Doppia preferenza di genere mancata, Bertullo: "Continueremo a lottare per i diritti delle donne"

"Continueremo a spingere per spostare l'ingombro dell'egocentrismo maschile dalle opportunità e dai diritti di affermazione delle donne". Di seguito le dichiarazioni di Laura Bertullo

Quanta astuzia in un’astensione volta a sottolineare la non autosufficienza degli avversari ma usata per coprire la propria cattiva disposizione ad introdurre nella legge elettorale della Calabria un valido strumento di soddisfazione di esigenze di parità e di rafforzamento del patto di rispetto tra i generi anche nella rappresentanza nei luoghi decisionali.

Vorrei rasserenare taluni particolarmente preoccupati della nostra fantomatica associazione della donna a specie di fauna protetta.

Non si è mai trattato di voler difendere le donne come per la salvaguardia dei panda o dei canguri arboricoli, sarebbe bastato solo un medio sforzo d’onestà intellettuale per ammettere che ogni giorno, pressoché in ogni contesto sociale, pubblico e lavorativo, si trama alla distruzione degli “habitat” a misura delle donne, (per restar in uso di certi linguaggi affezionati alla “preservazione delle biodiversità”), ossia di spazi naturali dove le donne, esattamente come gli uomini, avrebbero diritto di stare e di affermarsi secondo se stesse, per i propri meriti, per le proprie individuali peculiarità.

L’approvazione della doppia preferenza di genere avrebbe scardinato logiche di subalternità femminile, condizione provata anche dalla scarsa possibilità reale di accesso alle cariche elettive delle donne, in un sistema di potere penosamente calibrato sopra una mentalità maschilista e patriarcale, forma mentis che tutto permea e satura.

E non chiamatele quote rosa. Le quote rosa sono un rimedio impiegato per garantire “una quota” al sesso meno rappresentato nelle istituzioni e in gruppi di potere vari.

La doppia preferenza di genere racchiude in seno al suo significato molto più contenuto poichè qui si tratta di ottemperare davvero al principio di Eguaglianza sancito dall’articolo 3 della nostra Carta Costituzionale che, rammentiamolo, non può intendersi soltanto come una mera disposizione “benagurale” voluta dal legislatore maè, e resta, una misura di perequazione che dovrebbe comportare un obbligo di risultato.

Un altro strumento internazionale giuridicamente vincolante in materia di diritti delle donne è il CEDAW ( La Convenzione per l’eliminazione di tutte le forme di discriminazione contro le donne) al cui art.7 viene chiesto espressamente agli Stati parti di prendere ogni misura appropriata per eliminare la discriminazione contro la donna nella vita politica e pubblica del paese, assicurando la sua piena partecipazione all’elaborazione delle politiche di governo ed alla loro attuazione e altresì di ricoprire cariche pubbliche e di esercitare tutte le funzioni pubbliche ad ogni livello dell’amministrazione statale;

Potremmo continuare ad andar su molta altra carta scritta in cerca di protezioni normative per i diritti delle donne ma è ormai chiaro che nulla potrà davvero mutare se non procediamo ad una radicale metamorfosi del più diffuso modo di intendere, sentire e giudicare il genere femminile da parte di uomini affetti da gravi forme di arroganza e onnipotenza.

In assenza di un sia pur minimo sentore di cambiamento della cultura politica ed umana entro cui annaspiamo è oltremodo importante lavorare perchè si costruiscano tutte le strade per una reale presenza delle donne nelle assemblee rappresentative, foss’anche sfondando con la legge fortificate mura di cinta dietro cui s’accomodano nodi di cravatta lorsignori assai presuntuosi che, pensando d’essere Le Roi Soleil dal lunghissimo regno, dimenticano che la Regina nel nobil giuoco degli scacchi così come in tutte le sfaccettature della vita, è dotata di enorme mobilità e, a sprecar una mossa, ne avrà sempre pronta un’altra per battere interi eserciti di soldati e regnanti inveterati.

Fate largo a chi non ha alcuna intenzione di lasciarvi il proprio spazio nel mondo, continueremo a spingere per spostare l’ingombro dell’egocentrismo maschile dalle opportunità e dai diritti di affermazione delle donne.

Fonte: Laura Bertullo Presidente della Commissione Pari Opportunità della Città Metropolitana