La stilista reggina Federica De Stefano: “Creo abiti dentro cui le donne non debbano nascondersi"

"Vorrei creare degli abiti in cui la mia donna ideale non ci si debba nascondere dentro". L’intervista di CityNow alla giovane promessa della moda Federica De Stefano

Coco Chanel affermava che se una donna è malvestita si nota l’abito, se è vestita impeccabilmente si nota la donna. Questa è una di quelle rare occasioni in cui sono costretta a contraddire pubblicamente una delle leggende della moda.

Da spettatrice della sfilata promossa dalla Camera Nazionale Giovani Fashion Designer per l’International Fashion Week 2019, tenutasi domenica 19 maggio (presso il teatro F. Cilea di Reggio Calabria), ho davvero apprezzato e ammirato non solo gli abiti della giovane stilista Federica De Stefano, ma anche la scelta delle indossatrici.

La promettente artista calabrese ha dato vita alle sue creazioni scegliendo personalmente le modelle, valorizzando il suo stile e, nello specifico, una mise di abbigliamento estremamente ricercato che trova ispirazione nel film “Grand Budapest Hotel” (regia di Wes Anderson, 2014).

Puoi raccontarci il percorso che dal film ti ha condotto alla creazione di “Patisserie”, una linea di abiti totalmente incentrati su Agatha, figura femminile centrale del film, come è scattata l’ispirazione e perché?

“Le mie collezioni sono sempre il frutto di un’ispirazione, di un qualcosa che mi ha fortemente colpito e motivato a creare. Il mondo dell’arte, insieme alla letteratura e al cinema, sono per me gli stimoli maggiori. Per il regista Wes Anderson nutro un amore particolare, mi emoziona sempre la sua delicatezza nei cromatismi e la sua malinconia ironica, quasi infantile, naif, che lo contraddistingue. Nello specifico questa collezione, Patisserie, è nata dopo aver guardato “Grand Budapest Hotel “, mi sono immediatamente innamorata di tutta la fotografia e dell’unico, o quasi, personaggio femminile del film: Agatha.

Ho cercato di raccontare l’essenza femminile di Agatha e dei dolcetti di Mendl’s attraverso forme morbide, figure tondeggianti e colori cremosi. Ogni capo di questa collezione parla delle sue adorabili qualità femminili, Agatha è: coraggiosa, fiera, saggia e innocente. Gli stampati, che ricordano le confezioni dei dolciumi, sono la metafora di Agatha stessa che, all’interno dell’intreccio degli eventi, grazie ai suoi dolci, diviene la chiave con la quale i protagonisti riescono a compiere le imprese più ardite.”

La moda è da sempre uno strumento di espressione estremamente forte, quali messaggi racchiudono i tuoi abiti?

“Il mio stile punta ad uno scopo ben preciso: far sentire meglio le persone che indossano i miei abiti. Vorrei trasportarle con me in questo luogo incantato, dove l’arte e i miei sogni si incontrano, creando un tipo di tendenza sempre attuale, adatto ad una donna estrosa e moderna, e soprattutto indossabile da diversi tipi di fisicità.”

Qual è il tuo ideale di bellezza?

“Il mio ideale di bellezza non necessariamente rispecchia il mio lavoro. Quando creo non penso ad un tipo di donna specifico, non mi faccio influenzare dai canoni di bellezza del settore della moda; i miei capi, per sentirli miei, devono sdoganare gli standard, perché in quanto creatore e soprattutto donna, non posso non pensare alle esigenze dei miei potenziali fruitori. Creare abiti con le restrizioni tipiche dell’ideale comune di bellezza, non rientra tra i miei obiettivi, vorrei che ogni donna accettasse il tipo di fisico che ha, costruendo dei vestiti che valorizzino i suoi punti di forza e nascondano i suoi difetti, vorrei creare degli abiti in cui la mia donna ideale non ci si debba nascondere dentro.”

Il tuo percorso è partito da una piccola città come Reggio Calabria, luogo in cui hai iniziato i tuoi studi e da qualche anno ti sei trasferita a Milano, la capitale della moda per eccellenza.

Credo che sia un po’ il sogno di ogni stilista, cosa ha rappresentato per te approdare in una città che, soprattutto nel tuo settore, regala promesse così grandi?

“Andare a Milano inizialmente è stato spaventoso, mi sono trasferita a 23 anni con tantissimi sogni e aspettative, ma non ero altro che una ragazzina sola in una grande città. Tuttavia, dopo un po’, Milano ha cambiato aspetto, è diventata una necessità, ora è lì che mi sento a casa; inoltre, per il mio lavoro offre tanti spunti e opportunità, ci sono sempre tante cosa da fare e da vedere! Ammetto che dopo un po’ di tempo anche io ho bisogno di tornare a Reggio, riabbracciare la mia vecchia routine e rilassarmi un po’ nei luoghi dove sono cresciuta, insieme alle persone a cui sono legata.”

Più che promesse, possiamo dire che Milano regali sogni concreti, soprattutto se il talento è accompagnato dalla perseveranza e dall’amore per il proprio lavoro, come nel tuo caso, infatti hai di recente firmato un contratto con una casa di moda molto importante a livello internazionale, puoi darci qualche notizia in più?

“Grazie ad una sfilata a cui ho partecipato a settembre, sono stata notata e contattata da un’azienda internazionale che mi ha scelta come stilista emergente, quindi in un futuro non troppo lontano i miei abiti dalle passerelle arriveranno in negozio, potrò finalmente vestire le donne in tutto il mondo e, perché no, anche gli uomini!”

Partire da una piccola città del Sud quanto ha inciso nel tuo percorso? Ci sono aspetti per cui muovere i primi passi qui può risultare un valore aggiunto?

“Un tutor della Naba, dopo aver saputo da dove venivo, mi disse: ‘le persone che provengono dalle città sul mare, sono persone più aperte e più avventurose, perché di fronte a loro hanno avuto sempre e solo l’orizzonte’. Penso che, anche se in alcuni punti io in realtà avevo davanti la Sicilia, il concetto rimane invariato. Lo sento mio”.

Qual è il tuo prossimo obiettivo? Quali progetti hai in serbo per il futuro?

“Nel futuro c’è sicuramente una collezione nuova, a cui sto già lavorando da alcuni mesi e che esprimerà al meglio il mio punto di vista nell’ambito della moda, della vita e sulla figura di noi donne. Sarà una collezione a misura di tutte, una collezione che vuole abbattere le barriere che dividono le donne in categorie. Il mio obiettivo è valorizzare tutte, senza escludere nessuno.

Questa collezione trova ispirazione nelle prime di “Noi” che hanno protestato per l’uguaglianza e per i diritti di cui ora possiamo godere: le suffragette. Sono già parecchio affezionata a questo mio nuovo progetto, amando non solo tutto quel periodo storico, ma soprattutto il messaggio che quelle grandi donne volevano trasmettere.”