Iacopino: ‘Reggina, 42 anni di amore. I miei tanti incarichi, il fallimento, il no a Praticò, con Foti zero rapporti’


Ripassare un po’ di storia fa sempre bene. E quella della Reggina, nel suo lunghissimo percorso, ha avuto davvero tanti protagonisti. City Now Sport a loro sta dedicando buona parte degli appuntamenti con “Piacevoli Chiacchierate”, così, dopo Mimmo Tavella e Rocco Musolino, è toccato ad una straordinaria colonna della meravigliosa storia amaranto.

In realtà per il dottore Franco Iacopino sarebbe stato necessario dividerne gli appuntamenti a puntate, viste le tante cose da raccontare, i ruoli ricoperti, gli aneddoti, il tutto raccolto in ben 42 anni di militanza. Questi alcuni passaggi della lunga intervista: “Ero un buon portiere e rientravo nella cerchia di quei giovani che dal settore giovanile poi facevano il salto in prima squadra. Purtroppo problemi di vista e l’inesistenza allora delle lenti a contatto, mi hanno costretto al ritiro.

La società ha deciso di mandarmi in giro a fare il tecnico delle squadre giovanili. Poi l’intuizione del grande Dolfin, il primo direttore sportivo, figura che allora non esisteva, mi affidò la responsabilità del settore giovanile. La sede era in via Giudecca. Alla Reggina ho davvero fatto tutto, il segretario generale, il direttore generale, il presidente per un breve periodo e pochi sanno che ho ricoperto anche il ruolo di allenatore nelle due giornate di squalifica del tecnico Nevio Scala. Per quattro giorni anche il magazziniere, sostituendo all’inizio degli anni 80 Nicola Spanti.

Determinante nella mia scelta di dedicarmi a tempo pieno alla Reggina, è stato il grandissimo presidente Matacena il quale, per gli sforzi prodotti e gli investimenti fatti, meritava qualche successo in più.

In tanti mi chiedono di tornare alla Reggina, lo ha fatto per ultimo anche il presidente Mimmo Praticò, con il quale c’è un lungo e forte rapporto di amicizia. Ho deciso il 30 giugno del 2016 di chiudere e quella decisione è irrevocabile. Faccio tanto altro sempre legato al mondo del calcio, fra convegni, interviste, mi chiedono aiuto e consigli per la composizione delle tesi.

Ho avuto tanti presidenti e con tutti grandi rapporti. Ognuno mi ha dato qualcosa, non vorrei entrare nel particolare perché qualsiasi cosa dicessi, rischierei di togliergli qualcosa, di sicuro tutti quelli che hanno condotto la Reggina, lo hanno fatto con straordinaria passione ed impegno.

Come nasce la Reggina Calcio 1986? Rimane una procedura più unica che rara. Il seguito di un fallimento attraverso il lodo Petrucci poteva portare ad una nuova iscrizione, ma in un campionato di categoria inferiore. Ci fu la spedizione in Federazione ed i colloqui furono lunghissimi, straordinario e determinante l’allora sindaco Mallamo come il lavoro del dottore Monastero. La cosa più sorprendente, però, venne fuori con l’intervento del segretario di allora della FIGC il quale si alzò in piedi durante la discussione e disse: “Fermi tutti, caro Presidente, fin quando ci sarà Franco Iacopino a Reggio Calabria, possiamo stare tranquilli”. Quell’intervento, che inizialmente sembrava solo un attestato di stima, fu decisivo e consentì il superamento di tutti gli ostacoli.

Il 30 giugno del 2004 la fine dei miei 42 anni in amaranto. Ero in scadenza ed il presidente Foti mi fece capire che non intendeva proseguire il rapporto. Il sottoscritto era ben consapevole che non c’erano i presupposti per continuare. Da allora chiusura totale, aggiungo che “ho il piacere di non avere più rapporti con Foti”.

Con la Reggina di Foti, però, si è realizzato il sogno di ogni dirigente, la conquista della serie A con la squadra della mia città e con la società per la quale o lavorato per quasi una vita. Per chi sin da piccolo ha sempre tifato Juventus, è stato qualcosa di meraviglioso iniziare quel bellissimo percorso proprio contro i bianconeri. Per l’emozione, testimone Franco Colomba, l’ansia e la fretta di entrare al Delle Alpi, mi portò a cadere rovinosamente e solo la valigetta che avevo con me, ha impedito di subire danni seri, mi ha fatto da scudo.

Le difficoltà di adesso? Non ci credo che la Reggina non abbia futuro, non è possibile. Questa società ha necessità di essere supportata da altre forze economiche per far si che venga fuori un gruppo forte, senza investimenti importanti non si possono fare grandi programmi. Mimmo Praticò da solo non può farcela.

Tra le grandi soddisfazioni quel premio ricevuto a Montecarlo che ha visto la mia persona risultare come uno dei sette migliori dirigenti nel panorama europeo, straordinario riconoscimento.

Quanto è stata importante la Reggina nella mia vita? Vi dico che mia moglie era gelosa di una sola cosa e ripetutamente diceva: “La mia rivale in amore è la tua amante Reggina”.

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