Guerra in Ucraina, la 'reggina' Lesia: "Nella mia terra si perde la vita o la speranza"

La giovane ucraina vive e lavora a Reggio ma in Ucraina ha famiglia e parenti. "E' un orrore che riguarda tutti. "

Passano le settimane, la Primavera è ormai alle porte, la speranza rimane come rimangono negli occhi e nelle orecchie  però le tremende notizie che ogni giorno provengono dall’Ucraina. Un ’11 settembre quotidiano’, come è stato definito in modo eloquente dal premier ucraino Zelensky. 

Si spara sui civili, si ammazzano bambini, si bombardano teatri diventati rifugi di fortuna. Un qualcosa lontano anni luce da quella che viene definita freddamente ‘operazione’ da Putin e che in realtà si può tradurre soltanto con guerra.

L’ultima puntata di Live Break (CLICCA QUI per rivedere la trasmissione) è stata incentrata proprio sulla guerra in Ucraina, con testimonianze in diretta di chi si è attivato a Reggio Calabria per organizzare la macchina solidale, le parole della mamma Elena e della piccola Veronica, rifugiati scappati da quei luoghi, e i pensieri di chi in riva allo Stretto vive da anni ma è nato e cresciuto in Ucraina.

E’ il caso di Lesia, ragazza che a Reggio Calabria vive a lavora, ma ha il cuore e i pensieri tutti in Ucraina, dove vivono la famiglia, parenti ed amici.

“Mio fratello, assieme ad altri familiari è al confine con l’Ungheria per creare dei corridoi umanitari. Riesco a sentirlo spesso per fortuna, da qualche giorno però in sottofondo sento anche le sirene, che prima non c’erano. Mia madre mi ha raggiunto qui a Reggio Calabria una settimana fa, cerca di integrarsi ma non è una situazione semplice”, afferma la giovane ucraina.

“La mattina del 24 febbraio è stata la peggiore della mia vita. I messaggi sul cellulare mi hanno svegliata, avvisandomi del primo attacco su Kyiv, la mia città. La mia famiglia si è subito spostata verso il confine con la Romania e la Polonia. Alcuni miei cari amici sono rimasti a Kyiv, dormono nei corridoi. Non tutti possono andare nelle stazioni metropolitane, o perchè distanti da raggiungere a piedi, o a causa del freddo”, il racconto di Lesia pochi giorni fa, ai nostri microfoni.

La guerra in Ucraina prosegue e miete vittime ogni giorno, i negoziati procedono ma al momento non si intravede la luce alla fine del tunnel.

“Le tante vittime hanno perso purtroppo la loro vita, ma chi è rimasto ha perso il futuro, i sogni, il lavoro. Parliamo di milioni di persone che hanno un destino più che mai incerto ad attenderli. La maggior parte delle persone che fugge invece non sa che cosa fare, e non ha nulla. La speranza è che tutto possa finire il più presto possibile, ma la verità temo sia un’altra”, sospira Lesia.

 

Nel corso di ‘Live Break’, la giovane ucraina mostra la maglietta che indossa, relativa agli Europei di calcio del 2012 che si tennero tra Ucraina e Polonia.  “Oggi più che mai sono orgogliosa di essere ucraina, il nostro esercito è forte come il nostro spirito. Quando potrà finire questo incubo? Secondo alcune previsioni ottimistiche entro qualche settimana, io però temo ci vorranno mesi per mettere fine a questo genocidio. Chi è accanto al presidente russo Putin, dentro il Cremlino, può e deve agire per fermare questo orrore”.

Che la guerra attuale non sia solo una questione tra russi e ucraini ma una vergogna che deve interessare tutti e devastare l’anima di chiunque, lo ricorda la stessa Lesia, citando una frase del medico e attivista Gino Strada, scomparso pochi mesi fa.

“Se uno di noi, uno qualsiasi di noi esseri umani, sta in questo momento soffrendo come un cane, è malato o ha fame, è cosa che ci riguarda tutti. Ci deve riguardare tutti, perché ignorare la sofferenza di un uomo è sempre un atto di violenza e tra i più vigliacchi”.