Pnrr e 'Ndrangheta, Gratteri: 'I Comuni non sono attrezzati a combattere la mafia'

In un'intervista a Radio Capital, il procuratore di Catanzaro ha parlato del mondo in cui i soldi mossi dalla 'ndrangheta condizioneranno l'economica legale

Inquinamento non solo economico, ma anche democratico è di questo che ha parlato il procuratore capo della Repubblica di Catanzaro ospite di “The Breakfast Club” su Radio Capital.

 “I soldi della ‘ndrangheta che entrano nell’economia legale fanno saltare le regole del libero mercato, della concorrenza e della democrazia. Noi dobbiamo iniziare a porci una domanda: quei soldi, utilizzati oltre che da Roma in su anche in Europa, oltre a comprare alberghi, ristoranti, latifondi, cominceranno ad essere utilizzati per comprare pezzi di giornali, televisioni o radio. In questo modo inizieranno a influenzare il modo di ragionare delle persone comuni, magari non “attrezzate” culturalmente”. Non so se questa scalata è già iniziata”.

Nicola Gratteri ha poi puntato il dito contro la recente riforma della giustizia e l’operato del Governo uscente:

“La politica, sul piano normativo, potrebbe fare l’esatto opposto di ciò che ha fatto nell’ultimo anno. Le riforme della giustizia nulla hanno fatto per la velocizzazione dei processi o con le risposte da dare a chi ha bisogno di giustizia. L’unica cosa fatta bene dall’ultimo Governo è stata l’informatizzazione del processo penale. Sul resto, ogni riforma, è servita a rallentare e ghigliottinare la giustizia”.

Anche sui fondi del Pnrr Gratteri è stato categorico:

“I soldi del Pnrr vanno ai comuni e agli enti territoriali che non sono attrezzati, non hanno le strutture amministrative e burocratiche tali da resistere alle pressioni delle mafie. È ovvio che le mafie penseranno, o stanno già pensando, a come appropriarsi di parte di queste somme date dall’Europa”.