Manichino senza testa sulle scale del Consiglio Regionale: "FEM.IN" rivendica l'azione

L'evento non è di certo casuale dato che al Consiglio Regionale si discute la proposta di legge per l'introduzione della doppia preferenze di genere

Volto coperto e vernice al seguito, alcuni giovani nel primo pomeriggio di oggi, lunedì 15 aprile, hanno depositato sulle scale della sede regionale di Reggio Calabria, un manichino di donna senza testa. Le scale sono state, in seguito, imbrattate di rossosangue‘.

L’evento non è di certo casuale dato che oggi, al Consiglio Regionale della Calabria si discute la proposta di legge per l’introduzione della doppia preferenza di genere.

Gli agenti della Digos hanno già avviato le indagini di quella che sembra un’azione fulminea che non ha dato il tempo alle guardie in servizio di intervenire. Gli autori non sono stati ancora fermati, ma dalle descrizioni l’atto sarebbe stato messo in atto da un uomo ed una donna. Nel frattempo in un post su facebook il coordinamento FEM.IN cosentino rivendica il gesto.

“Consiglio regionale della Calabria. Oggi la discussione della proposta di legge sulla doppia preferenza di genere torna nel consiglio regionale calabrese, il quale si distingue per registrare la presenza di una donna soltanto. La vera discussione, quella che si protrae da anni, si articola in maniera sempre più esplicita nella direzione della campagna elettorale. Il dibattito è viziato dagli interessi partitici e personali dei consiglieri, i quali conferiscono a questa legge un significato strumentale al mantenimento dei loro ruoli di potere e di controllo.

Si perde così, tra un commento sessista e l’altro, l’urgenza di quella che dovrebbe essere una discussione sulle cause dell’evidente disparità di genere in Calabria. Il problema sicuramente non si riflette solamente sul numero di cariche pubbliche affidate alle donne: il sistema patriarcale, determina l’oppressione e la discriminazione di genere in ogni ambito sociale e culturale. Questa è la violenza di genere perpetrata dalle istituzioni, la stessa violenza che ci incatena e ci uccide.

Per questo motivo oggi abbiamo deciso di lasciare un chiaro segno della nostra rabbia davanti alla sede del Consiglio Regionale. Sul manichino, simbolo di ogni donna, grava il peso della politica misogina che caratterizza le nostre istituzioni e della violenza istituzionale che porta a ridurre i temi di genere a mera campagna elettorale. Noi donne pretendiamo che si discuta seriamente e aldilà di giochetti politici e conflitti strumentali delle questioni di genere che affliggono la nostra regione”.