Quattrone incatenato a Catanzaro, l'avv. Vazzana: 'La giustizia dia un segnale'

Continua la protesta di Quattrone Francesco Gregorio, oggi incatenato al Tribunale di Catanzaro

Risposte concrete. È questa la richiesta dell’imprenditore reggino Francesco Gregorio Quattrone che, nelle scorse settimane, era balzato agli onori della cronaca per essersi incatenato, per 4 giorni, all’ingresso del Cedir di Reggio Calabria. La battaglia per avere giustizia continua, anche oggi, questa volta a Catanzaro.

La protesta di Quattrone continua a Catanzaro

Quattrone 1

Dopo la protesta romana, l’imprenditore continua a raccontare il suo dramma giudiziario nel capoluogo calabrese, nella speranza che qualcuno accolga il suo accorato grido di aiuto:

“Stritolato e derubato ingiustamente dalla giusta giustizia? La cerco e la voglio – si legge nel cartello che il sig. Quattrone tiene in mano. Accusato di associazione mi sequestrano e confiscano tutti i beni frutto di lavoro e sacrifici onesti da 50 anni accumulati per poi assolvermi in primo grado perché il fatto non sussiste ma i beni rimangono allo stato. Chiedo e voglio la giusta giustizia”.

L’avv. Vazzana: “La giustizia dia un segnale”

“Quattrone è molto determinato – ha detto l’avv. Maria Domenica Vazzana del Foro di Melito Porto Salvo, nuovo legale di fiducia della famiglia. Chiede risposte e giustizia, siamo molto preoccupati, stare intere giornate fuori con le temperature che in questo momento sono molto alte è rischioso. Al vaglio della difesa tutti gli atti transitati alla base del provvedimento di confisca, ma la giustizia dia un segnale a quest’ uomo, che non vuole nulla in regalo, se non risposte e una giustizia giusta”.