MArRC, due anni di successi ma non basta. Malacrino: “Adesso dobbiamo correre”
16 Marzo 2018 - 11:30 | di Vincenzo Comi

di Vincenzo Comi – Un anno ricco, faticoso ed entusiasmante. Si può riassumere così il 2017 per il Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria. Il primo vero anno del Museo che si accinge ai festeggiamenti del 30 aprile 2018 per celebrare il suo secondo anno di nuova vita.
“Qui è sempre tutto in crescita ed in continua formazione – spiega il direttore Carmelo Malacrino – Non è mai solo quello che si vede all’esterno. Il Museo opera in tutta una serie di attività interne e per così dire ‘nascoste’ come la sistemazione dei depositi, i restauri e le varie incombenze derivanti da un’amministrazione quotidiana molto impegnativa”.
Un bilancio sicuramente positivo con oltre 215.000 visitatori. L’indice di gradimento di turisti e cittadini ripaga le fatiche dello staff del Museo e stimola la squadra a lavorare sempre meglio.
“Le grandi mostre realizzate all’interno dei locali del Museo hanno reso in questi mesi sempre più dinamica l’offerta espositiva e la comunità reggina si è riabituata a tornare al Museo anche d’estate con i tanti eventi in terrazza e con le mostre temporanee che offrono la possibilità di far conoscere e valorizzare tanti reperti che non sono ancora stati visti”.
Carmelo Malacrino piace. Piace alla città, ai dipendenti, alle istituzioni. Il suo è un modo di fare garbato e professionale, sempre attento ad ogni dinamica interna ed esterna che possa coinvolgere il Museo.
“Cerco di svolgere il mio lavoro per come ho studiato e per come so farlo. Cerco di fare tutto quello che secondo me è giusto fare e che immagino si debba fare. Fin dal primo giorno di rinascita del MArRc si è potuta notare la qualità e l’energia della squadra del Museo. Il lavoro di squadra è fondamentale, da solo non farei nulla”.
Una sfida abbracciata da tutti i dipendenti interni del Museo ma anche dai tanti collaboratori esterni di cui il direttore Carmelo Malacrino si avvale.
“La mia ambizione che mi auguro si possa portare avanti piano piano è quella di fare di questo luogo un polo di formazione e di conoscenza ed in cui poter creare lavoro nel campo dei beni culturali e della valorizzazione”.
Un progetto a lungo termine, un traguardo che il direttore Malacrino si pone e che sogna di poter raggiungere ed ottenere nel più breve tempo possibile consapevole che non sarà però un’impresa facile. Per adesso si pensa a come festeggiare i due anni di vita del MArRC.
“Il MArRC celebrerà i suoi due anni con una serie di eventi. Non voglio svelare nulla ma l’idea è quella di continuare nell’organizzazione di conferenze, convegni e mostre. Abbiamo una ricca programmazione di mostre già fino al 2019 con grandi temi che riguardano nello specifico la storia della Calabria ma non solo. Come vedo il 2018? Faticoso come il 2017 (ride, ndr). Vivendo qui all’interno del Museo è capitato a volte di non uscire per intere settimane. Il lavoro è duro ma molto gratificante. Quando ho partecipato alla selezione per diventare direttore avevo un’idea molto chiara di cosa dovesse essere il Museo. Non un insieme di sale espositive ma un vero e proprio centro di conoscenza tra ricerca, valorizzazione e conservazione”.
L’apertura della biblioteca ne è un chiaro segnale. Si lavorerà anche sui laboratori di restauro per renderli più innovativi mettendoli a disposizione della città e dell’intera regione.
“Spero di consolidare ancora maggiormente il legame con il territorio calabrese”.
Quale il ricordo più bello di questi due anni per il dott. Malacrino?
“Senza dubbio il rientro e l’accoglienza da parte del personale a seguito dell’episodio della sospensione. Mi ha commosso tantissimo perché sono stato accolto come un membro della famiglia e non come il direttore. Anche le serate in terrazza e l’inaugurazione delle mostre sono state molto gratificanti”.
In pochi sanno che per la realizzazione e l’apertura di una mostra passano anche nove mesi. Il prestito, la progettazione, le assicurazioni, la scelta della grafica, del colore e del carattere. Tutto viene realizzato all’interno del Museo.
Carmelo Malacrino, originario di Catanzaro, ha costruito con la città e con i cittadini, un rapporto di fiducia e stima reciproca. Ammette però che la città può e deve offrire di più.
“Reggio Calabria possiede luoghi di grande potenzialità ma sui quali bisogna ancora lavorare tanto. La situazione di piazza Garibaldi rappresenta una grave ferita. Per molti quella zona è il biglietto da visita di Reggio Calabria. Non credo che ci siano singole responsabilità ma credo che si debba lavorare insieme per risolvere situazioni simili. È necessario creare un piano strategico di valorizzazione dell’intero territorio. Dobbiamo rendere parlante la città e legare le varie aree archeologiche e culturali che possano lasciare un chiaro messaggio nella mente del visitatore”.
‘Correre’, questa è la parola chiave del 2018 per il dott. Malacrino.
“Da una situazione di chiusura adesso dobbiamo arrivare a livello dei grandi musei nazionali. Dobbiamo correre guardandoci intorno ed osservando le altre realtà internazionali per elevare i nostri standard. Mi auguro che in questo 2018 correre sia la parola chiave per tutti. Non possiamo permetterci di restare fermi ad osservare. Adesso bisogna correre…”.