Legge Severino, il Pd presenta una proposta di cambiamento. "Lo fa solo per la condanna di Falcomatà"

"Dopo la questione Falcomatà il Pd si accorge del problema", le parole del deputato Enrico Costa

Torna argomento di discussione la legge Severino e le possibili novità in arrivo. È stato depositato ieri, sia al Senato che alla Camera, un ddl che modifica la legge Severino per quanto riguarda la responsabilità degli amministratori locali.

“Il testo, firmato da autorevoli parlamentari del Pd prevede che non ci sia più la sospensione automatica per gli amministratori regionali e locali che riportano condanne non definitive, a meno che non si tratti di condanne per reati gravi e di particolare allarme sociale tra i quali la corruzione, la concussione e i delitti legati alle mafie”.

“Il ddl raccoglie l’esigenza, manifestata da molto tempo e con crescente intensità soprattutto dai sindaci italiani, di modificare in maniera chirurgica alcuni punti della Legge Severino che nei nove anni trascorsi dalla sua entrata in vigore sono stati in non pochi casi all’origine di vicende paradossali e inique.

Peraltro questa proposta, in quanto mira a realizzare un diverso bilanciamento tra le esigenze della lotta all’illegalità e quelle della salvaguardia della stabilità ed efficienza delle pubbliche amministrazioni, si pone in antitesi con l’approccio seguito dai promotori del referendum in materia di giustizia, un approccio che risulta del tutto non condivisibile poiché fondato su una linea di abrogazione indiscriminata delle norme”, si legge in una nota.

Ad attaccare il Pd per la proposta presentata, ritenendola strettamente collegata alla recente sentenza di condanna per Giuseppe Falcomatà, è Enrico Costa, deputato di Azione.

“Il Pd scopre le distorsioni della legge Severino solo quando a rischio sospensione è un suo Sindaco. Insensibili da sempre alla mia battaglia a nome dei tanti Sindaci che si son dovuti dimettere, salvo poi essere assolti, i dem si svegliano dal torpore quando ad essere interessato è un loro compagno di partito.

“Ho presentato emendamenti e un ordine del giorno lo scorso 23 luglio accolto dal Governo – spiega Costa – per correggere la follia di condanne non definitive per abuso d’ufficio con effetti di decapitazione sulle amministrazioni comunali, ma da quel giorno ancora non si è mosso nulla. Dopo la questione Falcomatà il Pd si accorge del problema. Bene. Pur di risolverlo, accettiamo le loro convenienze anteposte alle convinzioni”, le parole di Costa.