L'app che invecchia il viso diventa virale, Codacons: "Attenti alla privacy"

"La sicurezza di milioni di cittadini potrebbe essere a rischio". La nota del Condacons sulla moda del momento, FaceApp

FaceApp, la popolare app che invecchia il viso e che è diventata oramai la moda dell’estate, finisce all’attenzione del Garante per la Privacy.

Il Codacons, sollevando dubbi in merito al trattamento dei dati personali degli utenti, ha deciso di presentare un esposto all’autorità garante affinché avvii una indagine sull’applicazione.

“Questo apparentemente innocuo tormentone estivo rischia di nascondere un traffico, potenzialmente pericoloso, di dati sensibili – spiega l’associazione – L’applicazione del momento non è un’appendice di Facebook, come il nome lascerebbe supporre, ma è di proprietà di un’azienda russa con sede a San Pietroburgo, ed esaminando il documento relativo al trattamento dei dati sorgono seri dubbi sul loro utilizzo e sul rispetto della riservatezza degli utenti. Si tratta di un documento che, purtroppo, i cittadini non leggono, smaniosi di vedere subito la loro immagine trasformata”.

Il Codacons denuncia:

La società ci chiede di autorizzare a “condividere i contenuti e le informazioni degli utenti con le aziende che fanno parte del gruppo di FaceApp”: praticamente il rischio è di regalare a questa azienda russa milioni di dati personali – come le nostre impronte digitali e le immagini per il riconoscimento facciale, dati tramite i quali veniamo identificati e che, con le più moderne tecnologie, possono essere usati anche per disporre pagamenti – e che potrebbero magari essere immessi sul mercato o utilizzati per fini commerciali.

Per tali motivi il Codacons invita alla cautela gli utenti dei social e ha deciso di presentare un esposto al Garante per la privacy affinché apra una indagine su questa vicenda che mette a rischio la sicurezza di milioni di cittadini italiani. L’associazione invita anche Facebook a dare informazioni ai propri utenti per evitare l’insorgere di confusione relativamente al nome dell’app che potrebbe essere scambiata per una funzione del noto social network.