Gazebo a Reggio, la Soprintendenza: 'La città non è un accampamento'

Focus sul futuro dei dehors sul Corso Garibaldi. L'arch. Vescio: 'Riportiamo la città alla sua bellezza e qualità"

Il futuro sembra essere tracciato e, indietro non si torna. La vicenda gazebo a Reggio Calabria sembra andare verso una naturale risoluzione. A mettere un punto alla questione, nella giornata di oggi, è stata l’arch. Vescio, delegato della Soprintendenza che ha partecipato questa mattina alla riunione straordinaria della VI Commissione consiliare.

L’invito da parte del Presidente Carmelo Versace ad “avanzare proposte sensate e non aleatorie” è stato in gran parte rispettato dai partecipanti delle diverse fazioni politiche. E, nel corso della riunione, il consigliere ha sottolineato anche, come al momento sia sotto esame il regolamento dei dehors sul Corso Garibaldi, “che è la prima emergenza da affrontare. Ma in una seconda fase la regolamentazione sarà estesa anche su altre strade del territorio cittadino”. 

Soprintendenza decisione ferma sui gazebo del Corso Garibaldi

“Reggio ha una caratteristica particolare, attenzionata in tutto il mondo – ha spiegato l’arch. Vescio – quella di possedere ampi spazi aperti. Dunque, quando parliamo di tutela concreta di quelli che sono i punti fondamentali della città, non possiamo non parlare degli spazi urbani, che rappresentano una qualità che non deve e non può essere messa a rischio da interventi di occupazione che da temporanei sono diventati ormai stazionari”.

Il delegato della Soprintendenza, dopo aver ascoltato interventi favorevoli e contrari,  ha sottolineato l’esigenza di mettere ordine in città:

“La libertà che è stata data, necessaria ai commercianti, capisco venga adesso in qualche modo salvaguardata. La soluzione, però, non può essere quella di gazebo con altezze ben superiori alla norma che impedivano la visibilità, riducendo anche di molto il valore della città e, paradossalmente, anche l’attrattiva turistica. Perché mai qualcuno dovrebbe venire in un’area che è praticamente un accampamento?

Il turista viene a Reggio Calabria proprio per quel qualcosa in più che la città possiede. Ovvero dove il costruito è stato realizzato con intervento urbanistico e non accrescimento spontaneo. Con il terremoto, purtroppo o per fortuna, si è determinata una doppia qualità nell’ordine e negli spazi cittadini che sono assolutamente studiati, garantendo una maggiore visibilità. Il nostro compito è quello di riportare la città alla sua bellezza ed alla qualità”.

Vescio si è poi soffermata sull’intervento del consigliere Marino, che ha parlato di spopolamento del centro storico:

“È diventato invivibile anche per la presenza dei gazebo ovunque. Oggetti che rendono impossibile il parcheggio, l’accesso in una città dove è altissima la presenza di strade e angoli stretti. Il numero della popolazione comunque, non è diminuito, anzi è in aumento. Semplicemente i residenti, come avviene in tutte le città metropolitane, si sono spostati verso le periferie, utilizzando il centro per il commercio. Una cosa abbastanza normale”.

Per ciò che riguarda, invece, nello specifico, la composizione dei dehors, l’architetto ha ammesso che sarà possibile pensare ad un “oggetto uniforme per tutte le strutture da utilizzare non in modo denso”. E quindi “ragionare su un sistema non chiuso, da utilizzare “ogni tot”, da dare eventualmente in gestione a chi ne fa richiesta”.

Un altro problema è quello rappresentato dalle pedane, ormai ampiamente diffuse tra i locali reggini, che secondo la Soprintendenza “dovrebbero essere alte 15cm e che diventano 30, 40, 50cm con le scuse più banali”. Perentorio sul tema anche il sindaco Versace, che sempre nel corso della Commissione, ha illustrato i casi in cui la pedana può essere approvata:

“La struttura può essere concessa nei casi in cui vi sia un problema di dislivello, nei punti ove necessita e non per default. Devono quindi persistere delle condizioni che impediscano, di fatto, il  posizionamento di sedie e tavolini”.

Un altro punto, su cui spesso la minoranza ha cercato di aprire il dibattito, è la presenza del vento in città, in particolar modo nei mesi invernali:

“Il vento non può creare disagio – ha sentenziato l’architetto. Parliamo di raffiche che si incanalano solo sulle strade, ma non lungo le arterie principali. Potrei anche capire questo problema se parlassimo del lungomare, ma non quando l’argomento in oggetto è il Corso Garibaldi”.

La commissione si è chiusa con l’invito da parte del Presidente Versace ai colleghi:

“Spero, nella prossima riunione, di ricevere tutte le proposte del caso, da presentare poi in Consiglio comunale. Per rendere il tutto più ordinato, spero che ogni partito o coalizione, possa presentare il proprio documento evitando i singoli interventi”.

Seduta aggiornata all’8 maggio.