Bari, il Comune verrà sciolto per mafia? Falcomatà difende De Caro: 'E' un riferimento per tutti i sindaci'

Il Comune di Bari rischia di essere sciolto per mafia? Il sindaco Falcomatà difende l'amico De Caro

Una vera bufera che coinvolgerà diversi esponenti politici.

Il Comune di Bari rischia di essere commissariato per infiltrazioni mafiose. La notizia di questa mattina ha fatto balzare dalla sedia il sindaco De Caro che ha subito commentato con parole tutt’altro che pacate definendo l’avvio dell’iter un “atto di guerra”. Parla anche di “sabotaggio” della “vita democratica” il primo cittadino Antonio De Caro, di fronte alla decisione del ministero dell’Interno Matteo Piantedosi di nominare la commissione di accesso finalizzata alla verifica dell’ipotesi di scioglimento del Consiglio comunale per infiltrazioni mafiose.

L’input del Viminale al prefetto, segue un incontro con esponenti pugliesi della maggioranza di governo, compreso il viceministro barese Marcello Gemmato, dopo l’inchiesta dell’antimafia barese che ha ipotizzato un’influenza del clan Parisi-Palermiti sulla scorsa tornata elettorale nel 2019, con arresti eccellenti.

In attesa di comprenderne gli sviluppi il sindaco De Caro è stato travolto da messaggi di solidarietà tra cui anche il sindaco Giuseppe Falcomatà:

Nel suo messaggio, Falcomatà elogia De Caro, definendolo “una persona perbene” la cui amministrazione è considerata un faro di integrità per tutto il paese.

Falcomatà De Caro

“Il suo operato non solo brilla per trasparenza ma è anche un riferimento per tutti i sindaci che quotidianamente combattono in territori difficili respingendo i tentacoli della criminalità organizzata”, scrive Falcomatà.

L’immagine diffusa, che mostra i due sindaci in un momento di caloroso abbraccio, sottolinea la profondità del loro legame professionale e personale.

Il sindaco di Reggio Calabria non si ferma qui e prosegue condannando coloro che tentano di “gettare ombre” sull’esperienza barese, sottolineando come tali critiche siano “oggettivamente inaccettabili”. La metafora finale,

“Potranno anche recidere qualche fiore, ma non fermeranno la primavera”, evoca un messaggio di speranza e resistenza contro le avversità.