Fondo Calabria Competitiva, per Irto si devono rivedere i requisiti di partecipazione

Secondo il consigliere regionale "I criteri d'accesso penalizzano le micro e piccole imprese"

Sul Fondo Calabria Competitiva interviene il consigliere Irto:

“Si rivedano i requisiti di partecipazione al bando”.

FCC, Irto: ‘Criteri d’accesso penalizzano le micro e piccole imprese’

Artigiani

Dalla Regione Calabria è stato istituito il Fondo Calabria Competitiva. Si tratta di una ulteriore misura di sostegno al sistema economico e produttivo calabrese e di aiuto alle imprese dopo l’emergenza epidemiologica da Covid-19.

Il Fondo Calabria Competitiva (FCC) prevede la concessione di finanziamenti rimborsabili a tasso agevolato alle realtà produttive di piccole dimensioni. Questo per offrire in modo rapido ed efficace la disponibilità liquida per contrastare i danni arrecati dalla crisi connessa alla pandemia e per preservare, al tempo stesso, la continuità dell’attività economica e i livelli occupazionali.

L’intervento finanziario è concedibile entro il limite massimo del 25 % del fatturato registrato nell’anno 2019 e comunque per un importo compreso tra 15 mila e 80 mila euro.

Secondo il consigliere regionale del Partito democratico Nicola Irto i requisiti di partecipazione al bando al momento, lasciano fuori un’importante fetta del settore produttivo calabrese.

“Si rivedano i requisiti di partecipazione”, dichiara Irto. Se l’obiettivo della selezione è, infatti, quello di far recuperare liquidità alle aziende in crisi, è anche vero che i criteri di accesso al fondo penalizzano le micro e piccole imprese, tra le più gravate dagli effetti dell’emergenza sanitaria Codiv-19.

‘Siano rivisti requisiti d’accesso’

“Auspico, quindi, che siano rivisti i requisiti. Sia con un abbassamento del limite del fatturato richiesto, sia con una revisione significativa degli indici finanziari.

Sono queste, infatti, le caratteristiche della maggior parte delle aziende del territorio. Tali aziende rischierebbero, dunque, di rimanere fuori dal finanziamento, con grave danno per il rilancio del sistema regionale e con il rischio di un pregiudizio economico per le partite Iva artigiane, che rappresentano la parte più consistente del tessuto produttivo locale”.