Festa della mamma, quali sono le più famose della letteratura?

La letteratura ha contribuito a mostrare le più diverse sfaccettature di una figura cosi importante nella vita di ciascuno di noi

“Esistono mamme che baciano e mamme che sgridano, ma si tratta comunque di amore, e la maggior parte delle mamme bacia e sgrida contemporaneamente”

Oggi è la Festa della Mamma. Una ricorrenza che non cade ogni anno in un giorno fisso, ma una festa mobile, che si festeggia per tradizione la seconda domenica di maggio.

In questo giorno speciale, dedicato a persone cosi importanti non si possono certo dimenticare le mamme, che in letteratura, non solo hanno fatto la storia, ma sono state anche d’esempio. Vi sono infatti personaggi di libri e racconti che sono rimasti nel cuore di tutti i lettori, tra queste:

  • la Signora Bennet, “Orgoglio e pregiudizio” di Jane Austen, la classica mamma invadente e un pò chiacchierona che non riesce a far altro che fantasticare sui matrimoni delle figlie, ma allo stesso tempo un modello di madre innovativo, nettamente in contrasto con gli esempi dell’epoca;

“Se io volessi giudicare malamente i figli di qualcuno, non sarebbero mai i miei “. (La signora Bennet al signor Bennet)

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  • Margaret Curtis March, “Piccole donne” di Louisa May Alcott, mamma di quattro figlie si trova sola ad allevarle mentre il marito, Robert, è al fronte. Grande esempio di forza, coraggio e saggezza, oltre che dimostrazione del fatto che una madre può fare anche da padre. Il prototipo di una madre che non solo ama profondamente le sue figlie, ma le ascolta, fornendo loro se necessario consigli aiutandole cosi ad affrontare i problemi che la vita ci mette davanti;

“Sempre si giravano indietro prima di svoltare l’angolo, poiché la mamma sempre era alla finestra ad annuire e a sorridere, facendo cenni con la mano. In un certo senso era come se fosse loro impossibile trascorrere la giornata senza quel gesto, poiché, qualunque fosse il loro umore, l’ultima occhiata al quel volto materno, influiva su di loro come la luce del sole”.

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  • Molly Weasley dalla saga di Harry Potter di J.K.Rowling, rappresenta la classica mamma chioccia, sempre impegnata a prendersi cura dei suoi figli, a volte sfornando biscotti, altre cucendo stravaganti maglioni per natale, altre gridando a più non posso perchè non è certo semplice crescere 7 figli per lo più dotati di magia. Quando si dice che una madre ucciderebbe per proteggere i suoi cuccioli, questo è ciò che accade quando c’è di mezzo la Signora Weasley.

“Ronald Weasley! Come hai osato rubare la macchina? Sono veramente disgustata! Ora in ufficio tuo padre verrà sottoposto ad un’inchiesta e sarà tutta colpa tua! Se farai un altro passo falso noi ti riporteremo subito a casa! Oh Ginny cara, congratulazioni sei una vera Grifondoro! Tuo padre ed io siamo molto fieri.”

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Ma non tutte le mamme della letteratura sono esempio di bontà e amore, al contrario ve ne sono alcune famose per la malignità che le contraddistingue. Tra queste svettano su tutte due figure della letteratura passata:

  • Medea, presentata in diverse opere dell’antichità, ma la più famosa rimane l’omonima tragedia di Euripide. Innamoratasi perdutamente di Giasone, il condottiero degli Argonauti. Diversi anni dopo il matrimonio sarà abbandonata dallo stesso Giasone e presa dalla disperazione, per vendicarsi dell’amore tradito, ucciderà i figli avuti con lui;

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  • Gertrude, la madre di Amleto, protagonista della celebre tragedia shakespeariana. La donna solo un mese dopo la morte di suo marito, il re di Danimarca, sposa suo cognato Claudio, che precedentemente aveva ucciso con l’inganno proprio il padre di Amleto per impossessarsi del trono.

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Queste poche figure non potranno certamente definire ciò che realmente una madre è, ma per farlo non basterebbe neanche un manuale.

Perchè come si potrebbero trovare le parole adatte per descrivere un amore cosi smisurato, incondizionato e senza tempo? Quel legame, che a differenza di altri, non è caratterizzato da regola alcuna. Quello stesso legame in cui il cordone che tiene uniti madre e figlio viene si tagliato alla nascita, ma alla fine non si spezza mai.

La letteratura nel corso dei secoli, ha contribuito a mostrare le più diverse sfaccettature di una figura cosi importante nella vita di ciascuno di noi, divenendo la culla di storie autobiografiche e non.

«Stanotte ho saputo che c’eri: una goccia di vita scappata dal nulla. Me ne stavo con gli occhi spalancati nel buio e d’un tratto, in quel buio, s’è acceso un lampo di certezza: sì, c’eri. Esistevi. Mi si è fermato il cuore»
[Oriana Fallaci, Lettera a un bambino mai nato]