Processo Galassia, "Danilone" scrive a Davi: 'Ho commesso errori, ma non sono un mafioso'

Condannato nel processo Galassia con l’accusa di avere un ruolo di spicco nella ’ndrangheta locale, Iannì ha scritto a Davi in cerca di giustizia

Danilone” è il soprannome di Danilo Iannì condannato nell’ambito del Processo Galassia che, lo scorso mese, ha inviato una lettera a Klaus Davi.

La lettera porta la data dell’1 dicembre 2020 e parte dal carcere di Reggio Calabria.

La lettera di Danilo Iannì a Klaus Davi

“Carissimo Klaus, anzi pardon “carissimo massmediologo politico”, come ti butta? La fidanzata te la sei trovata o continui a bazzicare la rinomata “mucca assassina” in quel di Milano?
Scemenze a parte, mi auguro tu stia bene, come uguale cosa ti dico di me. Certo dal principe di Savoia al carcere di San Pietro, capisci bene che il passo è breve.

Qualche giorno addietro ho avuto modo di vederti sulle reti Mediaset, in occasione della presentazione del tuo ultimo libro, che qualora me ne omaggiassi una copia spedendomela al carcere, leggerei tanto per curiosità quanto per un’eventuale arricchimento del mio umile bagaglio culturale.

Che dirti, seguo sui vari organi di informazione le tue battaglie quasi quotidiane sulla criminalità calabrese e mi appresto a prenderne contezza. Lungi da me poterle giudicare, sindacare o commentare.

Ma io caro Klaus una cosa te la vorrei dire, e la garantisco mettendoci la faccia.

Dirti: “ah la Ndrangheta non esiste, ah i giornali, ecc”, potrebbe risultare un’eresia, d’altronde vi sono state centinaia di sentenze passate in giudicato dalla suprema corte, amen.

Ma fare di tutta l’erba un fascio, mettere nel calderone 50 persone pur di colpirne a tutti i costi 6/7,quello è un delitto.

Io sono in galera da oltre due anni e ti dirò, con dati di fatto, se tu vivessi la quotidianità della galera (e non lo escludo date le tue mille fonti), ti renderesti conto che non è tutto ‘ndrangheta, che non può essere tutto 416, che c’è gente che per un saluto od una cena o un’esternazione magari non da antologia, si trova in galera per 416 bis. Gente che non ha €50 per la spesa o i soldi per le sigarette. E non uso un eufemismo, dico la verità!

Oggi mi trovo anch’io qui, lavoro come portatutto per €300 al mese e tu stesso dicevi che hai saputo che li davo per mancia settimanale ai parcheggiatori del Principe di Savoia. Come cambia la vita eh? Ma tralasciamolo questo.

L’essere lontano dagli affetti familiari, senza avere né arte né parte rode il culo. In questo tempo morto ho intenzione di intraprendere gli studi universitari per una triennale e accetto consigli sulla facoltà. Purtroppo il mio tempo in galera sarà lungo, ma chi meglio di te, può sapere la verità ed essere consapevole della mia estraneità alla ‘ndrangheta.

Dal 2016 tu mi scrivi in Facebook, avremo centinaia di chat dove tu stesso, in mille occasioni evidenziavi che io di certo non avevo il profilo di un mafioso, ma solo la malattia del gioco, la capacità del business ed il vizio del lusso.
È lì, è scritto, è visionabile.

Uno che non tende a nascondersi, anzi, tutt’altro proprio perché non ha da render conto a nessuno. Di sicuro non possono essere le movenze di uno ‘ndranghetista o vicino. Eppure oggi sono in galera, con un ruolo “apicale” della cosca Tegano, un promotore (ahahaha) c’è da morire.

Condannato a 12 anni con la vergognosa accusa del 416 bis, vergognato del fatto che mio figlio possa crescere e sapere che suo padre è in galera per mafia, per l’appunto di una cosa di cui non c’entra né dalla porta né dalla finestra.

Forse è questo il prezzo da pagare per chi “sfortunatamente” nasce a R.C.?
È questo il guaio di avere amici d’infanzia con i papà in galera che poi deve sfociare per forza in 416 bis? Dov’è scritto? Essere amici di scuola di Franco Francesco, di Tegano Domenico, lo sottolineo incensurati, può mai poter sfociare in 416 bis? Ancora un dubbio mi assale caro Klaus, Tu che sei rinomato per essere una persona che tende a cristallizzare/evidenziare i mafiosi, gli Ndranghetisti o pseudo che essi siano (non tocca a me saperlo).

Perchè non ho mai avuto il piacere, se non l’onore, di vederti sindacare, interessare di chi invece magari è vittima del modus R.C. e cioè del far di tutta l’erba un fascio? Io personalmente non sono un santo, ho evaso il fisco, ho fatto gioco d’azzardo ed è giusto che paghi, cosa già dichiarata ed accertata nelle sedi di interrogatorio di garanzia. Ma con la mafia cosa cazzo c’entro? Zero spaccato, lo sai tu, lo sa Dio e tutto il mondo.

Io credo che in galera vi siano tanti colpevoli e tantissimi innocenti. Gente che ha fatto 1 e paga 7. Gente che paga i 416 bis gratis, gente che ha sbagliato una volta e deve pagare sempre. Persone che un domani, a priori, saranno macchiati, inibiti, emarginati, allontanati. Da tutti e tutto e con essi i propri figli, caricati ingiustamente ad ereditare un macigno insormontabile, interdittive, ecc. Questo è un problema enorme di tante persone in galera senza un presente e un futuro. E chi se non tu, persona oggi così in auge, può sollevarlo?

Un giorno vorrei poter uscire da qui da uomo libero, dimostrando nelle sedi opportune, l’abbaglio giudiziario di cui sono vittima. Tornare a Milano magari da laureato, con mia moglie (che già lo è) e con mio figlio e poterti dire: “Trovami da lavorare, facciamo business” e lì arriva il problema.

Basterebbe infatti digitare su un comune motore di ricerca, citiamo Google, per vedere tutti i miei lussi conditi da Ferrari e champagne, offuscati e sovrastati dalla parola Ndrangheta, 416 bis, ecc. In sintesi, porte chiuse ovunque.
Io spero che tale situazione possa farti riflettere e sollevare magari un campanellino d’allarme, specie perché qui si parla di anni non di giorni.

In fondo, anche se molto in fondo, in ognuno di noi vi è la sensibilità e l’eventuale maturità di poter valutare se realmente si vuole. Allora caro Klaus passo ai saluti, fiducioso di poter avere tue risposte, compresa la spedizione del tuo nuovo libro (non ho una lira ora, capito?). Rinnovandoti i complimenti, per la tua escalation politico-elettorale, in fin dei conti, che piaccia o no, da R.C. A Lugano sono 1600km e hai preso 3000 voti mi pare. Se venivo io da R.C. A Lugano prendevo 3000 calci nel sedere. Ormai sei Reggino dunque non avrai difficoltà a tradurre il dialetto, mal che vada c’è chi per te.

Cordiali saluti

Danilone”.