‘Chi fini ficiru?’ raddoppia col basket - La carriera (in corso) di Bullara

La straordinaria carriera di un giocatore da un talento immenso

Il pallone da calcio diventa palla a spicchi nella rubrica di CityNow Sport ‘Chi fini ficiru?’ che raddoppia ricordando oltre gli ex amaranto (celebri o meno, bandiere o meteore, idoli o…bidoni)  che dagli anni ’90 in poi hanno lasciato una traccia nella storia della Reggina anche i protagonisti della magnifica storia della Viola Reggio Calabria, fatta di vittorie, di successi ma anche di momenti difficili sia sul campo che fuori. Questo rende ancora più magico tutto ciò che le orbita attorno. Ripercorriamo le tappe di un autentico professionista ed atleta che ancora sta scrivendo magnifiche pagine di basket: Roberto Bullara.

YESTERDAY. Arrivato alla Viola Reggio Calabria direttamente dalla “sua” Gorizia per un puro scherzo del destino, ci sarebbe dovuto rimanere un biennio. Vi rimase ben 7 stagioni, diventandone un idolo e una bandiera. Sul parquet dello Stretto ha giocato assieme a Sconochini, Avenia, Volkov (altri nomi storici della squadra calabrese), è stato allenato da Carlo Recalcati. Leader in campo e fuori, ha letteralmente trascinato nel 1993 la Viola dei miracoli, negli anni ’80 e ’90 unico vessillo sportivo di tutta l’Italia del Sud, al miglior risultato della sua storia: semifinale scudetto sfiorata e quinto posto al termine dei play-off.

Terminata l’epoca d’oro della squadra calabrese, ha ripreso la strada di casa, accasandosi per due anni a Verona, dove, nonostante l’età già avanzata e gli anni migliori trascorsi in Calabria, ha contribuito alla conquista di una Coppa Korac. Segue poi un altro biennio a Trieste e un’ultima stagione nell’altra Reggio, dove ha chiuso la carriera da professionista. Le prestazioni ottenute con la maglia della Viola gli hanno spalancato le porte della Nazionale, chiamato in azzurro da Ettore Messina. La carriera azzurra non è stata molto lunga, contando infatti solo di 16 presenze per 79 punti segnati, ma utile per mettersi al collo una medaglia, vale a dire un argento ai Goodwill Games di San Pietroburgo del 1994.

TODAY. Nei giorni nostri “BULL” non contento della sua strabiliante carriera gioca in serie C , con la dinamo 609 Gorizia, in un quintetto competitivo di cui fa parte un altro Bullara, classe 1988: Federico, figlio d’arte del professionista.

«La cosa è nata per caso – racconta Bullara senior – l’inverno scorso ho chiesto alla Dinamo di allenarmi in vista della World league di Zara con la Nazionale over 50. Promossi in D, mi hanno proposto di giocare e ho accettato. Il gruppo è ottimo, darò il mio contributo, ma sia chiaro che se c’è un Bullara protagonista, nella squadra, è Federico».

«Il rapporto con mio padre in spogliatoio? È perfetto, senza pressioni. Mi tratta come un compagno e quando siamo fuori si parla d’altro»

La straordinaria carriera di un giocatore da un talento immenso costruito grazie al lavoro ed all’umiltà sigillata dal mondiale Over 50, vinto battendo, tra gli altri anche il grande Sasha Volkov, mostro sacro del basket internazionale, stella Nba degli anni ’80 con Atlanta Hawks nella grande Viola del 1993.

Corsi e ricorsi storici (da brividi, ndr) per la continuità di un basket fatto di sacrificio, e perché no, anche d’amore… perché davvero tutti ricordiamo i supporters neroarancio inneggiare il coro “ROBERTO BULLARA LA CURVA TI AMA“.