Mala Sanitas, ‘orrori’ in Ginecologia: 3 condanne, per gli altri i reati vanno in prescrizione

Condannati in appello tre dottori del 'reparto degli orrori'. Il riepilogo della sentenza tra condanne e assoluzioni

Mala sanitas‘, la seconda sezione della Corte di Appello di Reggio Calabria si è espressa.

Il noto caso del ‘reparto degli orrori‘, nato da un’inchiesta della Procura e della Guardia di Finanza, riguarda l’accertamento di una serie di azioni illecite da parte degli imputati (ginecologi, anestesisti ed ostetriche) perlopiù legate ad una sistematica manomissione delle cartelle cliniche per celare errori e negligenze nel reparto di Ginecologia degli Ospedali Riuniti di Reggio Calabria.

L’inchiesta del 2016 aveva già portato ad una prima sentenza nel 2019 con nove condanne, tre assoluzioni e due prescrizioni. Il Tribunale non riconobbe l’associazione a delinquere.

Di questa mattina la sentenza d’appello a firma della dott.ssa Olga Tarzia.

Confermata una condanna, a 2 anni e 3 mesi di reclusione, per l’anestesista Luigi Grasso.

Ridotta invece la pena, confermando la condanna, per l’ex primario del reparto di Ostetricia e ginecologia Pasquale Vadalà, condannato a 3 anni di reclusione (4 anni e 9 mesi in primo grado) per aver manipolato la cartella clinica di una partoriente il cui neonato è deceduto dopo poche ore di vita a causa di una meningite fulminante e sepsi precoce.

Per lo stesso reato è stato condannato a 2 anni e 4 mesi il ginecologo Alessandro Tripodi (4 anni e 8 mesi in primo grado).

In relazione ad altri reati invece il Giudice ha dichiarato di non doversi procedere. Assolto invece il dott. Tripodi per il reato di falso “perché il fatto non costituisce reato” insieme a Giuseppina Strati che in primo grado era stata condanna a 3 anni, e Daniela Manunzio.

Per quest’ultima, condannata in primo grado a 6 anni e 2 mesi di reclusione, la Corte d’Appello ha dichiarato la prescrizione per tutti gli altri capi di imputazione.

Significativo è il risultato processuale conseguito dalla ginecologa Daniela Manuzio che, tra assoluzione e proscioglimento per prescrizione, ha ottenuto la piena riforma della condanna a sei anni e due mesi di reclusione comminatale in primo grado.

La Manuzio, difesa dagli avvocati Andrea Alvaro e Giuseppe Marvelli (sostituto dell’avvocato Natale Polimeni), aveva riportato in primo grado la condanna più severa, anche in ragione nel numero dei reati che le erano stati contestati, condanna detentiva cancellata adesso interamente.

Prescritte, infine, le accuse nei confronti degli altri imputati: la neonatologa Maria Concetta Maio e i ginecologi Antonella Musella, Filippo Saccà, Massimo Sorace e Marcello Tripodi. Per quest’ultimo la prescrizione era stata già dichiarata dai giudici di primo grado.

Adesso si attendono le motivazioni della sentenza il cui deposito dovrà avvenire entro novanta giorni.