L'Aspromonte è sotto attacco e dobbiamo difenderlo tutti insieme

"È stato fatto tutto il possibile? Di chi è la responsabilità?". Le Guide Ufficiali del Parco Aspromonte chiedono un'operazione verità

“L’Aspromonte non ha confini, è la montagna di tutti. L’Aspromonte è sotto attacco da molti fronti e dobbiamo difenderlo. Tutti insieme.

Gli incendi che l’hanno bruciato e offeso sono stati appiccati da mani criminali. Chiederemo con forza che venga fatta luce su quanto accaduto.

Nessuno dimentichi, neanche per un istante, che se il fuoco non parte non deve essere spento. L’Aspromonte è sotto attacco perché viene minacciato il Parco, non quello degli uffici e delle carte bollate, ma quello dei mille habitat e della straordinaria biodiversità. Biodiversità che regge interamente il mondo in cui viviamo, senza la quale le fondamenta delle nostre vite crollerebbero miseramente.

Il Parco serve a proteggere l’uomo da sé stesso.

Pensare oggi di intraprendere azioni invasive e scorrette, sull’onda del passaggio del fuoco, è criminale – dolosamente e colposamente – quanto il rogo stesso. Rimuovere vincoli o allentare le maglie della protezione è criminale. Il Parco poteva, può e potrà essere fruito rispettandolo, senza cadere nella trappola del “tutto vietato”, perché non è così!

Un rimboschimento fatto male può rappresentare una grave perdita di biodiversità, così come l’apertura di una “strada”, presunte sistemazioni o tentativi di “governo del territorio” insieme ad altri interventi invocati da più parti.

Non bisogna fare nulla quindi? Certo che no. Bisogna sfruttare tutte le operose competenze e specializzazioni, a partire da quelle presenti sul territorio, per elaborare una severa analisi di quanto successo, finalizzata ad acquisire tutti gli strumenti idonei a dare il giusto contributo per la ripresa naturale degli ecosistemi coinvolti dal passaggio del fuoco.

Ovvero vigilare e stimolare la naturalità dei processi, se necessario.

Nessuna emergenza, nessun finanziamento a pioggia (fermo restando i dovuti ristori alle attività economiche e privati duramente colpiti), nessun piano straordinario risolutore. Solo tanto, tanto, tantissimo impegno e competenze per rispondere a questi disastri, per vie più ordinarie possibili e senza speculazioni, nei tempi necessari.

Parallelamente, ove tali analisi sollevino potenziali problemi e rischi idrogeologici immediati, bisogna intervenire subito, con azioni e monitoraggi atti a scongiurare problemi per le zone antropizzate colpite. La famigerata prevenzione, che da anni chiediamo a gran voce sulla questione incendi.

Il problema non è il Parco, anzi semmai è l’unico argine che potremmo opporre a questa deriva. Non sono stati i regolamenti del Parco, né i suoi limiti, né le sue regole ad alimentare il fuoco. Sono stati i piromani ad appiccare gli incendi, animati da cosa ce lo dovranno dire gli inquirenti che indagheranno (si spera), agevolati da chi non ha saputo o voluto attrezzarsi per tempo, organizzare mezzi, uomini e controllo del territorio.

Questo non era di certo il Parco a doverlo fare (non dirige aerei, mezzi, autobotti o altro), ma è la Regione Calabria a dover provvedere ad un serio piano antincendio, con tutte le varie diramazioni territoriali e strutturali.

Non è forse di competenza Regionale l’antiincendio boschivo? Chi compone le sale operative? Allora perché nessuno chiama in causa anche questi enti e soggetti, perché non stanno sul banco degli imputati?

È stato fatto tutto il possibile? Attendiamo una risposta.

Noi oggi possiamo solo ringraziare tutti gli operatori che abbiamo visto spendersi sul territorio (operai, vigili del fuoco, volontari, protezione civile etc), anche loro vittime di questa disorganizzazione. Grazie a voi che siete stati nelle fiamme, grazie davvero.

Ma sotto la foglia di fico del Parco dell’Aspromonte si nasconde forse una responsabilità più grande?
Sono domande che vogliamo porci qui, da Aspromontani che sul pregio della nostra montagna hanno costruito imprese, famiglie ed economie. Difendere il Parco, per noi, vuol dire anche questo, difendere il nostro lavoro e le nostre vite.

Noi non stiamo difendendo l’Ente (non abbiamo nessun rapporto diretto con l’Ente Parco Nazionale dell’Aspromonte, dal quale siamo totalmente indipendenti), ma crediamo che vada fatta luce su tutte le eventuali responsabilità perché, per arrivare fino in fondo, non bisogna fermarsi solo al Parco.

Noi vorremmo, invece, che tutti quanti difendessero l’Aspromonte, ognuno a suo modo, secondo le proprie capacità e competenze, senza dualismi e divisioni tra mare e montagna, perché l’Aspromonte nasce dal Mediterraneo ed arriva fino al cielo, l’Aspromonte è un patrimonio di tutti!

Bisogna lanciare un’operazione verità e bisogna farlo tutti insieme, chiedere che si intervenga sulle criticità e che si affrontino i problemi. Dovrà essere un movimento condiviso, dove ognuno di noi dovrà fare la propria parte.

Al nostro fianco pretendiamo che ci siano enti all’altezza.

Noi faremo la nostra parte, difenderemo il Parco”.

L’associazione guide ufficiali del Parco Nazionale Aspromonte