Licenziamenti al GOM di Reggio, Calandruccio: ‘La sanità è andata allo sfascio’
Il dirigente nazionale FSI USAE si appella alle istituzioni per risolvere il dramma dei 70 licenziamenti al GOM di Reggio Calabria
03 Marzo 2020 - 15:26 | Riceviamo e pubblichiamo

Riceviamo e pubblichiamo la nota del dirigente nazionale della FSI USAE riguardante lo stato degli operatori sanitari in Calabria. Pasquale Calandruccio denuncia e lancia un accorato appello alle istituzioni per quanto sta accadendo, in questi giorni, in tutti gli ospedali calabresi e in particolar modo al GOM (Grande Ospedale Metropolitano) di Reggio Calabria.
La missiva riguarda il licenziamento di 70 precari (Medici, Infermieri, OSS e Tecnici) pur avendo i requisiti acquisiti in tutti questi anni di lavoro che con la loro abnegazione e professionalità hanno sopperito alle carenze organizzative di tutte le Unità Operative garantendo i LEA (Livelli Essenziali di Assistenza).
“Quello che ci preoccupa è il silenzio della politica tutta per questa assurda iniziativa a dir poco demenziale, specialmente in questo momento di emergenza sanitaria del Coronavirus pur sapendo che la pianta organica sia ridimensionata.
A seguito del licenziamento di tutto questo personale precario tutti i Direttori Generali delle aziende ospedaliere pensano di risolvere il problema con il blocco dei congedi sottoponendo tutti gli operatori sanitari a turni massacranti e impedendo agli stessi di svolgere il proprio lavoro con serenità a discapito dei cittadini utenti.
Dopo gli accordi sottoscritti nelle varie riunione che si sono susseguiti al Dipartimento della Salute regionale con l’allora Commissario per il piano di Rientro Massimo Scura si precisava che tutti i precari che avevano superato i trentasei mesi dovevano essere stabilizzati mentre coloro che non avevano raggiunto i tre anni dovevano essere prorogati fino al raggiungimento del periodo previsto dalla legge tutto ciò non è stato realizzato per incapacità dell’attuale Commissario che con il suo modo di gestire la sanità calabrese l’ha bloccata in tutti i modi tanto è vero che il 35% dei calabresi vanno a curarsi fuori comportando una spesa di trecento milioni di Euro all’anno che ricadono tutti sulle spalle dei calabresi con l’aumento delle tasse per cui questa Organizzazione Sindacale chiede le dimissioni del Commissario per il Piano di Rientro per non aver saputo produrre quelle strategie necessarie finalizzate ad una sanità in grado di mettere in condizioni i cittadini calabresi di potersi curare nel proprio territorio.
Quindi visto l’imminente decreto legge del Governo sulla stabilizzazione dei precari si rende necessario ed urgente che la Regione Calabria sia pronta a far rientrare tutti questi lavoratori che da decenni vengono tenuti sulla graticola.
La FSI USAE che da parecchi anni si batte con assemblee e manifestazioni su tutto il territorio regionale e in special modo nella provincia di Reggio Calabria per far capire all’attuale Commissario per il piano di rientro Saverio Cotticelli che l’assunzione di questi precari non comporta nessuna variazione nella pianta organica in quanto con questo personale non si riesce a coprire tutti i posti vacanti per cui si può attingere dalle graduatorie ancora aperte e mettere tutti gli ospedali della Regione in condizioni di dare servizi di eccellenza.
L’auspicio della FSI USAE che questa Giunta Regionale che da qui a pochi giorni si va ad insediare prenda in seria considerazione l’esasperazione di questi lavoratori e metta fine a questa agonia che rappresenta un problema di così ampia portata sociale dove in un territorio come il nostro dove la fame di lavoro raggiunge punti di povertà con un 48% di disoccupati e che gli stessi non vogliono Commissari che vengono solo ed esclusivamente per lo stipendio perchè in tutti questi anni il susseguirsi di questi signori non hanno portato a nessuna soluzione anzi la sanità in Calabria è andata allo sfascio”.
