Gratteri: 'Europa la prateria in cui pascolano le mafie'

"Sembra non ci sia proprio la volontà di combattere le mafie - ha detto il procuratore calabrese - perché questo vorrebbe dire incidere sull'economia e limitare gli affari"

“I clan sono ancora molto forti e servono leggi più dure, l’Europa fa troppo poco”.

Sono le parole rilasciate dal procuratore Nicola Gratteri in un’intervista a Repubblica, ribadite anche ieri nel corso della trasmissione Tg2 Italia che ha visto la partecipazione del magistrato insieme a Klaus Davi, in cui si è discusso di ‘ndrangheta e Calabria.

Gratteri e la mafia in Europa

“L’Europa è una grande prateria in cui le mafie possono pascolare”.

È quanto ribadito da Gratteri ai microfoni di Rai 2, che senza mezzi termini ha aggiunto:

“L’Europa non è attrezzata sul piano conoscitivo e volontario. Sembra non ci sia proprio la volontà di combattere le mafie, perché questo vorrebbe dire incidere sull’economia, limitare i business e gli affari”.

Rivolgendosi, poi, alla conduttrice Marzia Roncacci, il procuratore ha aggiunto:

“Lei si è domandata perchè un paese come la Germania ha la più alta densità mafiosa d’Europa? Perché è la più ricca ed è più facile capitalizzare il denaro. La Germania è fissata con la privacy e lì la mafia va a nozze, c’è da mettersi le mani ai capelli”.

Gratteri ha poi aggiunto:

“Frequento da decenni l’Olanda, diverse volte ho parlato con i procuratori nazionali che si sono susseguiti e già 25 anni fa li avevo avvertiti. Avevo detto loro di “non essere così permissivi”. Purtroppo, non sono stato ascoltato.

Esempio ne è che in Olanda è stato ammazzato prima un giornalista e poi un collaboratore di giustizia. Oggi ci sono 3 mafie, la ‘ndrangheta, la mafia albanese e la maffia. Per questo motivo i procuratori sono preoccupatissimi, prova ne è un incontro dei ministri olandesi, al quale sono stato invitato a partecipare, che avverrà settimana prossima a Roma. In quell’occasione racconterò la mia esperienza, cercando di proporre soluzioni”.

La legge sulla privacy

Le denunce del procuratore calabrese sono sempre molto forti e lo sono state anche nel corso dell’intervista a Tg2 Italia.

“Vedo una certa diminuzione, sul piano investigativo e sul piano dell’interesse, del contrasto alle mafie – ha detto Gratteri. La legge cosiddetta per la privacy ha favorito molto le mafie. Il fatto che oggi possano parlare dei processi solamente indagati, imputati e avvocati ha favorito la criminalità.

Il rappresentante dello Stato, ad esempio, non può più dire la sua. Sono molto dispiaciuto del fatto che l’ordine ed i giornalisti non abbiamo protestato, o comunque non l’abbiano fatto con più tenacia, dicendo la loro. Alcune testate ed alcune giornalisti che si occupano di cronaca giudiziaria si sono resi conto solo adesso di quali siano le ripercussioni di questa normativa. Ciò che possiamo fare adesso, sono solo comunicati dove non si capisce e non si dice nulla”.