Gallicianò ricoperta dalla neve, le immagini straordinarie - FOTO

Un altro paesino della provincia reggina è stato sommerso dalla neve. Ecco alcune immagini di Gallicianò, frazione di Condofuri.

Anche Gallicianó, paese grecanico ricco di storia e miti si è trasformato in queste ore in un paesaggio ancora più magico grazie alle abbondanti nevicate di questi giorni.

In uno dei luoghi in cui ancora oggi si parla il greco antico, il piccolo paesino, frazione del Comune di Condofuri, è l’unico borgo attualmente interamente ellenofono. Il paesino, caratterizzato dal suo isolamento isolamento strutturale, rimane adesso ancora meno accessibile a causa della neve che ha coperto l’intero paese.

Un fascino, quello dei borghi reggini sotto la neve, che ha interessato anche il Comune di Bova Superiore. 

Alla scoperta di Gallicianò

Attraverso un sentiero, composto da curve e strapiombi, si arriva alle prime case, e dopo qualche chilometro si giunge al paese, il cui nucleo abitativo si distribuisce attorno alla piazza con la chiesa di San Giovanni Battista, adagiato sulla montagna a 621 m s.l.m.

Di grande importanza per il patrimonio storico-culturale è stata l’apertura al culto, nel 1999, della piccola chiesa ortodossa di Panaghìa tis Elladas (Madonna dei Greci) celebrata in rito greco-ortodosso la sera del 14 agosto con la processione funebre della Dormizione di Maria. La chiesa, di impianto contadino, rappresenta la testimonianza, in un rinnovato clima ecumenico, di un ritorno “da pellegrini” degli ortodossi in siti d’antichissimo culto greco. Nella stessa chiesa sono custoditi una statua di San Giovanni (XVI° sec.), un fonte battesimale, due campane del 1508 e del 1683 ed alcune lucernette fittili.

Nel borgo è visitabile anche un Museo Etnografico dedicato ad Angela Bogasari Merianoù, la filosofa greca giunta a Gallicianò negli anni ‘70, alla scoperta della questa piccola comunità con cui condivideva le origini. La struttura museale è stata realizzata con materiali donati dagli stessi paesani, convinti che fosse l’unico modo per mantenere viva la memoria di un borgo che piano piano sta scomparendo.

A Gallicianò è possibile dissetarsi in quella che viene chiamata “Fontana dell’Amore”, così denominata perché lì anticamente si incontravano i fidanzati. Negli antichi borghi ellenofoni il fidanzamento “ufficiale” avveniva attraverso la pratica del “cippitinnàu”. Il termine “cippitinnàu”, rimasto a designare il fidanzamento, allude per la precisione al rituale cui era collegato, e prende origine dal “ccìppo”, il ceppo di legno che lo spasimante  poneva, dopo averlo bruciacchiato, davanti alla porta di casa della donna che desiderava prendere in moglie. Se il pretendente “era nelle grazie” dei genitori della ragazza, il “ccìppo” durante la notte veniva portato dentro casa; in caso contrario il padre lo faceva rotolare per strada.

Da non perdere la festa in onore del santo patrono di Gallicianò, San Giovanni Battista, festeggiato con fervore il 29 agosto.

fonte: calabriagreca.it