L’Associazione Culturale Anassilaos promuove una riflessione sulla tragedia armena


Nell’ambito degli incontri dedicati al Centenario della Prima Guerra Mondiale l’Associazione Culturale Anassilaos promuove una riflessione su uno degli eventi più tragici della Guerra, quella tragedia armena che, ancora oggi, a distanza di cento anni, è motivo di scontro tra la Turchia, il giovane stato armeno e la diaspora armena nel mondo. L’incontro si terrà sabato 18 luglio alle ore 18,00 presso la Saletta di San Giorgio al Corso con l’intervento del Prof. Antonino Romeo che in più occasioni ha affrontato con obiettività storica,  “sine ira et sine studio” (senza animosità e simpatia) per dirla con lo scrittore latino Tacito, fatti storici complessi che , nonostante gli anni trascorsi, alimentano controversie politiche e diplomatiche.  Quanto la tragedia armena continui ancora oggi ad essere oggetto di controversia tra gli stati è stato ampiamente dimostrato dalla reazione del primo ministro turco Erdogan sia  al recente intervento di Papa Francesco che ha parlato di “genocidio armeno” che alla risoluzione del Parlamento europeo che ha approvato qualche mese fa una risoluzione che riconosce il genocidio degli Armeni, rendendo  omaggio alle vittime, proponendo  l’istituzione di una giornata europea del ricordo e deplorando ogni tentativo di negazionismo. Di fronte alle vittime e ai loro familiari è senza dubbio difficile per lo storico tentare una interpretazione asciutta dei fatti che tenga conto dei diversi fattori in gioco, ma giova senza dubbio, sul piano del metodo storico, inserire la “tragedia armena” o “il genocidio armeno” – peraltro riconosciuto da molti stati- nel contesto altrettanto tragico della Prima Guerra Mondiale che vedeva l’Impero Ottomano alleato degli Imperi Centrali (Germania e Austroungheria) e in guerra con gli stati della Triplice Intesa (Francia, Gran Bretagna, Russia) cui, nel maggio del 1915 si era unita anche l’Italia. Un episodio terribile frutto anche della composizione multietnica di parte degli stati in conflitto (Austria-Ungheria e Impero Ottomano) che creò, all’interno di essi,  attriti, diffidenze, sospetti sfociati nel dramma armeno. Basti pensare –per fare solo qualche esempio a noi vicino – alla difficile posizione degli Italiani all’interno della duplice monarchia asburgica divisi tra la lealtà al proprio stato di appartenenza (Austria) e il Paese cui appartenevano per lingua, cultura, razza (l’Italia).

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