L'ultima sfida di Berlusconi: quale futuro per Forza Italia?

Con la morte di Berlusconi, la questione emerge in modo fragoroso e soprattutto non più rinviabile

Nel corso della sua lunga attività professionale e politica, non si può negare come Silvio Berlusconi fosse uomo abituato ai successi. Come un moderno aviatore, il Cavaliere non si è mai posto limiti, arrivando a dominare la scena nazionale nel campo dell’impresa, della televisione con la Fininvest e dello sport con il Milan.

La politica l’ultima sfida in ordine temporale, vinta anche quella con la nascita di Forza Italia, a lungo primo partito di centrodestra (ed espressione del presidente del consiglio, Berlusconi appunto) prima del calo degli ultimi anni.

Considerato l’implacabile scorrere del tempo e gli acciacchi di salute, negli ultimi la domanda si faceva sempre più insistente: chi raccoglierà lo scettro da Berlusconi? L’interrogativo ha aleggiato per un tempo indefinito, anche grazie alle ‘risurrezioni’ del Cavaliere dopo i diversi problemi vissuti nell’ultimo decennio.

La clessidra però adesso si è svuotata del tutto, ed è arrivato il momento delle risposte. Trovare un’erede di sè stessi è sempre impresa difficile, soprattutto per chi ha un ego smisurato come nel caso di Berlusconi. E’ forse per questo che il Cav non ha mai espresso in modo netto ed inequivocabile chi avrebbe preso il timone una volta che avrebbe passato la mano.

Con la morte di Berlusconi, la questione emerge in modo fragoroso e soprattutto non più rinviabile. Nella giornata di oggi, si è tenuto il Comitato di Presidenza di Forza Italia con l’approvazione a norma di legge e all’unanimità del rendiconto 2022.

“Il Comitato di Presidenza ha inoltre ratificato all’unanimità le recenti nomine effettuate dal Presidente Silvio Berlusconi e quelle riguardanti i coordinamenti provinciali e delle grandi città. Alla riunione del comitato di presidenza di Forza Italia hanno partecipato, tutti via zoom, Tajani, Barelli, Ronzulli, Gasparri, Mulè, Cattaneo, Barachini, Orsini, Bernini, Martusciello, Fontana, Giacomoni, Baldelli, Cirio, Schifani e Toma”, si legge in una nota.

Se non è chiaro chi sarà il nuovo numero 1 di Forza Italia da oggi in poi, è chiarissimo invece chi è stato il numero 2 negli ultimi anni, ovvero il coordinatore nazionale Antonio Tajani. Rispetto a rumors e voci che vorrebbero il partito destinato a scomparire, il ministro è stato netto: “Forza Italia andrà avanti perché Berlusconi ha sempre guardato al futuro e il nostro dovere è fare ciò che lui sognava fino all altro giorno. Non esiste l’ipotesi che Forza Italia scompaia perchè non scompare Berlusconi. Era un uomo che guarda al futuro e noi vogliamo costruire il futuro che lui aveva indicato”.

Con Berlusconi piegato dalla malattia negli ultimi mesi, all’interno di Forza Italia erano iniziate le prime lotte intestine. L’area riferibile a Licia Ronzulli, dopo una rapida ascesa nei gradimenti del Cavaliere, ha dovuto fare i conti con un’altrettanta rapida discesa. Il partito si è riorganizzato fondandosi sull’ala ‘governista’, con Tajani in cabina di regia e la compagna di Berlusconi, Marta Fascina, con un ruolo sempre più centrale.

La Fascina, dalle origini calabresi, porta naturalmente a pensare alle possibili ripercussioni in Calabria della rivoluzione post-Berlusconi verso l’assetto calabrese di Forza Italia. Da questo punto di vista, il partito in Calabria gode di ottima salute come in poche altre regioni d’Italia. I risultati elettorali, anche negli ultimi anni, a fronte di un costante calo a livello nazionale, hanno visto il partito in Calabria come roccaforte azzurra.

L’elezione di Jole Santelli prima e Roberto Occhiuto poi (non ‘semplicemente’ due esponenti di Forza Italia, ma due figure vicine al Cavaliere) ulteriori step di consolidamento, blindato dall’asse tra il governatore, il coordinatore regionale Giuseppe Mangialavori e il responsabile per il Sud, l’onorevole reggino Francesco Cannizzaro. Troppo presto immaginare oggi le traiettorie che prenderà il partito in Calabria, giocoforza si tratterà di dinamiche a cascata rispetto a quanto accadrà a livello nazionale.

Come riportato da Il Sole 24 Ore, guardando al futuro c’è chi teme che il partito azzurro possa subire una diaspora. C’è chi evoca un clima da Titanic, da «chi si salvi chi può», prevedendo che tanti non vedono l’ora di mettersi in salvo saltando nelle scialuppe messe a disposizione da Fratelli d’Italia, magari creando quel partito unico del centrodestra, quel partito repubblicano, che lo stesso Cavaliere aveva immaginato negli ultimi anni della sua vita. Qualcun altro potrebbe pensare di ingrossare le fila della Lega mentre anche Matteo Renzi si candida a raccogliere un pezzo dell’elettorato azzurro, quello più moderato, più liberale, meno incline a essere subordinato a un asse sovranista.

In questo intricato puzzle, un ruolo fondamentale lo gioca la famiglia Berlusconi, anche in relazione ai nodi simbolo del partito e soprattutto debito economico di Forza Italia. Quanta volontà ci sarà di portare avanti il progetto politico, continuando ad aprire la cassaforte di famiglia?

Dubbi che verranno scelti nei prossimi giorni e mesi, con la prima importante scadenza legata ai rapporti interni di Forza Italia con gli alleati Fratelli d’Italia e Lega. Mantenere intatti gli equilibri, saldare la forza di coalizione ed evitare fughe o dispersioni pericolose, questo il primo obiettivo è certamente assegnato al coordinatore nazionale Tajani.

Da lì in poi, sarà tutto avvolto nell’incertezza. Con una sola garanzia: per la prima volta, dal 1994, non sarà Silvio Berlusconi a decidere le sorti della creatura da lui immaginata e plasmata a propria immagine e somiglianza…