Università, incentivi per chi resta al Sud. Il Nord accusa gli Atenei di 'rubare' studenti

"Non sono favorevole a msirue di tipo territoriale". Il Ministro Manfredi boccia le iniziative del sud a favore degli studenti universitari

Ai tempi del Covid la vita si trasforma in una grande incertezza. I ragazzi che, solamente, qualche settimana fa, hanno affrontato un esame di stato inedito adesso si trovano di fronte ad un’ardua scelta. Università, andare o restare?

Quasi la metà degli studenti del Sud decide di partire, andar via di casa e trasferirsi al Nord. Nel 2020, però, il problema delle immatricolazioni, che da decenni affligge le università del meridione, sembra aver colpito tutto lo Stivale, come conseguenza del Covid. C’è chi, ovviamente, ha paura di partire per non rischiare di vivere un nuovo lockdown lontano da casa, c’è chi preferisce rimanere in Calabria, una terra dove il virus non ha avuto la stessa drastica presa di altre regioni italiane.

Per questo motivo, gli atenei del sud hanno deciso di incentivare gli studenti a restare. Apripista sono stati quelli della Regione Sicilia e della Regione Puglia che hanno stanziato dei fondi per abbattere le tasse e permettere anche alle famiglie di respirare.

“Si tratta di una normale forma di concorrenza, certo non sleale — spiega Fabrizio Micari, rettore di Palermo — la competizione tra atenei c’è sempre stata, ciascuno fa la sua politica, noi per esempio abbiamo alzato il tetto della no tax area a 25mila euro, il 70% dei nostri ragazzi sarà esonerato dalle tasse. E poi la misura della Regione prevede due azioni per complessivi 7 milioni: metà per sostenere i fuorisede, l’altra per chi sceglie di tornare”.

Secondo quanto riportato da Repubblica, per le università d’Italia è scattata una vera e propria corsa a sostenere il diritto allo studio al tempo del Covid. Il nord, però, non sembra aver preso bene le iniziative dei colleghi del sud.

Il rettore della Statale di Milano, Elio Franzini, ad esempio, ha ammesso:

“Per tradizione e storia, l’università è volontà di spostarsi e dialogare con altre realtà sociali e culturali. E solo in questo modo si crea un sistema Paese innovativo e produttivo”. Allo stesso modo anche il rettore di Padova, Rosario Rizzuto: “L’ottica di rubarsi gli studenti non va bene, il problema vero è aumentare gli iscritti: sono più preoccupato dalla perdita di sistema che dalla competizione”.

Anche il ministro dell’Università. Gaetano Manfredi non ha visto di buon occhio tali iniziative:

“Non conosco nel dettaglio questi incentivi, però non sono favorevole a misure che abbiamo una caratteristica di tipo territoriale, in qualsiasi posto vengano fatti. Dobbiamo garantire pari opportunità agli studenti e libertà di scelta”.

Fonte: Repubblica