’E quindi uscimmo a riveder le stelle’: la speranza di Francesco, giovane studente reggino

Prendendo in prestito le parole di Dante, lo studente del liceo Vinci ci racconta la sua speranza per l’imminente futuro

“Ormai da tempo la città è deserta, le macchine ferme, le piazze e le strade vuote, le vetrine spente, come se tutto, improvvisamente, si fosse pietrificato.

Quella che inizialmente sembrava essere una semplice influenza, destinata a passare dopo poco tempo, si è trasformata in qualcosa di grande, capace di stravolgere tutti i gesti quotidiani i quali, prima, potevano apparirci persino superflui.

Siamo di fronte ad un evento epocale, destinato a rimanere nella storia e ancor di più, impresso nella memoria di noi viventi questa generazione; ogni abitudine è stata inevitabilmente stravolta da questo nemico invisibile, talmente forte da condizionare la vita, nostra e di chi ci sta attorno, dagli amici, ai professori, ai parenti più prossimi, a tutti coloro che sono parte essenziale della nostra vita.

La novità più rilevante in questo periodo è stata per noi studenti l’attivazione della didattica a distanza, tecnica che ci ha messo nelle condizioni di non perdere l’intero anno scolastico e stare al passo con le lezioni che i docenti quotidianamente ci impartiscono, confrontandosi anche loro con questo innovativo metodo di insegnamento.

Tale metodo, a mio modesto parere, presenta sia aspetti positivi sia aspetti negativi:

la tecnologia dei nostri tempi ci consente oggi di realizzare ciò che forse neanche i nostri genitori sarebbero riusciti ad immaginare alla nostra età, collegarsi in capo al mondo con un semplice click, riuscire a dialogare “faccia a faccia” con persone distanti da noi svariati chilometri, o più semplicemente dall’altra parte della città, potendo comunque continuare ad apprendere il contenuto delle lezioni;

di contro, indubbiamente negativo è il venir meno della vicinanza e del contatto umano, per me e penso per molti di noi, assolutamente prioritario, vitale. Non è facile infatti confrontarsi quotidianamente con un gelido schermo, preferisco di gran lunga un confronto diretto coi miei interlocutori, fatto di scambi, di emozioni e riflessioni.

Non è facile adattarsi a questo nuovo stile di vita, improntato alla rinuncia e al sacrificio, ma sono consapevole, e continuerò ad esserlo, che la provvidenza farà sì che si ritorni tutti alla normalità, agli usi soliti, alla nostra vita e ai nostri desideri che, dopo tale triste esperienza, assumeranno un significato diverso, anche alla luce di ciò che l’umanità intera sta pagando in termini di vite umane.

In conclusione, con riferimento al Sommo Poeta Dante Alighieri, oggetto dei miei attuali studi, mi piace evocare e fare mia una sua celebre citazione che ricorre nel 139° verso del XXXIV Canto dell’Inferno, legata a una situazione paragonabile a quella che oggi noi tutti siamo costretti a vivere, nella speranza di uscire presto dal “nostro personale inferno”:

“E quindi uscimmo a riveder le stelle”.

 

Francesco Liuzzo – IIIª Sez. C, Liceo Scientifico Leonardo da Vinci – Reggio Calabria