il primo cittadino: “Sapete cos’è il ciclo integrato dei rifiuti?”

“Sull’ambiente e sui rifiuti, io sento parlare a muzzo”. Questa frase, pronunciata dal sindaco Giuseppe Falcomatà durante il suo intervento negli ormai famigerati preliminari del Consiglio comunale, ha fatto subito capire quale sarebbe stato il tenore dello stesso, con riferimento all’emergenza rifiuti che si fa sempre più pressante in città.

Il primo cittadino ha scelto una linea di chiarezza che a tratti è apparsa alla minoranza come una sorta di lezioncina – è la considerazione di Minicuci – servita anche a ridimensionare la portata delle proteste dalla minoranza che non va oltre la denuncia, a volte anche eclatante quanto sterile.

D’altra parte, Falcomatà, ripete come un mantra che le responsabilità sono da condividere anche con altri enti, in primis la Regione, se è vero come è vero che si chiama ciclo integrale dei rifiuti. Ma mentre in passato i toni erano in qualche modo influenzati da una perenne campagna elettorale, oggi è in atto una interlocuzione con la Cittadella che l’amministrazione – è il ragionamento di Falcomatà – sta provando a portare a termine con risultati positivi, non alzando i toni, nonostante sullo sfondo ci siano le elezioni regionali.

La richiesta di Forza Italia

La questione dei rifiuti è stata introdotta nei preliminari dal capogruppo di Forza Italia, Federico Milia, che ritiene doveroso invitare il sindaco a unirsi alla richiesta di commissariamento del settore rifiuti avanzata dagli azzurri.

“La situazione è ormai fuori controllo, nonostante il lavoro immane dell’assessore Brunetti. È arrivato il momento di alzare le mani e dire che non ci sono più le capacità per far fronte a questa situazione”.

Una prima risposta l’ha fornita Armando Neri che chiede a Milia a quale settore si riferisce quando parla di Commissariamento – “a quello ambiente della Regione” aggiunge Neri – domandandosi se si conosce il funzionamento del ciclo dei rifiuti in Calabria. Per lui gran parte della responsabilità, di una emergenza su cui non dovrebbe esserci battaglia politica, sono in capo alla Regione che non ha predisposto gli strumenti di programmazione finalizzati a rendere disponibili gli spazi nelle discariche per conferire gli scarti.

“A fare demagogia, a portare i sacchetti in piazza a fare scene teatrali siamo bravi tutti. Ritengo che i cittadini si aspettino su temi come questo, da tutti noi, un atteggiamento responsabile, all’altezza del ruolo che ci è stato conferito. Non è accettabile che venga travisata la realtà dei fatti mortificando il lavoro di tanti dipendenti, assessori e sindaco. Piuttosto che cavalcare la tigre della rabbia, del disagio e della tensione, che poi può sfociare in comportamenti poco consoni nei confronti delle istituzioni, dovremmo lavorare congiuntamente per far sì che il problema venga superato. Ci sono responsabilità trasversali a vari livelli istituzionali e chi non le vede vuol dire che strumentalizza il problema”.

Parole che però non hanno convinto l’azzurro Antonino Maiolino che afferma senza mezzi termini che

“la responsabilità dell’emergenza in atto è di questa amministrazione comunale, e non si può demandare ad altri”.

Maiolino allo stesso tempo rivendica la presentazione di una mozione e di un ordine del giorno sul tema, respinti dalla maggioranza.

“La città è sporchissima, la periferia è discarica del centro storico. La città ha bisogno di fatti. Bisogna unire le forze sui grandi problemi. Il sindaco da solo non potrà mai risolvere il problema. Noi oggi siamo qui per dire che siamo pronti anche a protestare contro altri enti, accanto al sindaco. Ma voi assumetevi le vostre responsabilità e accettate le critiche”.

Nicola Malaspina dal canto suo sottolinea che “la verità ha mille volti” da ritrovare nella gestione del ciclo integrale dei rifiuti le cui competenze dal 2020 sono in capo alla Città Metropolitana. Parla quindi di problema atavico diventato emergenza e sui cui non ci si può deresponsabilizzare. “L’opposizione – dice – ha cercato di proporre non solo di criticare, eppure …”

Lingua lunga e memoria corta

Il dibattito sviluppatosi nei preliminari ispira il sindaco Falcomatà che cita la strofa di una canzone – “Ci salveremo anche questa volta con la lingua lunga e la memoria corta” – richiamando la situazione denunciata anche dall’Ato Cosenza e dal suo presidente, Manna, sindaco di Corigliano.

“Noi ci confrontiamo con le altre province per trovare una soluzione, ma oggi quali sono le proposte che sono emerse? Una commissione? Un tavolo tecnico? Le buste in piazza?”

Il primo cittadino poi con una lunga teoria di domande retoriche interroga la minoranza su dati tecnici e diverse fasi del ciclo idei rifiuti. Una parentesi che gli serve per sostenere che gli aspetti tecnici bisogna conoscerli per approfondirli.

“Sapete le competenze del Comune, della Città Metropolitana e della Regione? Il Comune raccoglie, la Città metropolitana organizza gli spazi negli impianti di trattamento dei rifiuti rispetto alle quantità individuate dal gestore, e poi la Regione deve trovare gli spazi per le discariche: questo è il ciclo integrato dei rifiuti”.

Falcomatà ricorda che sono 130 le tonnellate di rifiuti prodotte dalla città in un giorno, una parte vanno all’impianto di trattamento di Sambatello che lavora il rifiuto: quello che non si può recuperare si chiama scarto. Lo scarto va in discarica, ma se la Calabria non ha discariche il problema è dove portare questi scarti, che fino a quando non sono smaltiti mandano in sofferenza anche la raccolta. Di conseguenza, è la Regione che indica dove portare gli scarti.

Il sindaco evidenzia come in questi giorni sarebbe stato facile attaccare la Regione, ma siccome c’è una interlocuzione in corso e considerato che “è un problema dal quale dobbiamo uscirne tutti insieme” aggiunge: “Con la Regione ci stiamo confrontando ma l’amministrazione non sta alzando i toni”.

Poi con lo sguardo rivolto alle prossime regionali, parla di interferenze di carattere elettorale.

“La Regione ha garantito la possibilità di portare 120 tonnellate al giorno di scarti a Lamezia. Il problema sono le discariche di servizio. La città metropolitana le ha individuate e la città metropolitana agisce solo dopo l’ordinanza della Regione. Non posso aprirla io la discarica di Melicuccà. Gioia Tauro invece è impianto strategico regionale e né comune né Città metropolitana hanno competenza. È un ciclo integrato anche rispetto alle responsabilità di ognuno. Se invece vogliamo fare demagogia, polemica, e articoli sui giornali perché qualcuno si candida alle regionali, allora portiamo le buste a Piazza Italia”.

Rispetto al bando della raccolta, Falcomatà prova a tranquillizzare tutti, sottolineando come questo percorso lo si sta portando avanti con Procura e Prefettura.

“Si è scelto di fare un percorso di pre informazione alle ditte. Sono state mandate le lettere d’invito e le procedure stanno andando avanti. La narrazione sbagliata è che il porta a porta non funziona. Il nuovo bando prevederà dei correttivi. Per quanto riguarda i roghi che ci sono in città – ha aggiunto – che sono principalmente roghi che riguardano ingombranti, siamo andati a verificare il perché succedono queste cose, e vi garantisco che non succedono a caso. Siccome noi ci prendiamo le nostre responsabilità, allo stesso tempo siamo parte lesa rispetto a chi brucia frigoriferi e ingombranti, agendo nelle sedi opportune”.