Il reggino di Google Michele Chiappalone svela il dietro le quinte di Mountain View.


IL motore di ricerca n.1 ha trovato l’Aula Magna d’Ingegneria piena di studenti che ben oltre l’orario previsto, hanno conosciuto la filosofia, il sistema di recruting, l’organizzazione e quanto serve per varcare la porta d’accesso dell’azienda di Mountain View.L’incontro è stato organizzato da Domenico Ursino ed introdotto dal direttore del Diies, Giacomo Messina che hanno lasciato subito il microfono e la scena al sig. Google, alias Michele Chiappalone.Laureato in ingegneria delle Telecomunicazione alla Mediterranea, dopo alcune esperienze lavorative in Italia, alcuni mesi fa è stato assunto come Technical account manager presso la sede londinese.Maglietta aziendale e telecomando in mano, ha raccontato il dietro le quinte del colosso americano che ha trasformato l’idea stessa di Internet supportato da due googler, Davide ed Alejandra, in collegamento video.Molto seguita la presentazione della storia aziendale e dei prodotti in fase di sviluppo che Google intende presentare in futuro: dall’auto senza pilota ai già noti Google Glass. Non c’è settore della vita quotidiana che non possa essere migliorato; per questo ogni ambito della conoscenza si integra nei progetti di Google, con un denominatore comune: diffondere e condividere le informazioni.Non serviva il Web per scoprire che la conoscenza è la pietra filosofale dei nostri tempi. Google è riuscita a mettere assieme etica e mercato, con una filosofia che punta sulla valorizzazione delle idee in ambienti di lavoro che chiamare uffici è totalmente riduttivo.Numerose le domande dei ragazzi, favorite dallo stile informale dell’incontro.In particolare è stata molto seguita la sezione dedicata ai colloqui di lavoro: come scrivere un curriculum, affrontare al meglio l’approccio con gli esaminatori e dove trovare le posizioni aperte per entrare nel mondo Google da un posto diverso rispetto alla home page del browser.Unico elemento di disturbo, nell’incontro che il prof. Ursino ha gestito al meglio, le decine di gadgets in bella mostra sulla cattedra. Il pubblico di nerds ha resistito fino alla fine, per poi cingere l’assedio finale che dei gadgets non ha lasciato traccia.