Falsi bilanci all'ASP di Cosenza, storia di un disastro annunciato. Morra: 'Meglio tardi che mai'

L'azienda sanitaria dovrebbe aver accumulato un debito di oltre mezzo miliardo. La denuncia del Presidente della Commissione parlamentare Antimafia

L’operazione “Sistema Cosenza“, della Procura della Repubblica della provincia calabrese ha rivelato un altro giro del malaffare riguardante la sanità nella regione meridionale. Contestati i reati di abuso di ufficio e falso in atto pubblico nei confronti di 15 dirigenti e funzionari dell’azienda sanitaria provinciale e della Regione Calabria. Notificati, inoltre, 6 divieti di dimora e 9 inviti a rendere interrogatorio.

La triste vicenda non poteva non far discutere il Presidente della Commissione parlamentare antimafia che, dopo poche ore dall’annuncio dell’operazione, ha immediatamente esposto le sue riflessioni.

Operazione “Sistema Cosenza”: le parole di Nicola Morra

nicola morra

In un post su Facebook, Nicola Morra ha riportato in parte le parole del Procurato che, nella giornata di ieri, ha puntato i riflettori sulle attività svolte all’interno dell’ASP di Cosenza:

«Abbiamo scoperchiato il vaso di Pandora -ha detto Spagnuolo, Procuratore della Repubblica di Cosenza-, le indagini hanno consentito di far luce sulle dinamiche relative alla falsificazione dei bilanci dell’Asp di Cosenza nel triennio 2015/2017, in maniera tale da risultare edulcorati rispetto alle reali perdite milionarie accumulate. Da allora poi, nessuno si è voluto più assumere la responsabilità di sottoscrivere documenti contabili viziati da gravi e reiterate irregolarità gestionali peraltro segnalate anche dai componenti del collegio sindacale dell’ente».

Bloccata la “fabbrica di soldi” con debiti per oltre mezzo miliardo

Morra ha ricordato, anche, di aver più volte sollecitato il Ministero sulla vicenda senza ottenere la minima attenzione:

“La sola Azienda Sanitaria Provinciale di Cosenza, di cui ora si contesta la veridicità dei bilanci degli ultimi anni, dovrebbe aver accumulato un debito di oltre mezzo miliardo di euro. Con un’offerta di servizi medico sanitari a dir poco troppe volte misera per gli utenti.

Ho prodotto interrogazioni parlamentari a tal riguardo. Senza aver risposta da parte del Ministero.
Ora c’è una risposta da parte della giustizia. Meglio tardi che mai, certo, ma chi di dovere avrebbe dovuto controllare prima e meglio”.