Festa Madonna, tutto quello che c’è da sapere sulla processione e la Sacra Effigie
11 Settembre 2018 - 11:17 | di Eva Curatola

Si tratta di uno degli eventi più importanti in città e forse anche uno dei più antichi. Stiamo parlando ovviamente della processione di Maria della Consolazione.
L’intera città di Reggio Calabria si mobilita al cospetto della sua patrona ed anche se tanti ‘riti’ col tempo sono andati perduti, altri restano più che vivi e saldi, tra questi vi è l’antica processione che vede protagonisti i portatori della Vara.
Il pellegrinaggio, che inizialmente si svolgeva il 26 aprile di ogni anno, venne poi spostato al 21 novembre con l’offerta di un Cero Votivo che ancora oggi si ripropone a settembre nella nostra Cattedrale.
La processione è nota con il nome di “Festa Madonna” appunto, ed ogni anno si ripropone nel mese di settembre, quando per quattro giorni i pellegrini gravitano da tutta la provincia verso le due mete religiose (Il santuario dell’Eremo e il Duomo). La festa inizia il sabato e si conclude il martedì seguente. Il percorso intrapreso dai fedeli è di circa 5 Km partendo dall’Eremo comincia la discesa per procedere poi lungo la via Cardinale Portanova, via De Nava e il corso Garibaldi, fino al Duomo.
La tradizione vuole che il quadro, che ad oggi viene portato in processione, sia stato ritrovato da un contadino mentre lavorava la terra sulla collina dell’Eremo. Da lì venne portato nella cattedrale per riapparire, subito dopo, nel luogo in cui era stato trovato. Questo prodigio fu interpretato dai fedeli come il segno con cui la Madonna chiedeva di erigere proprio in quel luogo la sua chiesa, e la popolazione così fece.
L’imponente “Vara” su cui viene trasportato il Quadro pesa 3 tonnellate, è alta 4,50 metri e larga 2,18 metri , la sua struttura è in legno massiccio, rivestita interamente in lamine d’argento. A circondarla vi è sempre un intensa commozione, quella di chi, nonostante il tempo, non ha smesso di credere nei miracoli. Pianti, grazie, uomini e donne scalze che per voto accompagnano pregando e cantando la Madonna nel suo cammino. La festa dedicata all’Avvocata del Popolo Reggino non può non avere anche un risvolto civile. La festa cittadina è infatti caratterizzata dalla presenza di giostre e bancarelle di dolciumi e artigianato. Solo in questa circostanza è possibile assaggiare “i nzuddhi”, dolci a base di farina e miele di origine greca.
Per quanto riguarda invece i coraggiosi uomini che ogni anno si mettono a disposizione della Madonna, sono oltre 500 quelli riuniti nell’Associazione “Portatori della Vara”, costituita negli anni ’70 da Mons. Italo Calabrò, Vicario della Diocesi reggina, poi ripresa ed ampliata da Don Nunnari negli anni ’80/’90. Non è di certo un caso se proprio il loro motto recita: “Chi porta la Madonna sulle spalle, la deve portare durante l’anno nel cuore”.
Si narra che i primi a portare la vara furono i pescatori, che dopo aver visto il compimento di un miracolo fecero voto di portare la Vara. Oggi sotto la vara non vi è alcuna distinzione sociale, è possibile trovare l’operaio, il medico, l’avvocato, il commerciante, il disoccupato, lo studente ed ancora l’architetto o il commerciante. A portare la vara si succedono turni di cento uomini, 25 per ogni stanga, più giovani e meno giovani si danno il cambio durante tutto il pellegrinaggio fino in Cattedrale ed in loro è possibile toccare con mano la tradizione, la tradizione che si rinnova ma che non smette di esistere.
Uno dei momenti più impegnativi per i portatori, dove alla forza delle braccia deve corrispondere un attenta prontezza di riflessi, è la “volata” che avviene in piazza Duomo e all’interno della Cattedrale. Si tratta di uno dei momenti più suggestivi ed emozionanti dell’intera festa, a cui vorrebbero partecipare tutti i portatori, ma per la pericolosità che incombe, da sotto la vara vengono fatti uscire i meno esperti.
Anche questo gesto, secondo i portatori, ha un suo significato, la Madonna infatti sarebbe lieta di entrare in Cattedrale e questa gioia viene espressa dalla “volata“. Durante questo delicato passaggio viene fatta sgomberare la parte centrale della piazza, dopo il suono del campanello, i portatori girano la vara, la sollevano e con agilità corrono portandola fin dentro la Cattedrale.
La cosa più emozionante dell’intero rito sono probabilmente le grida di quegli stessi uomini, “I cavalieri della Madonna” come affettuosamente li chiama Don Nunnari, che nonostante lo sforzo compiuto in tante ore di processione, hanno ancora la forza di gridare quella famosa lode che da secoli risuona per le vie della città e che risuonerà, ne siamo certi, fin quando orma di uomo calpesterà il suolo reggino: “E gridamulu cu’ tuttu u cori: oggi e sempre: Viva Maria”.
