Esordisce al 'The Modernist' la promettente autrice Valentina Farinaccio

Valentina Farinaccio: “La strada del ritorno è sempre più corta”. Luci soffuse, una chitarra a far da accompagnamento e fiumi di parole. Questi i fattori salienti della presentazione del libro della Farinaccio tenutasi nel pomeriggio…

Come ogni domenica Citynow vi propone un libro da leggere.

Questa settimana, a far da protagonista è il libro dell’esordiente autrice Valentina Farinaccio: “La strada del ritorno è sempre più corta”.

Luci soffuse, una chitarra a far da accompagnamento e fiumi di parole. Questi i fattori salienti della presentazione del libro della Farinaccio tenutasi nel pomeriggio di ieri al “The Modernist”.

Un ambiente alternativo, con vista sulla strada ideale per estraniarsi dai rumori caotici del centro, ma rimanere allo stesso tempo in contatto con la realtà. The Modernist è stato il luogo perfetto per la presentazione di una storia commovente e divertente, affascinante e travolgente, dal sapore dolce, ma dal retrogusto amaro.

Ad introdurre Josephine Condemi, che con le sue parole è riuscita a far entrare i partecipanti nel vivo di una storia non semplice da commentare. “Il piccolo miracolo di questo volume è proprio la leggerezza con cui vengono trattati temi che invece risultano spesso pesanti.”

La strada del ritorno è sempre più corta racconta la storia di un’assenza. Una mancanza, che solo chi l’ha vissuta può capire. La perdita di un uomo che era allo stesso tempo padre, marito e figlio.

“L’estate più bella è stata quella in cui mio padre morì. Avevo 5 anni e l’ho passata guidando un tir. Nonno mi metteva sulle sue ginocchia, mi metteva le mani sul volante e copriva le mie mani con le sue, grandi come ventagli. Venti dita che diventavano dieci, una strana somma che diminuiva il numero.”

Un incipit, questo, da cui scaturisce magia allo stato puro e che narra i primi passi di una bambina nel mondo reale, e allo stesso tempo il rapporto idilliaco e il viaggio da favola con il nonno.

Una saga familiare, narrata da tre diversi punti di vista quelli di Vera, Lia e Santa, rispettivamente la figlia, la moglie e la madre di Giordano Lorenzini. Sembra quasi paradossale che siano tre donne a raccontare la storia, e che poi il protagonista sia un uomo. O forse è solamente una conseguenza naturale?

Un uomo che ha una libreria, ma che è talmente tanto attaccato ai suoi libri che quasi storce il muso davanti ai clienti pronti a separarlo dai suoi amati.

La Strada del ritorno è sempre più corta

Il romanzo di Valentina Farinaccio non narra però solamente l’assenza, ma anche l’amore. Uno in particolare, quello tra Giordano e Lia.

“Giordano Lorenzini pareva nato apposta per scardinare le mie convinzioni. Io che trovavo la gente sempre così poco interessante, stavo con lui giornate intere senza stancarmi mai. […] Giordano Lorenzini era breve come una poesia breve, non fingeva, non dava spiegazioni, non si dilungava, mai. E io che lo odiavo per quel suo modo scontroso di dire la verità, di usare le parole esatte, di correggere gli altri, di sorprendere e deludere continuamente, per quelle stesse ragioni lo amavo, e lo amavo sempre di più, sconvolta dal miracolo di un amore che non passava o scompariva anzi aumentava e traboccava dai lati. Giordano Lorenzini non mi passò mai, si infilò nella mia vita con l’eleganza muta di un acrobata esperto, facendo sembrare comodo l’impossibile. Poi mi si mise a sedere accanto e non se ne andò più.”

La stesura della storia di questa famigliadisciplinatamente smembrata” comincia nel 2010 e si conclude l’anno successivo. Il libro però è stato pubblicato solamente quest’anno, viene quasi spontaneo chiedersi che fine aveva fatto la storia in tutto questo tempo?

L’autrice svela che subito dopo aver concluso la sua opera è iniziato un nuovo cammino, quello della lettura, rilettura, revisione e aggiornamento, perché secondo lei: “Le cose nella vita vanno lasciate un po’ decantare.” Durante questo lavoro si è infatti resa conto che, all’interno della sua opera, la cosa più moderna ad esser stata citata erano gli sms.

Il concetto base del libro è: il fare finta di niente. Cercare le strade possibili per evitare il dolore.

Valentina Farinaccio afferma: “Le donne di questo romanzo in un modo goffo divertente e disordinato fanno continuamente finta di niente fino a quando arriva un momento in cui devono guardare in faccia la realtà e raccontarsi la verità su quanto successo tanti anni prima.”

Un percorso, una strada in questo caso, che nell’opera viene narrata passo passo e in cui è possibile notare la veridicità nascosta nel titolo scelto. La strada dell’andata, di questo viaggio, dura infatti 25 lunghi anni, mentre quella del ritorno solamente pochi giorni.

“La frase rispecchia una percezione che tutti possono avere, nel momento in cui si compie un viaggio, la strada dell’andata risulta sempre essere più lunga, mentre al ritorno tutto sembra infinitamente più breve, riconosciamo i paesaggi, conosciamo già la nostra destinazione. E’ dunque l’ignoto che allunga la strada.”

La presentazione del libro è stata inoltre accompagnata dalle note di Erica Mou, grande amica dell’autrice e cantautrice meravigliosa, che in un pomeriggio di luglio ha regalato a questa promettente autrice la colonna sonora perfetta per il suo libro, che si intitola appunto “La strada del ritorno è sempre più corta”. Una canzone che prende in prestito le parole del romanzo e le trasforma in sinfonia che fa battere il cuore del lettore.  

I presenti hanno inoltre avuto la possibilità di conoscere a pieno la musica di questa giovane promessa della musica italiana, che ha allietato la serata con altre sue canzoni e con aneddoti di vita che hanno sicuramente conquistato anche i più scettici.

La strada del ritorno è sempre più corta è un titolo emblematico ma che racchiude in sé un grande significato che è al contempo la “morale” di quest’opera. Possiamo infatti scappare dal nostro passato, dai nostri dolori, dai fallimenti, da tutto quello che non ci piace, ma arriva sempre un momento in cui “ci viene presentato il conto” e ritornare diviene inevitabile.

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