Io Resto Qui - Ines Barone, la ricercatrice tornata dal Texas per studiare il cancro

Nuovo appuntamento con #Iorestoqui, rubrica di Cit

Nuovo appuntamento con #Iorestoqui, rubrica di Citynow che intende dare spazio a chi, in un periodo particolarmente complicato, ha scelto di rimanere o tornare in Calabria. Imprenditori, studenti, artisti, sportivi, gente ‘normale’: City Now racconterà le storie di persone comuni, unite dallo stesso sentimento nei confronti della propria terra.

Percorsi differenti ma con lo stesso punto di partenza e di arrivo, la Calabria. Riporre speranza e fiducia in una valigia non è l’unica soluzione, spinta da questa convinzione Citynow vuole dare spazio e voce a chi ha il coraggio di dire #Iorestoqui….

(Vuoi segnalarci la tua storia, raccontarci la tua scelta di rimanere in Calabria ? Invia una mail a [email protected], sarai contattato dalla nostra redazione)

Questa settimana l’ospite è Ines Barone, anche se in questo caso è più corretto parlare di ‘io torno qui’. Dopo un periodo di perfezionamento in Texas per studiare il tumore alla mammella, la ricercatrice calabrese infatti ha deciso che poteva continuare a fare ricerca anche nella sua terra, la Calabria, dove è nata.

“Dopo la laurea – racconta Ines Barone – ho scelto di proseguire con un dottorato di ricerca qui nell’ateneo calabrese e ho avuto la fortuna di essere selezionata per un borsa di studio negli Stati Uniti. Dopo i tre anni trascorsi in America, avrei potuto scegliere di restare ancora Oltreoceano, ma nonostante le opportunità e le strade offerte che sono innumerevoli, competitive e stimolanti, avevo voglia di ritornare e di investire le mie energie in Calabria”.

Grazie ad una borsa di studio congiunta Airc-Marie Curie, un programma speciale che la Comunità europea sostiene in collaborazione con l’Associazione italiana per la ricerca sul cancro per favorire il ritorno in patria dei ricercatori che sono fuori, la ricercatrice calabrese ha avuto la possibilità di tornare nella sua terra e proseguire il proprio percorso professionale.

Ora, a 32 anni e con una laurea in Farmacia e un dottorato alle spalle, è una delle studiose su cui l’Airc ha deciso di puntare e svolge la sua attività di ricerca nei laboratori di Patologia generale dell’Unical. La passione per questa branca della medicina è nata durante la redazione della tesi per il completamento degli studi universitari, che riguardava la relazione tra i recettori per gli estrogeni nel carcinoma mammario e la leptina (un ormone i cui livelli sono particolarmente elevati nei soggetti obesi).

Sincero e intenso il legame che unisce Ines Barone alla Calabria
, più forte anche del fattore economico. La borsa di studio triennale post-dottorato che aveva vinto al Baylor College of Medicine di Houston, in Texas, le garantiva infatti uno stipendio di 3200 dollari al mese. Il richiamo però è stato troppo forte, e oggi Ines può non far parte della fuga di cervelli all’estero che è uno dei problemi principali non solo del Sud ma di tutta l’Italia.

Ma è possibile quindi fare ricerca in Calabria, dove la sanità non è certamente ai livelli del nord-Italia e dove sono tante le lacune da colmare? La risposta di Ines non lascia spazio a dubbi:”Assolutamente sì e i risultati raggiunti dal gruppo di Oncologia endocrina coordinato dal professore Sebastiano Andò, del quale faccio parte, ne sono la dimostrazione. Certo -ammette ai microfoni del Corriere della Sera- rispetto ad altri atenei italiani più grandi e a strutture estere, le difficoltà sono notevolmente maggiori e i fondi minori… ma le menti non mancano, così come la volontà di contribuire al progresso scientifico”.