Maturità 2020 e la 'consolazione' degli esami in presenza: il racconto di Marco

"Le rinunce, cui questo virus ci ha sottoposto, non ci impediranno di realizzare i nostri sogni"

“Mi chiamo Marco, ho 18 anni e frequento l’ultimo anno delle superiori. Quest’anno dovrò sostenere gli esami di maturità, un momento che tutti gli adolescenti come me aspettano per cominciare a mettere i primi tasselli sul proprio futuro e iniziare a costruire la propria vita.

Quest’anno, però, saranno degli esami molto strani rispetto ai precedenti, a causa della pandemia da coronavirus che sta mettendo in ginocchio il mondo intero. Inutile dire che mai mi sarei aspettato di concludere così il mio percorso di studi, soprattutto perché, all’inizio di questa pandemia, pensavo che verso i primi di maggio ci sarebbe stato un pronto rientro tra i banchi di scuola. E invece no. Ben presto la mia scrivania ha preso il posto del mio banco, la mia tastiera il posto della mia penna e il mio computer il posto della classe fisica.

La consolazione che ho avuto è che quantomeno gli esami si faranno in presenza (anche se non è definitivamente esclusa la possibilità di un esame in call conference) ma allo stesso tempo sarà difficile accettare di stare ad un metro di distanza, non poter dare l’in bocca al lupo ai miei compagni prima di iniziare, non poter andare a festeggiare tutti insieme una volta finito tutto. Tuttavia, penso che tutti i sacrifici, le rinunce, cui questo virus ci ha sottoposto, non ci impediranno di realizzare i nostri sogni, i nostri progetti di vita. Noi, saremo più forti di lui”.

Marco Pizzimenti, Istituto Tecnico Economico ‘Raffaele Piria’