Reggio per l'Ucraina: minuto di silenzio in Consiglio comunale. Minicuci illustra possibili soluzioni

"A Putin non frega niente di chiacchiere e sanzioni. Ucraini, un popolo eroico". Il consigliere di opposizioni illustra soluzione da promuovere in UE per la fine della guerra

È iniziato in largo ritardo il Consiglio comunale di Reggio Calabria convocato, in seconda convocazione, il 4 marzo alle ore 09:00. Sono infatti le 11 passate quando, nell’aula Battaglia di Palazzo San Giorgio, suona la campana che chiama a raccolta i consiglieri di maggioranza e opposizione ed il Presidente Marra chiede a tutti di prender posto per iniziare la seduta.

La riunione è ritenuta valida con 25 presenti. L’attenzione della stampa e dei cittadini non può che esser calamitata dalla grande bandiera della pace posta al centro dell’aula consiliare, un chiaro riferimento alla guerra che, in questi giorni, affligge l’Ucraina.

Consiglio comunale di Reggio Calabria: 1 minuto di silenzio per la guerra in Ucraina

“Abbiamo posizionato la bandiera della pace sugli scranni – ha detto in apertura Vincenzo Marra – per dimostrare la nostra vicinanza al popolo ucraino”.

Il Presidente del Consiglio ha poi recitato l’art. 11 della Costituzione, momento che ha preceduto il minuto di silenzio per le vittime della guerra.

“L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo”.

Il momento di raccoglimento è terminato con un applauso, dedicato a chi ha perso tragicamente la vita ed a chi si trova ancora in pericolo.

“La città – ha concluso Marra – è pronta ad accogliere i profughi provenienti dall’Ucraina e da questa guerra”.

Minicuci: “A Putin non frega niente di chiacchiere e sanzioni”

Il consigliere di opposizione è intervenuto nel dibattito preliminare per esporre le sue personali riflessioni ed illustrare delle possibili soluzioni al conflitto che, solo apparentemente, riguarda Russia ed Ucraina.

“Condanniamo in maniera ferma e decisa l’aggressione russa – ha detto Minicuci. In queste ore, la possibilità che l’attacco diventi ancora più grave si fa sempre più concreta. Per questo motivo, a mio avviso, l’unica via di uscita è riprendere la via democratica”.

L’esponente della Lega ha ripercorso le vicende che ha scatenato le azioni di Putin:

“L’occupazione della Crimea e delle province – secondo Minicuci – nel 2014 avrebbe dovuto portare ad un tavolo negoziale che non c’è mai stato. L’UE è rimasta con le mani in mano. Putin, a mio avviso, non si ritirerà a breve, così come non è auspicabile una sua veloce caduta, forse ci sarù, ma nei prossimi anni. È vero che la Russia ha avuto una condanna schiacciante all’Onu, ma non dimentichiamo le 35 astensioni. Così facendo stiamo consegnando la Russia all’Asia.

La Cina, infatti, ha sottoscritto un accordo che porterà ad un gasdotto dal valore di 400 mld di dollari, ed ha confermato che continuerà gli scambi con la Russia. Ciò vuol dire che, tra 2-3 anni, in Occidente non avremo più gas russo. Proseguendo su questa strada, il mondo rischia di essere diviso in due: da una parte l’Asia con buona parte dell’Africa, dall’altra l’America con l’Australia e l’Europa”.

Ma quali possono essere le possibile soluzioni al conflitto che ha già mietuto centinaia di vittime? Minicuci ha delle teorie in merito.

“Putin ha concesso un corridoio umanitario, ma lo fa per bombardare a tappetto Kiev. Non gliene frega niente delle chiacchiere e delle sanzioni. Non è un animale così come lo ha definito un ex bibitaro che non sa qual è il suo posto. La soluzione più ragionevole, a mio avviso, sarebbe che la Russia prenda definitivamente la Crimea, ritiri le truppe che hanno dato il via al conflitto, che all’Ucraina venga riconosciuto uno status particolare, per intenderci così come l’Italia ha fatto con la provincia di Bolzano. Altro passaggio importante l’ingresso nell’UE dell’Ucraina, ma non nella NATO, in modo da assumere l’obbligo di non creare basi militari sul proprio territorio e, infine, che Russia e USA contribuiscano alla ricostruzione del Paese”.

È un discorso appassionato quello dell’esponente di minoranza, che porta nel Consiglio comunale di Reggio Calabria lo spunto per un proficuo dibattito che potrebbe valicare i confini locali. La speranza di Minicuci, infatti, è quella che l’Europa “si faccia portatrice di queste soluzioni”.

“Bisognerebbe mandare qualcuno (come Merkel o Berlusconi) a trattare con Putin”.

Il consigliere ha concluso il suo intervento preliminare condannando fermamente “l’azione assurda della Russia”.

“Onoriamo il popolo ucraino – ha detto – che ha manifestato di essere eroico ed avere un sentimento patriottico encomiabile, al contrario degli italiani. Noi – ha spiegato Minicuci con non poco rammarico – non avremmo combattuto così strenuamente per il nostro paese”.