Inside the book - William Butler Yeats: Fiabe Irlandesi

Come ogni domenica CityNow vi propone un libro da leggere. A far da protagonista questa settimana William Butler Yeats: con 'Fiabe Irlandesi'

“The world is full of magic things, patiently waiting for our senses to grow sharper.” (W.B.Yeats)

Buona domenica lettori! Oggi la nostra rubrica va decisamente in trasferta… si va in Irlanda! Ad attenderci un mix di esoterismo, spiritualità, benevolenza, magia e inganno. Un insieme di emozioni sbalorditive e paure da far tremare anche l’animo più scettico.

William Butler Yeats affascinato dal folclore irlandese, ha creato una raccolta completa di storie fantastiche, a tratti inverosimili, mettendo insieme i racconti custoditi in: Fiabe e racconti popolari delle campagne irlandesi (1888) e Fiabe irlandesi (1892).

Favole e leggende già rese note, in parte, dai più grandi scrittori del suo paese, tra cui Thomas Crofton Croker, Jane Francesca Elgee (più conosciuta come Lady Wilde, madre del noto autore dandy Oscar), William Carleton, Douglas Hyde. Ognuno dei quali, con grande maestria e curiosità, è riuscito nel mirabile intento di interpretare, diffondere e rendere nuovamente vivide le memorie di una tradizione popolare così vivace e piena di magia come appare quella irlandese.

Spettri, streghe, diavoli, giganti, gatti magici, druidi, elfi, meravigliose e suscettibili fate e folletti, dall’animo tanto nobile quanto dispettoso; sono loro i principali protagonisti di quest’opera, frutto della volontà di tenere insieme quella che è definita la “letteratura fantastica del popolo”, tanto più vicina per caratteri e inclinazioni alla poesia della Scozia piuttosto che a quella inglese, in cui invece le antiche narrazioni si improntano sulle gesta dei mortali.

Anche nei tempi più antichi, a dispetto di quanto si è soliti supporre, credere nell’esistenza di esseri soprannaturali non era una prerogativa così comune, le creature fatate sono sempre state considerate chimere romantiche e, soprattutto, la loro indole non propriamente docile e accomodante nei confronti degli uomini, per cui spesso sviluppavano delle vere e proprie ossessioni, era un motivo in più per tenersi completamente alla larga da loro.

Non farsi domande al riguardo e non disturbare le loro abitudini per non indispettirli, malgrado non se ne ammettesse sempre l’esistenza, era oltremodo un bel paradosso! Ma l’uomo non è mai stato un soggetto semplice da comprendere, attratto e respinto al tempo stesso dal desiderio di scoprire la verità.

Ma chi sono le fate?
“La parola irlandese per fata è sheehogue… Angeli caduti in peccato, non buoni abbastanza per essere salvati, né cattivi al punto da essere dannati poiché il male compiuto era del tutto privo di malizia,” o almeno questo è quello che sostiene la tradizione. “Secondo il libro di Armagh sono invece “gli dei della terra”, per gli studiosi della mitologia irlandese sono “gli dei dell’Irlanda pagana” che, non più venerati e alimentati con offerte, si sono rimpiccioliti nell’immaginario collettivo e sono ormai alti solo poche spanne.”

Nonostante l’inesorabile scorrere del tempo la magia continua ad avere una presa ben salda sull’uomo, a tal punto da spingere scrittori provenienti da ogni parte del mondo a scavare nella storia e mettere nero su bianco tutto ciò che è possibile sapere su queste misteriose creature. Probabilmente il motivo è che sentiamo un legame quasi primordiale che ci spinge ad andare alla ricerca delle nostre origini.

Secondo Yeats infatti, i vari studiosi del folclore irlandese sono alla ricerca della religione primitiva dell’umanità e hanno fatto della letteratura una vera e propria scienza con pregi e difetti, intraprendendo studi di lingua gaelica, di musica e di danza. Tuttavia, la società, ormai formata in gran parte dai ranghi più borghesi, in netta contrapposizione con i contadini custodi dei segreti fatati, era solita considerare questo filone letterario con particolare umorismo, almeno fino alla pubblicazione di Lady Wilde, grazie alla quale è tornato a primeggiare il patos, la tenerezza e il vero spirito Celta.

Il mondo invisibile e quello visibile si sono sempre tenuti per mano, qualsiasi circostanza accade nell’uno ha delle ripercussioni sull’altro e viceversa, questo è solo uno degli insegnamenti che l’autore tramite queste storie ci trasmette. Storie di uomini e donne il cui corso della vita è drasticamente mutato a causa dell’intervento di questo giocoso popolo magico, di cui sperimentiamo quotidianamente l’influenza nelle nostre vite tramite il sogno. Viviamo tra loro, lottiamo con loro, ne siamo pervasi e basterebbe affinare i sensi per percepire le loro mutevoli forme e i loro desideri, a volte labili e capricciosi al pari dei nostri.

Una lettura che vi arricchirà e vi farà davvero venir voglia di fare subito le valigie per poter visitare più da vicino quei luoghi splendidi che hanno forgiato l’aspetto e il ricordo di un’Irlanda al contempo pagana e cattolica, un paese in cui la tradizione celtica è riuscita a unirsi in modo quasi armonioso con la religione europea, perché lo spiritualismo ha sempre una matrice comune in fondo.
Buona lettura e occhio alle folate di vento improvvise, a quanto pare i festeggiamenti fatati iniziano così!