A Latina decade il sindaco, a Reggio tutto tace. Klaus Davi: 'Città dimenticata da tutti'

'A Reggio ancora si parla di Scopelliti mentre la città affonda nell'illegalità. Silenzio della Prefettura incomprensibile', le parole di Davi a CityNow

La sottile linea visibile che unisce Reggio Calabria a Latina. La sezione di Latina del Tar del Lazio ha accolto uno dei ricorsi sulle elezioni comunali del 3 e 4 ottobre 2021 annullando la proclamazione degli eletti e l’esito in ventidue sezioni su 116. La decisione dei giudici amministrativi comporta la decadenza del sindaco Damiano Coletta e dell’intero Consiglio comunale e il ritorno alle urne per le sezioni oggetto della contestazione.

Il ricorso era stato presentato da alcuni candidati consiglieri comunali non eletti della lista “Latina nel cuore”, a supporto di Vincenzo Zaccheo, partendo dall’ipotesi che in alcune sezioni elettorali, 33 su 116, si sarebbero verificate irregolarità tali da inficiare il risultato stesso.

Rispetto a quanto accaduto a Latina, è impossibile non ritornare sulla vicenda dei presunti brogli elettorali verificatisi alle comunali reggine del 2020. Klaus Davi, candidato a sindaco in quella tornata elettorale, denunciò pubblicamente particolarità e stranezze a urne ancora aperte.

Ai microfoni di CityNow, il massmediologo analizza le due situazioni.

“A Latina sono decaduti sindaco e consiglio comunale, Reggio Calabria si conferma città dimenticata da tutti. Spero ancora ci possa essere uno scatto d’orgoglio, nonostante i vari appelli, rimane il totale silenzio della Prefettura. Non penso debba avere funzione di assenza in una situazione del genere.

A Reggio ancora si parla di Scopelliti mentre la città affonda in una illegalità dilagante. Non ci possiamo affidare solo alla magistratura, anche i cittadini devono ribellarsi. Dispiace -prosegue Davi- perchè l’immagine proiettata della città nell’anno dei Bronzi, è devastante. Ovunque vado, la gente mi chiede ‘le istituzioni dove sono?’.

Il già candidato a sindaco di Reggio Calabria non riesce a spiegarsi il silenzio che ha avvolto come un cappio la vicenda dei brogli elettorali.

“Più di quanto accaduto, cosa doveva succedere? Bisognava fondare un partito dei De Stefano? La speranza, nonostante tutto, c’è ancora. L’episodio di Latina deve farci riflettere nella speranza che accada qualcosa qui a Reggio Calabria.  Se ci sono state contaminazioni di un certo tipo è tutto l’insieme che non va, minando in questo modo la credibilità delle istituzioni. La legalità a intermittenza non può esistere”.

Ai microfoni di CityNow, nel corso della trasmissione di Live Break, l’ex capogruppo del Pd Antonino Castorina (indagato nella vicenda dei brogli elettorali) si era domandato come mai Klaus Davi non avesse denunciato alla Prefettura le irregolarità

“L’obbligatorietà dell’azione penale esiste solo per Scopelliti a quanto pare. C’era bisogno di denuncia specifica? Vero, su questo Castorina ha ragione. Non l’abbiamo fisicamente presentata nelle sedi opportune ma abbiamo denunciato pubblicamente ad urne ancora aperte. L’indagine sui brogli è ancora in corso, vedremo come evolverà, ho fiducia che la verità verra’ fuori”.

Il massmediologo si era già espresso sul prossimo rientro in consiglio comunale di Castorina, ai microfoni di CityNow chiarisce.

“Ha tutto il diritto di poterci tornare, bisogna distinguere l’aspetto giudiziario dall’opportunità. Che messaggio diamo ai cittadini? Dovrà affrontare un probabile processo su un fatto grave senza essersi dimesso, avrebbe dato un messaggio di linearità e coerenza. Fu Berlinguer, suo riferimento politico, a evidenziare la questione politica. A mio parere Castorina doveva dimettersi, tanto ha uno zoccolo duro consistente di consenso elettorale. Cosi invece trascinerà istituzioni nella vicenda dei brogli elettorali”.

Non solo giornalista e massmediologo, Klaus Davi è anche un esperto di marketing e promozione. Facile, considerata la recente conferenza di presentazione a Roma, chiedere un parere su come la Calabria stia affrontando la sfida relativa ai 50 anni dal ritrovamento dei Bronzi di Riace.

“La Calabria è in fase di ascesa sul piano turistico, è una regione che paradossalmente l’Italia e i turisti stanno riscoprendo adesso. Sul piano del marketing è mancata a mio parere una vera strategia su come usare il simbolo dei Bronzi di Riace, come declinarli e renderli un’icona planetaria. Vedo però uno sforzo nell’organizzazione degli eventi, la presentazione a Roma ha catalizzato l’attenzione di tutti i media nazionali, però non ho notato una strategia di comunicazione pianificata”, il pensiero di Davi.