A Reggio la presentazione di ‘Una persona per-bene’: storie di vita e ricerca di felicità
Lo psicologo e psicoterapeuta Rappoccio presenta il suo nuovo libro, un intreccio di vissuti, ferite, paure e coraggio di uomini e donne con qualcosa in comune: la fatica del vivere e la ricerca della felicità
19 Settembre 2025 - 10:54 | di Renato Pesce

Francesco Rappoccio, psicologo e psicoterapeuta reggino, oggi “di stanza” a Roma, ha scelto di raccontare le storie dei suoi pazienti in un volume che ha il sapore dell’autenticità e dell’empatia. “Una persona per-bene” non è un manuale di psicologia, ma un intreccio di vissuti, ferite, paure e coraggio. Sono storie differenti di uomini e donne che hanno qualcosa in comune: la lotta quotidiana con la fatica del vivere e la ricerca della felicità, della pace.
La presentazione a Reggio Calabria
Il libro è stato presentato anche a Reggio Calabria, presso la libreria AVE sul Corso Garibaldi, dove Rappoccio ha incontrato i lettori per un dialogo sulle origini del volume e sui temi che lo attraversano: la libertà, il coraggio, la resilienza, la rete di comunità. Un momento che ha permesso di portare nella sua città natale riflessioni nate dalla pratica professionale a Roma, ma profondamente legate anche al tessuto sociale reggino.

Lo stesso autore racconta come l’opera sia nata quasi per caso, dalla scrittura quasi “compulsiva” di un diario di lavoro che poco per volta è diventato “racconto”:
“Il libro non nasce con l’idea di diventare un libro, ma nasce come una sorta di “presa di appunti”. Diventa un libro nel momento in cui il materiale diventa tanto, e si decide di poterlo e di volerlo condividere con più persone possibili”.
Lo sguardo sulla comunità reggina
Se la sua esperienza professionale è maturata soprattutto a Roma, Rappoccio mantiene uno sguardo attento e affettuoso verso la sua città natale, Reggio Calabria. Nel libro emerge anche il tema della comunità, intesa come rete di sostegno necessaria per affrontare i percorsi più difficili.

“Credo che in questi ultimi trent’anni la città sia cambiata molto, e sia cambiata in meglio perché quando mi capita di essere qui guardo anche un po’ con occhi da terapeuta le persone che incontro. E vedo sicuramente dei giovani molto più liberi, vedo più associazionismo, vedo il fatto che la gente, se ne freghi un po’ di più forse di un ambiente che, fino a qualche tempo fa, era molto più chiuso e limitato. Sicuramente la tecnologia aiuta i ragazzi a potersi connettere, a vedere quello che c’è magari anche molto lontano. Però poi, per poterlo “riportare qui”. Per cui il messaggio che ci tengo a far passare è che non è sempre comunque necessario andare via per ritrovare se stessi, ma che a volte si può trovare anche nel posto in cui si è nati. Sicuramente la mia attenzione, soprattutto in merito a questo libro, è legata molto alle comunità che in qualche modo ancora subiscono lo stigma sociale, l’emarginazione. Penso che una città come Reggio, una bellissima città del sud, possa puntare su quello che forse si sta un po’ perdendo. Recupare le opportunità che dà la rete, il tema del “confrontarsi” di più con gli altri senza vergogna, senza temere di essere giudicati. Anche il discorso territoriale, il fatto che sia una città più piccola di altre, può permettere questo”.
Rompere gli stigmi e riscoprirsi liberi
La ricerca della felicità e la rottura degli schemi che imprigionano le persone sotto il peso di pregiudizi e stigmi sociali sono temi centrali nel libro e nell’esperienza professionale di Rappoccio. È un cammino che riguarda uomini e donne di tutte le età, spesso costretti a misurarsi con una società che può apparire sorda e insensibile.
“Durante le presentazioni del mio libro non a caso emerge sempre il tema della libertà, il tema dell’essere se stessi e se stesse, il tema di potersi confrontare a vario livello con tutti e con chiunque. Per cui è fondamentale, per poter vivere bene si può anche cercare, forse per un periodo, di non essere se stessi, e omologarsi. Ma questo, comunque, non ti può rendere né felice né tanto meno libero”.